- Oh, buona giornata della dimenticanza.
- Anche a te. Aspetta… cosa?
- La giornata della dimenticanza. È oggi.
- Che è la giornata della dimenticanza?
- Come che è la giornata della dimenticanza? Il giorno dopo il giorno della memoria. Come San Valentino, festa degli innamorati, è seguito da San Faustino, festa dei single, così il giorno della memoria è naturalmente seguito dal giorno della dimenticanza.
- E in che consiste?
- Nel dimenticare.
- Cosa?
- Ma tutto. Perché diciamocelo, la festa della memoria è bella, importante e tutto quanto, ma che tristezza. Che peso. E il documentario e le testimonianze, e internet con le biografie e la solita programmazione che mi tocca beccarmi l’uno-due Schindler’s List – Train de vie, quando vorrei solo vedermi una bella commedia romantica di quelle ambientate a New York, hai presente? Quelle dove lei fa la commessa nel negozio di libri e lui…
- Cosa cazzo stai dicendo?
- Sto dicendo che è una gran fatica ricordare. È complicato, difficile, ti fa sentire in colpa, ti fa sentire pesante, responsabile. Abbi pazienza, io c’ho anche le mie cosette da fare. Quindi, ben venga la giornata della memoria, ma poi altrettanto opportuna è la giornata della dimenticanza. Tra l'altro fondamentale per certe persone.
- Va be’, ma a che serve sta giornata?
- Te l’ho detto, ad alleggerirsi.
- In che senso?
- Nel senso che hai fatto il tuo? Hai fatto presenza? Mo basta. Adesso avrai anche il diritto per un altro anno di dimenticare. O no?
- Ma dimenticare che?
- Dimenticare che l’olocausto può succedere ancora. Che basta un frustrato al comando di un paese di frustrati, e che già ci stanno tutti e due. Che i campi di concentramento esistono e sono in Cina, in Malesia, in Libia, in Corea del Nord. Che le minoranze perseguitate si trovano a tutte le latitudini. Che i pretesti ci vengono costruiti sotto il naso e la gente che cerca qualcuno con cui incazzarsi è sempre più numerosa e prova sempre meno vergogna nei confronti dei propri pregiudizi. Che i Goebbels, i Göring, gli Himmler, ci sono già a volerli cercare bene. E non ha senso pensare che siano delle macchiette solo perché lo sembrano. Lo sembrano perché non hanno ancora abbastanza potere per farci paura e il potere è l’unico motivo per cui si svegliano la mattina. Che qualche Hitler fatto e finito lo si trova facile sulla cartina, anche in Europa. Che molti paesi lo chiedono a gran voce e che i discorsi nei bar dell'internet suonano familiari in maniera inquietante. Insomma, che non solo può succedere, ma che da qualche parte sta già succedendo.
- E quindi che si fa in sta giornata della dimenticanza?
- Mah, niente di che. Si guarda la tv, si sta un po’ su Facebook. Magari si esce per una passeggiata. Un caffè, una chiacchiera. Un paio di telefonate, la spesa, il cane. Si cazzeggia. La sera eventualmente si guarda un bel film allegro, qualcosa per svagarsi. Ecco, si pensa ad altro.
- A me sembra identica a tutte le altre giornate.
- Eh, pure a me.
NON È SUCCESSO NIENTE su Facebook
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