sabato 16 ottobre 2010

La cura

 

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.

Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.

Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te ...
Io sì, che avrò cura di te.






L'Imboscata - Polygram, 1996
















Mentre dormi



 
Mentre dormi ti proteggo
e ti sfioro con le dita
ti respiro e ti trattengo
per averti per sempre

Oltre il tempo di questo momento
arrivo in fondo ai tuoi occhi
quando mi abbracci e sorridi
se mi stringi forte fino a ricambiarmi l'anima

Questa notte senza luna adesso
vola.. tra coriandoli di cielo
e manciate di spuma di mare
Adesso vola

Le piume di stelle
sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni
arrivare leggeri

Tu che sei nei miei giorni


certezza, emozione
Nell'incanto di tutti i silenzi
che gridano vita

sei il canto che libera gioia
sei il rifugio, la passione

Con speranza e devozione
io ti vado a celebrare
come un prete sull'altare
io ti voglio celebrare
come un prete sull'altare

Questa notte ancora vola

tra coriandoli di cielo
e manciate di spuma di mare
Adesso vola

Le piume di stelle
sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni
arrivare leggeri

Sta arrivando il mattino
stammi ancora vicino
sta piovendo
e non ti vuoi svegliare
resta ancora resta per favore

e guarda come...
vola tra coriandoli di cielo

e manciate di spuma di mare
Adesso vola

Le piume di stelle
sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni
arrivare leggeri

Vola... Adesso vola
Oltre tutte le stelle
alla fine del mondo
vedrai, i nostri sogni diventano veri! 



(G.Santucci . M.Gazzè)

Max Gazzè: Voce, Basso, Chitarre, Sintetizzatori
Giorgio Baldi: Chitarre
Clemente Ferrari: Pianoforte
Cristiano Micalizzi: Batteria
Cicci Santucci: Tromba, Flicorno,Mellophone

Ed. Casi Ciclici 


Da "Quindi?" 2010

Testo ufficiale 

Guarda il video 

Tutta la verità sulla Juventus


 
il documento shock di uno scandalo che ha infangato la nostra storia e ha cercato di cancellare il nostro glorioso futuro.

È il momento di guardare in faccia i fatti! Basta menzogne, basta accuse infamanti.


Tutta la verità sulla Juventus


Vinciamo la partita più importante! Tutti insieme!


In questo fascicolo, ogni affermazione può essere verificata, provata, dimostrata. Riportiamo SOLO fatti, sentenze, leggi, norme.

In poche pagine smontiamo il mito della “Juve ladra”, in pochi passaggi capirete ciò che è successo e ciò che è stato fatto prima, durante e dopo quella terribile estate del 2006.


Salve a tutti.

Siamo tifosi, come voi, di quella squadra di calcio che ci ha regalato 29 Scudetti vinti sul campo, 9 coppe Italia, 2 Coppe dei Campioni e una serie infinita di emozioni, uomini e giocate rimaste nella storia del calcio. E nella nostra mente. Una squadra che…o si odia, o si ama alla follia: la Juventus.

Con questo fascicolo di poche pagine, vorremmo ripercorrere la nascita e la messa in atto di una farsa senza eguali nella storia del nostro Paese; per anni, infatti, le pagine di alcuni giornali e le trasmissioni televisive di sedicenti moviolisti e opinionisti hanno sollevato le masse contro il potere calcistico di una squadra di valore assoluto, mettendo alla gogna mediatica ogni comportamento dei nostri dirigenti e calciatori, creando così quel sentimento popolare che ha contribuito più di ogni altra cosa a spedirci in serie B.
Non si vuole far della retorica, anzi, tutt’altro. Tutte le affermazioni, come già scritto, saranno brevemente analizzate, senza lasciare spazio ai nostri commenti, sicuramente “di parte”. Andremo dritti alla verità.
Non lanceremo accuse, non faremo nomi e non riporteremo i fatti se non ampiamente documentati da leggi, sentenze, documenti, dichiarazioni (e non da dicerie).

In questi anni, la Juve e i suoi dirigenti sono stati spesso indagati, processati…ma siamo sicuri che conosciamo le vicende per come sono davvero avvenute? Siamo mai stati dichiarati colpevoli? E siamo sicuri che altre società che si sono dichiarate “oneste” non avessero commesso reati penali veri e propri in anni non sospetti? Crediamo che pochi di voi sanno come stanno le cose, e solo un’attenta analisi di tutte le notizie che circolano in rete ci ha condotti a svelare la cruda realtà dei fatti.
Il nostro intento è quello di diffondere il più possibile la verità, troppo spesso sottaciuta dai media: l’unico atto di presunzione di cui potremmo essere accusati risiede nella volontà di far capire a TUTTI, fratelli bianconeri e non, che ciò che si è consumato nel 2006 e tutto ciò che l’ha preceduto e susseguito, costituisce uno scandalo che non dovrebbe interessare 2-3.000 tifosi esagitati, ma un popolo intero. Un Paese che si dichiara civile, come il nostro, non può aver nascosto uno scempio così evidente e che racchiude una serie di nefandezze inaudite…

Siamo certi che tra poco, anche chi è allo scuro di tutto, capirà.

Concludiamo ringraziando la redazione del sito ju29ro.com (leggasi “juventinovero”), testata giornalistica online, nostra preziosa ed insostituibile fonte di dati e di articoli, e tutti i siti “amici” cui abbiamo attinto per scrivere queste poche pagine, sintetiche fino all’osso per necessità, ma ricche di notizie forse sconosciute a molti di voi (ripetiamo: NOTIZIE, FATTI OGGETTIVI, non “voci”). Ogni link all’articolo originale può essere consultato gratuitamente sull’Web. Molti siti che portano avanti le nostre stesse battaglie verranno menzionati nella sezione dei collegamenti e della bibliografia.
Non lo facciamo certo per soldi, non vogliamo passare per rompiscatole, non abbiamo diritti d’autore. Siamo medici, infermieri, geometri, ingegneri, operai, casalinghe, impiegate, avvocati, studenti, piccoli azionisti Juventus, giornalisti… che non agiscono per lucro: stampate e diffondete quante più copie potete!
Forse abbiamo un ultimo desiderio: ci piacerebbe che tutto il popolo bianconero possa essere finalmente compatto. In palio c’è la restituzione degli scudetti vinti meritatamente sul campo e, soprattutto, la restituzione della dignità, nonché la riabilitazione di fronte alla nazione e al mondo. Saremmo lieti che in caso di esito favorevole, ci ritrovassimo tutti a festeggiare; che, nel caso servisse, fossimo pronti a dare tutto l’appoggio alla società, in tutti i modi disponibili e possibili, civili e leciti.

Sempre e solo “Forza Juve”.


LA GENESI

Saga familiare. <Le Banche, spinte dal governo Berlusconi, erano state costrette a sostenere ancora una volta i conti del Lingotto con una operazione di finanziamento particolare chiamata prestito convertendo; in pratica, giunto alla scadenza nell'autunno del 2005, questo prestito avrebbe, di fatto, consegnato la FIAT nelle mani delle banche, estromettendo gli Agnelli, capitanati da John Elkann, e riducendoli a soci di minoranza. (…) In vista di questa possibilità si sussurrava l'ipotesi che l'allora Amministratore Delegato della Juve Giraudo, su preciso input di Andrea Agnelli, stesse organizzando una cordata per rilevare la Juventus, acquistando le quote di proprietà IFIL con la collaborazione di alcuni importanti partner sia sportivi che finanziari. Allo studio c'era un faraonico piano industriale che probabilmente avrebbe fatto della Juventus la squadra numero uno al mondo per molti anni. Lo stesso scenario viene ampiamente descritto da Antonio Giraudo in una illuminante intervista concessa a Repubblica il primo aprile 2006, circa un mese prima dello scoppio di Calciopoli,>(1) . Ne riportiamo uno stralcio:
«Vogliamo creare risorse permanenti che permettano alla Juventus non solo di finanziarsi al suo interno nel tempo, grazie al formidabile marchio commerciale che rappresenta, ma di avere una squadra sempre più forte e di livello mondiale(…). Vogliamo farla diventare il più importante club del mondo, secondo un preciso modello industriale e sportivo che non ha eguali nel calcio(…).Penso che la portata del piano e degli investimenti sia conseguente al risultato che si vuole ottenere. Non chiediamo soldi per coprire perdite o per acquistare qualche altro giocatore, ma per creare un modello formidabile che nel calcio non esiste, e che ci permetterebbe di colmare il gap attuale tra una società come la nostra e altre grandi realtà europee. (…) Bisogna prepararla velocemente. Io lo chiamo il "modello Ferrari", perché è quello cui ci ispiriamo. Ovvero una grande industria che produce utili per una parte sportiva di assoluta eccellenza. La stessa cosa dovrebbe accadere alla Juventus. Era, lo ripeto, il pensiero di Giovanni e Umberto Agnelli. (…) All'inizio cominciammo con l'intervento su costi e conti, di pari passo con l'obiettivo sportivo. Poi ci siamo mossi per consolidare la società Juventus, attraverso operazioni che ci hanno portato alla quotazione in Borsa e allo stadio di proprietà oltre alla realizzazione di un centro sportivo d'avanguardia che inaugureremo presto. I lavori per lo stadio-gioiello cominceranno alla fine del campionato. Queste sono iniziative che resteranno, in grado di produrre anche ricavi diversi da quelli tipici delle squadre di calcio. (…) Quando si è risolto il problema patrimoniale ed economico, occorre acquisire più peso politico a livello di media. Per la Juventus, oggi non è così. Alcuni tra i nostri avversari dispongono di emittenti televisive e gruppi editoriali, e questo conta molto»
Elkann sempre a quanto riportato dai giornali dell'epoca, riescono a neutralizzare il golpe orchestrato dalle banche attraverso un’ardita operazione finanziaria, chiamata Equity swap, che di fatto consentirà loro di mantenere il controllo della FIAT. A questo punto, sistemata la patata bollente del prestito convertendo, partono i regolamenti di conti tra cui anche quello sulla Juventus. (…) Questo passaggio di consegne era già stato stabilito all'interno della famiglia, ma il veto imposto da Cuccia, che non era mai stato in buoni rapporti con Umberto, costrinsero L'Avvocato ed il Dottore a un compromesso che prevedeva per quest'ultimo "solamente" il ponte di comando della IFIL, la società che di fatto è la cassaforte dell'Impero FIAT. A margine di questo accordo, che segnò una "svolta epocale" nei rapporti tra i due fratelli, l'Avvocato accettò, come parziale risarcimento per Umberto, che quest'ultimo prendesse anche le redini della Juventus.
Morti i due patriarchi le fazioni si sarebbero schierate nel modo seguente: da un lato i fratelli Elkann, Montezemolo e i tutori Gabetti e Grande Stevens; dall'altra gli Umbertiani con a capo Allegra, vedova di Umberto con il figlio Andrea Agnelli e ovviamente Giraudo che era uno dei manager più vicini ad Umberto. In questo scenario verrà più volte segnalata dalle nostre fonti l'assoluta antipatia di Montezemolo per Giraudo il quale, nonostante l'aspetto burbero, era ed è un manager con i fiocchi, uno dei migliori della scuderia Agnelli.>(2)

Complotti e spionaggio. Giraudo e Moggi dovevano essere eliminati dalla scena, tuttavia si doveva trovare il modo migliore: difficile giustificare alla piazza il loro allontanamento. Si studiò, pertanto, un piano senza precedenti, sfruttando il fatto che a Milano e a Roma ci fossero molte persone che avevano un interesse comune a quello del nuovo corso bianconero. L'eliminazione dalla scena di Moggi e Giraudo era, infatti, l'obiettivo anche di qualcun altro, e non a Torino. Per esempio, l’Inter: da anni, infatti, sulla base della convinzione che la Juventus vincesse sul campo grazie ad aiuti arbitrali, la squadra milanese aveva istituito un vero e proprio spionaggio industriale, servendosi delle aziende di famiglia (Telecom e Pirelli), dei servizi segreti e di società d’investigazione (si consulti a tal proposito il link: http://www.ju29ro.com/contro-informazione/2417-caso-telecom-fatta-la-festa-gabbatu-lu-santu.html, articolo riassuntivo degli ultimi sviluppi del processo Telecom, scritto da Giuseppe Rombolà il 28/09/2010 sul sito ju29ro.com) (6).
Non si deve dimenticare, inoltre, che gli equilibri della scena calcistica italiana erano rimasti intatti dal 1999, anno in cui le “7 sorelle” (Juve, Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma, Fiorentina) decisero insieme ai vertici federali, tra cui Franco Carraro, la nomina del doppio designatore arbitrale, mentre si approvava con decreto legge la contrattazione individuale dei diritti televisivi; nel 2006, complice la volontà di più poteri politici interni alla FIGC, si presentò l’occasione di un vero e proprio ribaltone. I capri espiatori furono Moggi e Giraudo.

Le indagini a senso unico. Iniziarono interrogazioni parlamentari e indagini da parte di diverse magistrature italiane (ricorderemo anche più avanti i destini di tali attività…). A Napoli, continua tuttora il processo a carico di Moggi, Giraudo, dirigenti di FIGC e di società calcistiche, di arbitri e di designatori, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva: si pensi che il tutto partì dalle confessioni di un ex dirigente dell’Udinese, tale Dal Cin, che parlò dell’esistenza di una ‘combriccola romana’ di arbitri vicini ad alcune squadre di serie A.
Dal 2004, cominciarono migliaia di pedinamenti, intercettazioni, indagini da parte della squadra dei Carabinieri guidata dal maggiore Attilio Auricchio, coadiuvato da Giovanni Arcangioli (già noti per manipolazione di intercettazioni; il secondo, inoltre, sospettato di avere trafugato il diario del magistrato Paolo Borsellino il giorno dell’attentato in via D’Amelio). Verranno redatte 3 informative, che sintetizzano il lavoro dei Carabinieri (chiamato “operazione Offside”), grazie ad ALCUNE delle circa 200.000 telefonate intercettate ed agli articoli della Gazzetta dello Sport. Avete capito bene. In sede di processo ordinario, nei mesi di marzo-aprile 2010, le dichiarazioni di Auricchio lasciarono a bocca aperta molti di noi: non venivano guardate le partite o gli episodi incriminati, ma soltanto i tabellini della Gazzetta…e infatti numerosi sono gli errori derivati da una condotta che si può tranquillamente definire censurabile (risultati invertiti, ammonizioni inesistenti, ecc...).
Insomma, gli errori arbitrali e il teorema della “Juve ladra” sono serviti per mascherare l’intenzione di colpire e fare fuori definitivamente una sola squadra, alcune persone in particolare. Lo dimostra il fatto (ma ci torneremo più avanti) che le telefonate di altre società non interessavano. Le altre squadre non erano “attenzionate” (come sottolineato più volte dal maggiore Auricchio).
Ma le indagini non bastavano. Le prove a carico degli indagati erano inconsistenti, per non dire inesistenti. I giornali e le TV, da anni ormai avvezzi alla caccia al gobbo, iniziarono a montare lo scandalo (poi denominato ‘Calciopoli’), anche grazie alle prime intercettazioni “inspiegabilmente” fuoriuscite dalle indagini.

Il processo sportivo e lo “straordinario” Guido Rossi. Mentre la Juventus, nel maggio 2006, vinceva il 29° scudetto sul campo, la stessa Juve, con Milan, Lazio e Fiorentina venivano accusate di aver messo in piedi un’associazione atta a modificare lo svolgimento dei campionati (sotto indagine c’è il SOLO 2004-2005).
Dimessosi Carraro, la FIGC venne commissariata. Il commissario straordinario venne scelto, con modalità sconosciute (l’atto non è mai stato reso pubblico) e con una logica incomprensibile: Guido Rossi, ex consigliere d’amministrazione dell’Inter, personaggio di spicco in Telecom. Piazzò subito i suoi collaboratori di fiducia (Nicoletti, uomo vicino a Moratti), ridusse i gradi di giudizio del processo sportivo da tre a due, sostituì gran parte del Collegio giudicante mettendovi a capo un giudice in pensione (Ruperto), "istruì" i giudici affinché venisse fatta giustizia in maniera esemplare.
<(…) Il processo, istruito da Francesco Saverio Borrelli, ex magistrato di Mani Pulite, sarà ricordato nei secoli come una farsa senza eguali, grazie al suo surreale e brevissimo svolgimento in cui vengono calpestate le più elementari regole di garanzia per gli imputati, a cominciare dal diritto alla difesa. Per accelerare la farsa e renderla "credibile" Guido Rossi manda Borrelli a Napoli dove, previa una telefonata di Nicoletti con cui viene fatta illecita pressione sui Pm della procura, riesce a farsi consegnare le informative dei Carabinieri, che in questa fase dovrebbero essere materiale altamente riservato ma che invece appaiono in stralci su giornali e mass-media. Molti magistrati e giudici avranno successivamente modo di dichiarare che si è trattato di un vero e proprio "aborto giuridico". Il Procuratore federale Palazzi, imbeccato da Borrelli, chiede pene durissime per tutti, ed in particolare per la Juventus, per la quale si parla di retrocessione in C1.
Zaccone, (il legale a capo del collegio difensivo della Juventus FC, ndr) nel corso del brevissimo e farsesco dibattimento, incalzato da Ruperto, dichiara maldestramente che la pena congrua consisterebbe nella B con penalizzazione, cosa che prontamente viene fatta mettere a verbale. La dichiarazione di Zaccone, che suscita stupore e indignazione nei tifosi, è figlia diretta degli accordi Rossi-Grande Stevens e viene pronunciata proprio per cercare di far rimanere la Juve ancorata al carro delle altre imputate, per le quali era stata chiesta la B con penalizzazione.
La molle difesa di Zaccone viene strumentalizzata dai giornali di regime che, con titoli a tutta pagina, la fanno passare per un' ammissione di colpevolezza. La sentenza di primo grado che giunge di lì a poco è delirante nelle motivazioni, riuscendo a trasformare in illeciti conclamati e reiterati (art.6) una somma di episodi di slealtà (art.1) e inventando di sana pianta il reato di "illecito strutturale". Addirittura devastante la pena comminata che consiste in una serie B con trenta punti di penalizzazione, la revoca di due scudetti ed altre sanzioni accessorie.
La sentenza di secondo grado,(…) ribalta quella di primo grado, attenuando notevolmente le pene di Milan, Fiorentina e Lazio, alle quali viene restituita la serie A con penalizzazione. Incredibilmente i rossoneri ritrovano anche la partecipazione alla Champions League. La Juventus, invece, rimane relegata in serie B con 17 punti di penalizzazione.
Leggendo il delirante dispositivo di sentenza si apprende stranamente che "è concettualmente ammissibile l'ottenimento di un vantaggio in classifica pur prescindendo dall'alterazione di una singola gara".>(3)

Lo scudetto dell’onestà. Moratti, grazie alla compiacenza dell'ultrà Guido Rossi, si vedono assegnare uno scudetto, quello 2005-2006, che non è mai stato oggetto di indagine e che la Juventus ha vinto sul campo con il siderale distacco di 15 punti.
Successivamente, la Juventus decide di preparare un ricorso al Tar del Lazio che, carte alla mano, definire un "capolavoro giuridico" è riduttivo. Preciso, circostanziato, e soprattutto nelle cifre, spietato. Tutto sembra deciso, si va al Tar. (…) Ma qualcuno a Roma comincia a spaventarsi e a credere che davvero la Juventus possa andare fino in fondo. Sarebbe una circostanza senza precedenti per il calcio italiano: in caso di accoglimento del ricorso, molto probabile a giudicare dalle dichiarazioni di illustri avvocati amministrativisti, i campionati avrebbero dovuto essere sospesi e i processi rifatti.>(4)

La stima del danno. Il ricorso al Tar (poi incredibilmente ritirato), racchiudeva quella che, finora, è l’unica stima ufficiale del danno che la Juve avrebbe subito in caso di penalizzazioni o, addirittura, di retrocessione Eccone uno stralcio: “La sola mancata partecipazione per due anni alle competizioni europee determina una mancato introito, e dunque un danno, che può essere valutato in circa 45 milioni di euro! Sulla base di questa prima ipotesi valutativa, si può ritenere che il danno economico complessivo che grava sulla Juventus per effetto delle sanzioni federali assommerebbe a circa 70 milioni di euro, (circa il 30 per cento del volume d’affari della Società) se la squadra fosse mantenuta in Serie A, mentre si incrementerebbe almeno a 130 milioni di euro (superiore al 60 per cento del volume d’affari) nel caso in cui la decisione della Corte Federale fosse integralmente applicata e la squadra fosse costretta a giocare in Serie B. Si tratta di restrizioni economiche senza precedenti, alle quali si aggiungono sanzioni più strettamente sportive di gravità altrettanto inedita, come la perdita di due titoli di Campione d’Italia (scudetto 2004-2005 e 2005-2006), caso mai verificatosi in tutta la storia centenaria del calcio italiano, in cui si ricorda una sola revoca di uno scudetto.” Vanno necessariamente aggiunti la perdita di numerosi sponsor (tra cui Tamoil), degli introiti derivati dalla Champions League di quell’anno e del successivo, la mancata partecipazione alle competizioni europee per almeno 2 stagioni, l’indiscutibile danno d’immagine di una delle società più gloriose del calcio mondiale. Provate voi a stimare un eventuale risarcimento danni…
L’Auricchio che dice di non sapere se il Milan controlli (direttamente o meno) qualche TV, dimenticando forse un’emittente chiamata Mediaset; e il potere mediatico della Juventus. Proprio così. Una delle accuse mosse a Moggi in sede penale (non si sta parlando di giochi per bambini, ma di processi veri, di reati penali!) riguarda l’asservimento dei media a Moggi e Giraudo. Ma sapete quale TV controllava la Juve, secondo le tesi dei Carabinieri? La7! Premesso che la TV in questione era di proprietà TELECOM, in una “compromettente” telefonata intercettata, Moggi chiedeva all’ex arbitro Baldas (moviolista al Processo di Biscardi) di essere generoso con la Juventus. Qualcuno ha idea degli ascolti medi della seconda serata di La7 nel 2004? Insomma, ci rendiamo conto di come il potere di Moggi possa, ancora una volta, essere ridimensionato e riportato alla realtà. (7)
Andy54, il 14 Settembre 2008, per la testata online www.ju29ro.com , scrive l’articolo: “Inter, Arbitri e Gazzetta, non così!” "L'Inter ringrazia". Notate qualche differenza con il trattamento riservato alla Juve? (…)>(11)
Avete mai visto un titolo tanto duro per errori contro la Juve (es: Reggina-Juve, arbitro Paparesta, 6/11/2004)? o per il gol di Maicon in Siena-Inter con 4-5 giocatori nerazzurri in fuorigioco (20/12/2008)?
Il famoso gol di Cannavaro in Juve-Parma del 7/05/2000 annullato da De Santis, invece, lo ricordano tutti: avete per caso rivisto se il calcio d'angolo da cui nasce il gol c'era effettivamente?
E si potrebbe continuare all'infinito...E per chi non ci crede o non ricorda, girano molti interessanti filmati in rete.
Certo, si trovano episodi a favore e contrari, è vero! Ma alcuni vengono nascosti ad arte.
Per fugare ogni dubbio, per essere assolutamente imparziali, non sarebbe meglio seguire le partite e lasciar stare quelle trasmissioni tv o quei giornali spesso così faziosi?
Intanto, le stesse omissioni ed esagerazioni che ci hanno ininterrottamente propinato per anni, hanno creato quel "sentimento popolare" che ha contribuito a spedirci in serie B.

La Gazzetta parte attiva nelle indagini contro la Juve. Ebbene, è successo anche questo. Non stiamo scherzando, né esagerando. La Gazzetta dello Sport (tra le altre cose, partner commerciale di FC Internazionale e quotidiano nazionale che più di tutti permise la creazione del “sentimento popolare” contro la Juve) si schierò apertamente contro la dirigenza bianconera. Tuttavia ci si chiede perché quella presa di posizione fosse così decisa, così circostanziata…. La risposta arriva dagli interrogatori di Auricchio e Di Laroni (altro agente della squadra dei ‘Magnifici 12’ che portarono avanti l’operazione): alcuni giornalisti collaborarono attivamente alle indagini dei Carabinieri.
Si sapeva che il Magg. Auricchio, come già detto, leggeva la Gazzetta dello Sport, e si serviva del quotidiano per redigere le informative e trovare i riscontri del proprio lavoro, ma dopo le deposizioni in aula degli agenti si scopre il ruolo del giornalista Galdi (non a caso inviato della Gazzetta a seguire il Processo di Napoli e autore di resoconti spesso parziali e vicini alle tesi dell’accusa).
Auricchio: Galdi era una fonte utile per le indagini sul mondo del calcio,[...]. Ho chiesto a Galdi delle informative e mi ha detto che la prima delle tre girava tra la stampa, senza essere preciso. [...] I contatti con Galdi sono iniziati dalla fine del 2003. Siamo amici e io l'ho anche utilizzato per apprendere notizie investigative nell'ambito delle indagini sul calcio. Mi chiamava frequentemente per tenermi informato su tutti i fatti che conosceva all'interno del mondo sportivo. Lo faceva perché era gratificato dal collaborare con gli investigatori. […] “
Di Laroni: Ho conoscito Galdi durante le indagini sulle fidejussioni presso la Procura di Roma. Durante le indagini per la procura di Napoli abbiamo utilizzato Galdi per chiedere informazioni sul calcio, soprattutto per cercare siti web che fossero utili per le indagini ma anche informazioni in genere. […]Mi chiamava frequentemente per chiedermi notizie sulle indagini; io lo chiamavo per avere le notizie che mi interessavano. Durante le redazione della seconda informativa noi cercavamo di comprendere le modalità del sorteggio arbitrale e io chiesi notizie al Galdi ed egli sulla casella istituzionale di posta del reparto mi inviò una mail che conteneva le norme in base alle quali i designatori avevano stabilito di fare i sorteggi. Io gli ho fatto per cortesia un ricorso avverso una sanzione per violazione al codice della strada. [..] Aggiungo che il Galdi, dopo la fuga di notizie, si lamentò con me ed il maggiore Auricchio del fatto che lui aveva fornito apporto alle indagini senza nulla ricevere, a differenza di alcuni suoi colleghi.
Perché non servirsi di fonti istituzionali per condurre le indagini?

Le informative rivelate alla stampa prima della chiusura delle indagini. Vizio tipicamente italiano. Ma con norme che lo vietano, responsabilità e sanzioni precise in merito. Tuttavia molto spesso non si riesce a risalire alla ‘manina’ che commette il reato; anche in questo caso, l’indagine sulla fuga di notizie è stata archiviata, in quanto non si è riusciti ad individuare con certezza i responsabili. Password cambiate, armadi dei documenti cartacei aperti nella caserma… Inoltre, grazie alle deposizioni dello stesso Auricchio, si può constatare certamente che molti giornalisti sapevano delle indagini in corso e molto frequentemente chiamavano per avere informazioni e novità scottanti (“Credo che il giornale Il romanista sia venuto per primo a conoscenza delle notizie. Tale giornale appartiene a Riccardo Luna che mi si dice avere rapporti con ambienti istituzionali." Auricchio, 22 maggio 2007)
Ciò che si sa con certezza è che, ancora una volta, fu la Gazzetta dello Sport a riportare per prima la notizia delle indagini dei CC su Moggi ed una sospetta “cupola” (6 maggio 2006: "Terremoto su Moggi. Si scopre un'informazione di garanzia da Napoli e un'altra è in arrivo. Un anno intero di pesanti intercettazioni è allo studio dei magistrati" ).
Forse lo scarso interesse penale, forse l’esigenza (di chi?) di evitare l’eventuale prescrizione dei ‘reati’ (rigorosamente tra virgolette) portò la sconosciuta talpa a rivelare le informative ancora segrete. Grazie a questa fuga di notizie, il materiale poteva quindi essere utilizzato dalla giustizia sportiva: il momento giusto, indubbiamente, venne scelto in modo attento e accurato (a fine campionato), dando la possibilità ai media di dare l’assist decisivo all’opinione pubblica antijuventina e ai tribunali sportivi di imbastire in fretta e furia quello spettacolo raccapricciante che fu chiamato Calciopoli e che, in soli 19 giorni, mandò la Juventus in serie B. (12)


JUVENTUS E PROCESSI

Ci verrebbe da dire: una storia infinita. E sia chiaro, nessuno qui vuole lamentarsi dell’operato delle magistrature italiane. Resta da chiarire, tuttavia, il motivo di un tale accanimento nei confronti di una società calcistica come la Juventus: è vero, chi è al potere è più esposto ai sospetti. Detto questo, un conto sono i titoli di giornale, le supposizioni…un altro conto è aprire un procedimento penale, con annesso costo da parte dello Stato e ore di lavoro dei magistrati che meglio farebbero ad occuparsi di questioni più importanti per la vita del Paese. Ripetiamo, non è una critica preventiva, anzi, è un’osservazione obiettiva che ognuno potrebbe fare a posteriori. Usiamo il condizionale perché se il cittadino medio non viene informato dei fatti, certamente la realtà viene distorta.

Il processo Doping. Era il 1998. Chi non ricorda le accuse di Zeman? Il procuratore Guariniello aprì un’indagine. Iniziò il processo. Si parlò di valori anomali (ben 2, sulle centinaia di controlli, statisticamente meno di quelli riscontrabili in una popolazione normale sana), si parlò di EPO. In primo grado, assolto Giraudo e colpevole il dr. Agricola. In appello, nel 2005, assolti entrambi. Il 29 marzo 2010, la Cassazione pose fine al dibattito: Juventus assolta in formula piena per doping (si dimostrò, insomma, che non si fece uso di EPO, né di altre sostanze vietate). Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura, ma ha anche dichiarato scaduti i termini di prescrizione del reato ponendo così fine al processo. Il ricorso per il reato di frode sportiva è stato accolto dalla Cassazione in quanto, pur non essendo all’epoca dei fatti ancora in vigore la legge sul doping (introdotta nel 2000), è stato ritenuto, differentemente da quanto espresso nella sentenza d’Appello, che le accuse in oggetto (ovvero la somministrazione eccessiva di farmaci) potessero comunque essere considerate come violazioni della legge del 1989 appunto sulla frode sportiva>.(13) Si ricorda, tuttavia, che la Cassazione non entra nel merito delle sentenze: ne consegue, al limite, che il processo si sarebbe dovuto rivedere sin dall’inizio.

Caso Cannavaro. Come dimenticare il famoso filmato della flebo, girato ai tempi in cui il giocatore militava nel Parma, trasmesso in TV (Rai) ovviamente mentre il difensore era già approdato a Torino? Bene, anche in quell’occasione la Juventus paradossalmente fu costretta a difendersi mediaticamente. In seguito, Cannavaro, entrato ormai nel “giro” dei presunti dopati, venne trovato positivo dopo l’assunzione di farmaci steroidei in seguito alla puntura di una vespa, regolarmente denunciato dai medici sociali. Il tribunale antidoping propose una squalifica per comportamento superficiale da parte dello staff sanitario bianconero, che si rivolse subito al Tas di Losanna; il Tas, che ha accolto il ricorso, in data 03 settembre 2010 ha assolto i due medici, e ha obbligato il CONI a risarcirli.(14)

Bilanci. I filoni di indagini sono addirittura due! Vedremo più avanti come tutte le altre squadre di punta del campionato italiano abbiano aggirato le leggi sul falso in bilancio, vedremo che tutte si siano avvalse del cosiddetto “decreto spalmadebiti”… e l’unica ad aver avuto sempre i bilanci in pareggio è sempre stata la Juve, senza nemmeno avere aiuti societari, ma soltanto grazie all’abilità dei due dirigenti Moggi e Giraudo. Ecco i risultati:
  • 24/11/2009 “Processo per le plusvalenze, assolta la Triade. I pm avevano chiesto tre anni per Moggi e Giraudo, due per Bettega: giudicati non colpevoli perchè «il fatto non sussiste» (15)
  • 14/09/2010 “Inchiesta sulle violazioni fiscali. Prosciolti Blanc e Cobolli Gigli. Archiviato il caso sulle provvigioni degli agenti. Anche per la Triade.”(16) La pratica in questione viene sistematicamente effettuata allo stesso modo da tutte le società professionistiche. Ma la Juventus doveva subire anche questo processo…
Caso Paparesta. “Calciopoli, archiviata la posizione di Paparesta: un altro innocente nell’inchiesta calciopoli”(17). Lo stesso Paparesta ha smentito di essere stato rinchiuso nei famosi spogliatoi; a riguardo, nessun referto dei commissari, della squadra avversaria, delle forze dell’ordine presenti…tutti hanno solo confermato di aver sentito Moggi protestare al termine dell’incontro (si ricorda che era concesso ai dirigenti autorizzati entrare negli spogliatoi 20 minuti prima dell’inizio della gara e dopo la partita…non durante, come facevano altri, ed era lecito, anzi, gradito, fare regali agli arbitri quali gadget o maglie). Ma tutti hanno smentito la sola e unica telefonata di Moggi in cui millantava di aver chiuso l’arbitro (e addirittura di aver portato con sé la chiave!). C’è persino una sentenza del tribunale di Reggio Calabria che smentisce l’accaduto.

Caso Lecce-Parma. Cosa c’entra, direte voi. Risposta: risulta essere un illecito contestato alla cupola (potremmo ormai, ironicamente affermare che la temibile organizzazione fosse costituita dai soli Moggi, Giraudo, Bergamo e De Santis, quest’ultimo a tempi alterni), relativamente alla salvezza della Fiorentina (non possiamo non segnalarvi questo link: http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1017-canossa-sta-almeno-a-200-km-da-torino-1.html ) . Inoltre: la domanda è infondata, non viene accolta.>(18) . Un altro tassello smontato…

Sorteggi arbitrali. In attesa che il filone venga esaurito anche dal Tribunale di Napoli (sfilano settimanalmente giornalisti e notai che ne attestano la regolarità), c’è già la sentenza che sancisce che i sorteggi erano svolti nel totale rispetto delle regole (19). In barba al titolone della Gazzetta del 07/11/2009 “Così truccavamo i sorteggi”. Ah, i sorteggi erano pubblici. Moggi conosceva gli arbitri dopo il sorteggio e non prima degli altri…semplicemente i Carabinieri hanno “attenzionato” solo la sua utenza! Anzi, hanno ritenuto rilevanti solo le sue telefonate.

Il processo GEA. L’accusa è di associazione a delinquere, per i Moggi, padre e figlio, Davide Lippi e altri.
In primo grado è già caduta l’associazione a delinquere ed è rimasto il reato di violenza privata (i Moggi rischiano circa 1 anno di reclusione). Il processo è ancora in corso; in ogni caso, è caduto il capo di imputazione che avrebbero voluto le altre squadre ed i giornali, e rimangono solo reati “personali”fr.

Il processo di Napoli. Ne parleremo tra poco. È l’attualità con la ‘A’ maiuscola. È il processo sull’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Giraudo, come sappiamo, ha scelto il rito abbreviato (strategia? impegni lavorativi?), ma all’Appello le sorprese saranno molte…E leggendo queste poche righe sarete più informati di tutti i nostri amici/nemici di altra fede calcistica che parlano, molto spesso, a sproposito.


GLI SCANDALI ALTRUI

Se è vero che la Juventus ha dovuto subire numerosi processi, sempre terminati con l’assoluzione o l’archiviazione dei casi, ben più gravi sono i reati (e non gli illeciti) commessi nel corso degli ultimi anni dai nostri rivali, senza però ricevere lo stesso trattamento e, soprattutto, la stessa punizione. Terremo conto solo di alcune squadre (Inter, Milan, Roma), che per ragioni storiche ci interessano maggiormente ma, per motivi di spazio, siamo costretti a tralasciare alcuni episodi che li riguardano (campionati del 1910, 1929, ecc..) o che riguardano altre società (Lazio, Fiorentina, Parma,…).
Il contenuto e la struttura del paragrafo che segue si basano sull’articolo di Dr.Zoidberg “Trova le differenze/1” del 4 luglio 2007, pubblicato sul sito ju29ro.com,(20) con alcune importanti integrazioni e news.
Bilanci – Milan. 190 miliardi di fondi neri ai calciatori (1992-97): tutto in prescrizione grazie alla nuova legge sul falso in bilancio ideata da Berlusconi (3 agosto 2001).
Caso Lentini (1992). 10 miliardi in nero. Per metà stagione 1991/92 Berlusconi è padrone di due squadre (Milan e Torino): tutto in prescrizione.
2002/03. Viene concesso ai rossoneri di chiudere il disastrato bilancio il 31 dicembre in luogo del canonico 30 giugno.
Bilanci – Inter. Fidejussione onorata in ritardo (2002). La Federcalcio concede all’Inter di “chiuderla” al 31 marzo, anziché al 31 dicembre. In pratica, mentre le altre squadre portano le credenziali per iscriversi al campionato successivo, l’Inter chiude l’iter per iscriversi al precedente.
Bilanci – Roma. Fidejussione sulla carta del formaggio (2003). Tra l’altro presentata fuori tempo massimo. Il Cosenza, per lo stesso motivo, viene fatto fallire. Evitiamo di parlare del recente fallimento della società giallorossa, la cui gestione, attualmente, è stata affidata ad Unicredit, cui Italpetroli della fam. Sensi doveva 325 mln di euro.
Plusvalenze gonfiate - Milan e Inter. (1999-2005) Come fare per sistemare i bilanci ed essere in regola con i parametri richiesti per l’iscrizione al campionato? Semplice, adottando il sistema delle plusvalenze fittizie. Una plusvalenza si ottiene cedendo un giocatore ad un valore superiore alla cifra cui venne acquistato. Fittizia perchè se cedo un calciatore a 20 mln, il cui valore reale è, per esempio, 1mln di euro, sistemo il bilancio. L’altra squadra non vuole certo fare beneficenza: scambia, così, un altro calciatore di scarso valore alla stessa cifra (plusvalenza fittizia incrociata): perché? Semplice! Al contrario dei guadagni, i costi sostenuti non incidono direttamente sull’esercizio in corso, ma vengono ammortizzati, ovvero ripartiti, in più esercizi. Il costo dei calciatori, nello specifico, viene ammortizzato per un periodo pari alla durata del contratto stipulato.
Quindi, se cedendo un mio calciatore realizzo 20, acquistandone un altro perdo solo 4, almeno in relazione alla stagione in corso. Il metodo delle plusvalenze “fittizie incrociate” è però un arma a doppio taglio. Se vi si ricorre una sola volta non crea problemi, se invece diventa un’abitudine i rischi sono moltissimi. Le società calcistiche del nostro campionato (ad eccezione della Juventus e di poche altre) per ovviare alle perdite di bilancio, non hanno intrapreso un programma di contenimento dei costi ma hanno fatto ricorso al sistema delle plusvalenze, gravandosi ogni anno di aggiuntive quote di ammortamento. Per citare un caso concreto, nel 2002 l’Inter ha realizzato 102 di milioni di plusvalenze ma ha iscritto a bilancio ammortamenti per 108 milioni. E questo di fronte a un ricavo d’esercizio di 125 milioni! Quindi, i ricavi di 125 milioni sono serviti appena per coprire la spropositata quota di ammortamenti generatasi nei pochi anni in cui si è fatto ricorso al sistema che abbiamo appena analizzato. Come l’Inter, anche molte altre società italiane si sono trovate con esposizioni debitorie enormi dovute all’uso scriteriato di questo meccanismo. Basti pensare che, nel 1998, le plusvalenze da cessione costituivano il 31% dei ricavi complessivi, per salire al 71% solo un anno più tardi. Una situazione che avrebbe portato al collasso completo del nostro calcio se non fosse intervenuto, nel 2003, il famigerato “Decreto Salvacalcio”.
Grandi protagoniste del “sistema” sono state Inter e Milan. Nel luglio del 2002 il terzino Francesco Coco, ceduto all’Inter per 29 milioni di euro, ha assicurato ai concittadini rossoneri una plusvalenza di 28,8. Percorso inverso per il centrocampista Clarence Seedorf che ha lasciato i nerazzurri per la stessa cifra. Molti altri calciatori hanno cambiato sponda, facendo nascere sospetti: Ginestra, Bogani, Cordone, Bonura, Polizzano, Di Sauro. Ogni scambio ha fruttato plusvalenze tra i 3,5 e i 5,5 milioni di euro. L’Inter, che dal 1997/98 al 2004/05 ha ottenuto ben 400 milioni di euro in plusvalenze, è riuscita a cedere, nel 2001, Macellari al Bologna per 12 milioni di euro! (21)
Caso Brunelli (2006). Plusvalenza selvaggia per uno sconosciuto ragazzino. Firma falsa per siglare il contratto appena in tempo per chiudere il bilancio (il calciatore era in Sardegna).
Plusvalenze gonfiate – Roma. (2000-2004). Al bilancio chiuso il 30 giugno 2002 vengono iscritti 95,3 milioni di plusvalenze, derivate dalla cessione dei seguenti campionissimi: Marco Amelia, Cesare Bovo, Franco Brienza (all’epoca sconosciuti), Simone Casavola, Daniele Cennicola, Daniele De Vezze, Giuseppe Di Masi, Simone Farina, Alberto Fontana, Gianmarco Frezza, Armando Guastella, Daniele Martinetti, Giordano Meloni, Matteo Napoli, Simone Paoletti, Manuel Parla, Marco Quadrini, Cristian Ranalli, Fabio Tinazzi, Alfredo Vitolo.

Legge Spalmadebiti (2003): il calcio italiano, nell’autunno del 2002, si trova sull’orlo del baratro. Solamente Juventus, Bologna e qualche società di minor livello possono dichiararsi “in salute”, tutte le altre sono in una situazione prefallimentare. I presidenti, spaventati, corrono in Parlamento. Il 27 febbraio 2003 nasce la famigerata legge, definita “spalmadebiti” o, meglio, “Salvacalcio”, che permette di ricalcolare il valore del patrimonio calciatori, cioè consente di “svalutarlo”. L’unico metodo per ammortizzare i costi dei cartellini e degli ingaggi dei calciatori (costi che si aggiungono alle altre esigenze di gestione) è ridurre il patrimonio calciatori, in modo da pagare annualmente quote più basse di ammortamento. Un’operazione consentita, anzi obbligatoria, ma che nessuno ha mai fatto. Tuttavia, se opero una corretta svalutazione si generano delle perdite: grazie alla Legge Salvacalcio le società svalutano il loro patrimonio e la perdita che ne consegue viene “spalmata” in dieci anni, al posto che pesare tutta e una volta sola su un singolo bilancio di esercizio (come indicato dal Codice Civile).
In questo modo chi ha fatto il furbo con le plusvalenze se la cava con un buffetto sulla guancia. Chi invece si è comportato correttamente rimane con un pugno di mosche: basti pensare alle quattro squadre di Roma e Milano che hanno complessivamente operato svalutazioni per ben 900 milioni di euro i quali, se iscritti ad un solo bilancio, avrebbero sancito il fallimento delle stesse.
Le cifre sono da capogiro: l’Inter, che prima dell’entrata in vigore della Salvacalcio sosteneva di avere un patrimonio calciatori di 357 milioni di euro, dopo si ritrova con un patrimonio di soli 38 milioni. Magia. Una differenza record di 319,39 milioni. Al secondo posto il Milan, che ha abbattuto il patrimonio per 242 milioni, a seguire la Lazio con 212,91, infine la Roma con 133,6. Poi molte altre società minori che non giungono però a queste stratosferiche somme. Come è noto la Juventus NON si è avvalsa della Legge.
Tuttavia, la Legge 27 viola il Codice Civile italiano e la IV Direttiva Cee. Il 14 marzo 2005 il commissario europeo sulla concorrenza, Mario Monti, boccia irrevocabilmente la Legge, deferendo l’Italia per infrazione: il decreto spalmadebiti, trovata della politica italiana per salvare nella stagione 2003 quattordici club di serie A e B dal fallimento, viola la direttiva comunitaria sul bilancio di esercizio e sul bilancio consolidato, regole di contabilità generale.
Va ricordato ancora una volta che la Salvacalcio è stata emanata dal governo Berlusconi (incidentalmente proprietario del Milan, di tre televisioni che trasmettono calcio, dell’agenzia pubblicitaria che si occupa della Nazionale italiana e “capo” di Adriano Galliani, sempre incidentalmente presidente di Lega) e fortemente voluta dal suo amico Franco Carraro, presidente di Federcalcio nonché di Mcc, ovvero la Banca d’affari del gruppo Capitalia, la quale ha “prestato” molti soldi ad alcune squadre di serie A. (22)

Vendita del marchio: annullati gli effetti della legge spalmadebiti, si passa subito ad un nuovo artificio contabile, la vendita del marchio a se stessi, che ha consentito un risparmio di 181,3 milioni di euro al Milan, 159 all’Inter e 95,36 alla Lazio. Identico percorso è stato seguito anche da Roma, Sampdoria e da altre squadre minori dei nostri campionati. Nel mondo del pallone, le società che acquistano il marchio sono entità giuridiche appositamente create e possedute dai club cessionari. Il denaro che la società controllata versa a quella che cede il marchio proviene, in realtà, da un prestito bancario. In questo modo la società cessionaria si trova a pagare ogni anno la quota capitale del prestito, più la conseguente quota interessi. Tutto questo giro di denaro non è altro che un prestito bancario mascherato, il quale consente alle società in difficoltà di spalmare per l’ennesima volta i debiti in più esercizi. Nelle righe che seguono (dati tratti da Il Sole 24 Ore, 4/11/2006) sono indicati il valore della vendita, il nome della società controllata e la data della cessione: Milan: 183,7 – Milan Entertainment srl (30sett05), Inter: 158 – Inter Brand srl (29dic05), Roma: 125 – Soccer sas (21nov06), Lazio: 95,4 – Lazio Marketing & Communication spa (29set06).
Ancora una volta, come nel caso della spalma-ammortamenti, non appare la Juventus la quale ha provveduto con la sua gestione a far quadrare i conti. Ma ciò cha fa più pensare, è il . “Simpatico” il caso dell’Inter che è riuscita a vendere il marchio a se stessa, darlo contemporaneamente in pegno ad una banca e filtrare il tutto attraverso una holding all’uopo costituita. Infine i nerazzurri, grazie all’abile lavoro di Guido Rossi, si fanno beffe della severità Covisoc, iscrivendosi senza problemi al campionato 2006/07, quello che segue alle sentenze di Calciopoli…sapevate che le iscrizioni a quel campionato di Milan e Inter erano state inizialmente rifiutate? (23)
Intervenne anche la Giustizia Sportiva e chiuse con sanzioni pecuniarie il processo sportivo per il presunto falso in bilancio di Milan, Inter e altre squadre. Le società in questione si sono avvalse dell’art. 23 del Codice di Giustizia Sportiva (CGS), secondo il quale i soggetti possono accordarsi con la Procura Federale prima che termini la fase dibattimentale di primo grado, per chiedere all’Organo Giudicante l’applicazione di una sanzione ridotta. In pratica, un ammissione con annesso patteggiamento. (24)

Passaporti falsi – Milan. Caso Dida. 1 miliardo di multa, squalifica di 4 mesi al giocatore, che viene ceduto in prestito.
Passaporti falsi – Inter. Caso Recoba (1999). 1997: per 7 miliardi di lire l’Inter acquista dal Nacional di Montevideo il calciatore uruguaiano Alvaro Recoba, (…) ma c’è un problema: Recoba è extracomunitario e la rosa dell’Inter ne conta già cinque, tanti quanti ne permette il regolamento: Simic, Jugovic, Ronaldo, Cordoba e Mutu. La soluzione arriva il 12 settembre 1999, a poco più di due mesi dal suo ritorno a Milano (da Venezia, ndr), Recoba ottiene l’agognato passaporto comunitario. (…) Al termine della stagione 99/00, Recoba ottiene da Moratti un faraonico rinnovo, ben oltre il miliardo e duecento milioni fino ad allora percepiti. Un contratto, a dire il vero, mai visto prima: 15 miliardi l’anno>.
Nel 2000, vengono trovati molti calciatori del nostro campionato in possesso di documenti fasulli e il fenomeno sembra essere assai diffuso.< È il cosiddetto scandalo di “Passaportopoli”, nella cui rete finiscono sette società (Inter, Lazio, Roma, Milan, Udinese, Vicenza, Sampdoria), 14 giocatori (tra cui Recoba, Veron, Fabio Junior, Bartelt, Dida) e quindici dirigenti (Oriali, Ghelfi, Baldini, Cragnotti, Governato, Pulici, Pozzo, Marcatti, Marino, ecc). L’Inter ne viene ufficialmente coinvolta il 30 gennaio 2001, quando il pm di Udine, Paolo Alessio Vernì, ordina un’ispezione nella sede della società e nell’abitazione milanese di Recoba: anche il suo passaporto risulta contraffatto. (…) Il pm di Roma, Silverio Piro, che conduce le indagini sulla vicenda (…) afferma che il dirigente interista Oriali, su suggerimento del consulente della Roma, Franco Baldini, si è messo in contatto con un misterioso faccendiere il quale lo ha aiutato nell’ottenimento del documento. (…) La risposta è una sola: il passaporto è falso. Ma non solo, la dirigenza dell’Inter era pienamente consapevole del percorso fraudolento che stavano per intraprendere, dal momento che non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane. (…) L’Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed essere sanzionata di un punto per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario. Il totale ammonterebbe all’enorme cifra di 56 punti, con la conseguente retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). Ma c’è una scappatoia, alla quale più di tutti sta lavorando Galliani, l’amministratore delegato del Milan: la riforma dell’articolo delle norme federali che limita l’impiego dei calciatori extracomunitari. Una modifica della regola comporterebbe un’attenuazione molto sostanziosa delle pene. (…) Moratti si schiera con Galliani (altri tempi…) e rilascia una dichiarazione che, col senno di poi, si rivela incredibilmente comica: «Se squalificano Recoba e poi la giustizia ordinaria lo assolve, chi ci restituisce squalifiche e penalizzazioni?» Allo scoppio di Calciopoli, invece, nessuno ha atteso il concludersi dell’iter giudiziario: le sentenze sono state emesse in due settimane. E se la giustizia ordinaria assolve Moggi e Giraudo, chi restituisce alla Juventus la serie A e gli scudetti?). (…) A sei giornate dalla fine del campionato e nonostante la strenua opposizione dell’Associazione Calciatori presieduta da Campana, arriva la modifica della norma sul tesseramento e sull’impiego degli extracomunitari. E pazienza se le regole vengono cambiate in corsa, con Roma e Juventus a contendersi lo scudetto punto su punto. Ormai è chiaro che tutto sta per passare in cavalleria: (…) il 27 giugno arrivano le sentenze, che confermano le previsioni della vigilia. Squalifiche solo ai calciatori, alle società un buffetto sulla guancia (leggi ammende pecuniarie). L’Inter se la cava con una multa di due miliardi, Recoba e Oriali sono squalificati per un anno, Franco Baldini per nove mesi. Ovviamente assolto l’amministratore delegato nerazzurro Rinaldo Ghelfi, al quale era stata addebitata la responsabilità diretta. In questo modo sono scongiurate le tanto temute penalizzazioni in classifica. (…) I lamenti interisti funzionano e, ad ottobre, la Camera di Conciliazione del Coni dà l’ultima pennellata al quadretto, riducendo la squalifica di Recoba a 4 mesi (il quale la sconta per metà in estate), quella di Oriali a 6 e abbassando l’ammenda alla società a un miliardo e quattrocento milioni. Ma manca ancora il responso della giustizia ordinaria per mettere la parola fine alla vicenda. Il 25 maggio 2006, sette anni dopo il fatto contestato, il Tribunale di Udine condanna Oriali e Recoba, i quali ammettono la falsificazione dei documenti (spunta anche una patente “taroccata” del calciatore) e patteggiano la pena: ANSA – Il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe Lombardi ha accolto la richiesta di patteggiamento dell'attaccante uruguayano Alvaro Recoba dell'Inter e del dirigente nerazzurro Gabriele Oriali, infliggendo la pena di sei mesi di reclusione ciascuno (sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e ricettazione nell'ambito dell'inchiesta sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che non avevano antenati in Europa.
(…) Dopo la condanna del Tribunale di Udine, alcuni tifosi della Juventus si accorgono di un dettaglio della storia colpevolmente trascurato. Ciò costituirebbe un nuovo elemento di indagine tale da poter condurre alla riapertura del procedimento disciplinare, secondo l’articolo 18 comma 3 del Codice di Giustizia Sportiva. Ma nessuno ha voglia di sporcarsi le mani e di andare contro ai nuovi padroni del calcio italiano dopo la farsa di Calciopoli, Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera.
Il 26 luglio, durante un telegiornale Rai viene annunciato che, in seguito alle sentenze d Calciopoli, lo scudetto 2005/06 è stato assegnato all’Inter. Per raccogliere le reazioni dell’ambiente nerazzurro si apre un collegamento con Brunico, dove la squadra sta per disputare un’amichevole. A rispondere alle domande dell’inviato c’è Gabriele Oriali, il quale parla di “scudetto dell’onestà”. Proprio quell’Oriali che due mesi prima ha patteggiato la pena per truffa e ricettazione… Senza vergogna.> (25)

Campionati irregolari – Inter. Caso Genoa-Inter 2-3 (1983). Partita biscotto rovinata da un inaspettato gol di Bagni a 3 minuti dalla fine; compagni di squadra e avversari perplessi e ammutoliti.
Caso MilitoMotta (2010). Il 21 maggio 2009, Inter e Genoa trovarono l’accordo per il passaggio di Thiago Motta e Milito dalla compagine ligure alla squadra meneghina. Il fatto è che Preziosi, al momento della trattativa, era inibito. Si contesta ai due presidenti, infatti, un incontro, subito sbandierato da entrambi (solo in un secondo tempo maldestramente ritrattato da Moratti, reo, per questo, di “testimonianza non attendibile” di fronte al Procuratore Federale Palazzi), in cui, di fatto, si definì l’accordo tra le parti. Più di un anno dopo, gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto". (…) Non solo trasferimenti da invalidare, c'è una norma del Codice di Giustizia Sportiva (quella riportata all'art. 17.8) che sanziona con dei punti di penalità irregolarità come quella accertata a carico dell'Inter di Moratti: per questo, regolamenti alla mano, nell'ultimo campionato ha fatto più punti la Roma di Ranieri e Rosella Sensi che l'Inter di Mourinho e Massimo Moratti.> (26)
Ecco come è andata: 3 mesi di inibizione a Massimo Moratti, 6 a Enrico Preziosi, 45.000 € di multa alla società Internazionale Milano…nessun’altra penalizzazione.
Partite sospette – Roma. Tentata corruzione dell’arbitro Vautrot prima di Roma-Dundee di Coppa dei Campioni (1984). Squalifica di un anno dalle coppe convertita in multa di 168 milioni.
Regole cambiate in corsa (2001). A 3 giorni dalla partita decisiva per lo scudetto vengono cambiate le regole sull’utilizzo degli extracomunitari. La Juve dei potentissimi Moggi e Giraudo si oppone, ma non ottiene nulla. La Roma schiera così l’extracomunitario Nakata, che risulta decisivo (sigla il gol del 2-2 finale).

Doping - Inter. Kallon trovato positivo al nandrolone (2003). Tutti gli altri casi si erano concentrati nel 2001, facendo sospettare integratori “fallati”. Il caso di Kallon è isolato (due anni dopo), quegli integratori non erano più in commercio. Georgatos rivela di essere stato testimone di strane pratiche farmacologiche all’interno dello spogliatoio interista (2006). Nessun indagine.
Doping – Milan. Gattuso, Seedorf e altri 3 milanisti (5 su 15 rifiuti totali….) si rifiutano di sottoporsi ai controlli incrociati (5 e 20 marzo 2005), voluti, tra gli altri, da Galliani stesso e introdotti un anno prima. Le loro giustificazioni (non sussistevano condizioni igieniche adeguate) vengono completamente sconfessate dai responsabili dei laboratori antidoping: in un comunicato ufficiale il presidente della Federmedici sportivi, Maurizio Casasco, sconfessa le giustificazioni addotte dai rossoneri: Gattuso non è mai entrato nel locale del prelievo ematico ma solo nel locale predisposto per la raccolta del campione di urina. (…) I medici sportivi non trattano gli atleti come “animali”, ma esercitano il loro ruolo con sensibilità e serietà professionale. Pertanto non è giustificabile che per giustificare una decisione, peraltro legittima, si facciano affermazioni prive di verità e se ne attribuisca la colpa al comportamento dei medici.
Nonostante i proclami di Galliani e le promesse di Carraro, Gattuso e Pancaro non vengono esclusi dalle convocazioni per la Nazionale. Inoltre, il centrocampista del Milan, che è consigliere dell’Aic (Associazione Italiana Calciatore) sembra aver dimenticato di essersi battuto per l’introduzione della nuova metodologia di controllo, come conferma l’impegno preso di fronte a Campana. (27) Nessuno indaga sulla vicenda.
Borriello positivo all’antidoping per due corticosteroidi (2006). La giustificazione della pomata vaginale della fidanzata non regge (un così piccolo quantitativo non può causare positività ai controlli). Dove ha assunto quelle sostanze il calciatore? Per lui tre mesi di squalifica.

Spionaggio – Inter. Pedinamenti di De Santis, Vieri, Jugovic. Telefoni della Juventus spiati. un articolo a firma Gian Marco Chiocci dal titolo "Spiato l’arbitro De Santis: dossier sulla sua vita privata", dove si legge: "Si chiama «Operazione Ladroni» il voluminoso rapporto riservato sulla giacchetta nera Massimo De Santis...", "...sospettano che a richiedere accertamenti sui legami fra Moggi, De Santis e Fabiani fosse stata proprio l’Inter". (…) Il 22 giugno 2006, il tenente dei carabinieri Piero Vincenti, interroga Caterina Plateo dipendente Telecom e segretaria di A. Bove (security TIM, suicidatosi in circostanze misteriose il 21 luglio 2006). Afferma: "La documentazione che mi mostrate è relativa agli sviluppi del traffico in entrata e in uscita su utenze telefoniche intestate a FIGC, Ceniccola, Football Management, Juventus F.C., Gea World. Mi sono stati richiesti come al solito da Adamo Bove in data 11-2-2003 e dopo la mia elaborazione sono allo stesso stati consegnati. Non so che uso ne abbia fatto e la dicitura "pratica Como" era un promemoria solo a lui noto".
Il 31 agosto 2006 il patron dell'Inter Massimo Moratti, in un'intervista concessa a Claudio Sabelli Fioretti, ammette di aver commissionato un'indagine sul conto di De Santis. Sempre Moratti in un'intervista con Beccantini de La Stampa (settembre 2006) ripete: " Le rispondo come risposi a Claudio Sabelli Fioretti: un tizio si offrì di farlo. Era in contatto con persone del ministero presso il quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle informazioni. Risultato: zero su tutta la linea". (…) La Gazzetta afferma che il 19 marzo 2007 la Procura di Milano ha inviato alla FIGC la documentazione relativa all'affare Tavaroli-Inter-Telecom.
Il 22 giugno 2007 la FIGC emette un comunicato stampa in cui si dice che la Procura federale (Palazzi) in seguito a numerosi articoli di stampa che riferivano di comportamenti di dirigenti dall'Inter verso soggetti tesserati della FIGC non aveva riscontrato rilievi disciplinari. Lo scarno comunicato stampa recita: "Il Procuratore federale, esaminata la relazione dell’ufficio Indagini sugli accertamenti richiesti dalla Procura federale (…)ha disposto l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte(…).Nonostante le carte inviate dal tribunale di Milano, Palazzi archivia il caso. Per lui i dirigenti dell'Inter non hanno commesso alcun illecito. La vicenda sportiva sembra chiusa, quella penale segue invece un'altra strada, con tempi e modalità sensibilmente difformi da quelli sportivi. Il 28 maggio 2010, il GUP Panasiti, che si occupa dell'udienza preliminare del caso Telecom, emette una sentenza difforme rispetto alle richieste dei PM: gli inquisiti non sono colpevoli di appropriazione indebita, non agirono come schegge impazzite, ma secondo direttive conosciute dal management.
Nelle motivazioni pubblicate il 14 giugno si legge: "Che Ghioni avesse agito di sua iniziativa è palesemente inverosimile, che Tavaroli gestisse pratiche di quel genere nel suo interesse è parimenti altamente improbabile. La ricostruzione degli avvenimenti fornita dai pm e da Telecom e Pirelli è risultata nettamente smentita dall'incartamento processuale. Le due aziende sono pervenute a una sostanziale accettazione delle contestazioni accedendo all'applicazione delle sanzioni pecuniarie." "Telecom e Pirelli erano perfettamente consapevoli delle fatture emesse da società estere per un'attività che era formalmente devoluta all'esecuzione di ben individuati, immutevoli e ben conosciuti personaggi come Cipriani e Bernardini". "I bilanci sono stati approvati regolarmente secondo i meccanismi gerarchici fino ad arrivare ai consigli di amministrazione. In questi sedevano il presidente Marco Tronchetti Provera e l'amministratore delegato Carlo Buora. Bilanci approvati senza alcun rilievo di sorta".
Appare evidente che la fretta di Palazzi nel procedere all'archiviazione non si concilia affatto con la decisione recente del GUP Panasiti. Analizzando gli stessi documenti, la dottoressa Panasiti ha ritenuto non estranei all'attività di spionaggio i vertici Telecom, Tronchetti Provera e Carlo Buora in primis. Uno dei due (Panasiti o Palazzi) è evidentemente in errore. E, a scanso di equivoci, noi ci fidiamo dei giudici dei tribunale dello Stato, quelli istituiti dalla Carta Costituzionale.> (28) Avete ancora dei dubbi?


IL PROCESSO DI NAPOLI

L’intera sezione è ‘in divenire’. Il processo in corso alla IX sezione penale del Tribunale di Napoli non è ancora terminato, almeno nel momento in cui stiamo scrivendo. Consigliamo caldamente tutti voi di seguire gli sviluppi e di leggere le sentenze: ogni aggiornamento verrà fedelmente pubblicato sui siti che troverete nella sezione ‘Link’.

La cupola simile a mafia e P2. In data 10 luglio 2007, dei 48 indagati, i Pm partenopei Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci hanno chiesto 37 rinvii a giudizio (per gli altri, la procura ha chiesto l'archiviazione per insufficienza di prove). Dopo il primo pronunciamento (02/10/2008), i rinviati a giudizio sono rimasti 24 (esclusi persino Ghirelli e Carraro, rispettivamente segretario e presidente FIGC). L'accusa è di frode sportiva, ma per alcuni imputati c'è l'aggiunta del reato di associazione a delinquere. L'ipotesi è che avrebbero messo in piedi un’organizzazione (Narducci dice addirittura ‘con finalità segrete’, tanto da essere apostrofata, da alcuni giornalisti, come ‘simile a mafia e P2’), con l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi nel ruolo di principale promotore, che governava di fatto il mondo del pallone e alterava l'esito delle partite (i Pm ne hanno individuate 29 in serie A). (29), (30)

Giraudo e gli illeciti che già non esistono più. Il 14 dicembre 2009, le prime sentenze, per gli indagati che hanno scelto il rito abbreviato. Non significa patteggiamento, non significa confessione. La giustizia italiana prevede, infatti, che l’imputato scelga di non andare incontro alla fase dibattimentale del primo grado di giustizia, difendendosi, grazie ai propri legali, dalle accuse dei Pm senza poter avvalersi di testimoni o ulteriori elementi. La condanna è stata di 3 anni di reclusione per l’ex Amministratore Delegato della Juventus Antonio Giraudo. Il rito abbreviato può essere stato un errore difensivo? Una strategia? Sappiamo solo che non è finita qui. In appello, infatti, si potrà ribaltare la sentenza, alla luce delle novità emerse successivamente nel corso del processo. E non appare nemmeno tanto improbabile, anche in virtù delle motivazioni (scusate il commento, a dir poco assurde) che ha addotto il Giudice De Gregorio. Tre le partite contestate:
  • Udinese-Brescia 26 settembre 2004 arbitrata da Dattilo. Già archiviata addirittura ai tempi della sentenza sportiva! In questo incontro, precedente a Udinese-Juventus, l'arbitro aveva espulso Jankulovski e ammonito Pinzi, Muntari e Di Michele. Il tutto, secondo gli inquirenti, in maniera fraudolenta. Peccato che i tre giocatori ammoniti non fossero diffidati e giocarono contro la Juve! Jankulovski, espulso giustamente per un pugno sferrato a un avversario, fu protagonista della mega-rissa scatenatasi negli ultimi minuti della partita, e la segnalazione dell’infrazione avvenne su segnalazione del guardalinee, a cui non viene imputato assolutamente nulla! Per quella rissa, Dattilo avrebbe potuto espellere metà squadra, ma non lo fece. Al termine della partita, in una delle pochissime telefonate in cui compare Giraudo (delle circa 180.000 totali) l’AD esclama all’amico Moggi: "Se è sveglio gli fa fuori mezza squadra..." frase, ripetiamo, detta a posteriori. Molti giornali scrissero che risaliva al giorno prima del match!
  • Juventus-Udinese 13 febbraio 2005 arbitrata da Rodomonti. Il Milan si era avvicinato parecchio in classifica, anche grazie ad alcuni favori arbitrali. La dirigenza juventina credeva forse di essere in una posizione di debolezza nei confronti del suo avversario. Moggi e Giraudo, quindi, decidono di organizzare un incontro con Pairetto per potergli presentare i problemi. Moggi dice chiaramente al collega (telefonate fatte prima della partita): " Qui siamo arrivati al punto che nel dubbio ci dan, nel dubbio puoi dare a favore o contro, qui nel dubbio dai sempre contro (…)" a ribadire la richiesta di equità, e non la posizione di vantaggio e la richiesta di favori. Ci sarà, poco dopo, la famosa telefonata delle griglie tra Bergamo e Moggi. E come va a finire la telefonata delle griglie? Che alla fine viene designato un arbitro che Moggi nella "sua" griglia non aveva messo: Rodomonti. Ma dove starebbe la frode di Giraudo?
  • Juventus-Lazio 5 dicembre 2004 arbitrata da Dondarini. Termina 2-1 per la Juve. Non ci sono grossi episodi arbitrali, anche se gli inquirenti, per analizzare la partita obiettivamente, scelgono di far riferimento al sito Internet della Lazio. Telefonate di Giraudo? Nessuna. Prima della partita c'è una cena, tra dirigenti juventini e designatori, con regali di Natale per loro. Una cena che non costituisce violazione di alcun regolamento (come ha ribadito Bergamo molte volte “Facchetti era quello che è venuto più spesso a casa mia”. Ripetiamo, nessun illecito!). Per la partita viene designato Dondarini, e Moggi, come spesso faceva, dimostra di conoscere già i nomi degli arbitri designati. Come già scritto, il sorteggio era pubblico e tali nomi gli potevano essere stati riferiti da giornalisti presenti al sorteggio, se non addirittura in alcuni casi pervenuti a mezzo stampa, come per tutti. Ma Giraudo?(31)

L’inizio delle udienze. Il 19 maggio 2009 parte finalmente l’atteso processo di Napoli: si avvicenderanno 50 testimoni dell’accusa (portati dai Pm con l’intenzione di scovare, una volta per tutte, le prove che incastrino la ‘cupola’) e 50 della difesa (in particolare quelli che proporranno Bergamo, Pairetto, Moggi e De Santis). Le deposizioni possono essere lette integralmente sul sito ju29ro.com, nella sezione Download, dove sono presenti anche le sentenze dei processi sostenuti dalla Juventus, gli arbitrati, i ricorsi al Tar, gli interrogatori dei carabinieri, gli specchietti delle sim svizzere, i codici: tutto in versione integrale, senza censure, senza tagli, senza commenti. (32)
Impensabile passare in rassegna decine di testimonianze. In sintesi, si può affermare che dai testimoni dell’accusa e della difesa, non è emersa alcuna conferma alle illazioni di 4 anni fa: solo “impressioni”, “sensazioni”, nessuna prova. Si è confermata la regolarità dei sorteggi, si è confermata l’abitudine dei regali agli arbitri da tutte le società (gadget e maglie), si è confermato che telefonare ai designatori non era illecito, anzi era gradito dalla federazione, si è confermato che alle cene di Natale dei designatori andavano i dirigenti di tutte le squadre, si è capito che Paparesta non è mai stato chiuso in uno spogliatoio, si è capito che il metodo di indagine è stato a dir poco lacunoso, impreciso, approssimativo e, soprattutto, parziale. (33) Riportiamo alcuni filoni interessanti ed emblematici dell’intero processo.

Il capolavoro dell’assurdità: Nucini. Il 26 maggio 2009, a testimoniare va l’ex arbitro Danilo Nucini. Racconta di essere stato sempre ostacolato dai designatori (certo il suo carattere irriverente non lo ha aiutato) e di essere stato escluso dalla serie A dopo un Juventus-Bologna del 2001 per un rigore inesistente dato ai felsinei (poi sbagliato). La circostanza è smentita dai fatti: Nucini, da molti considerato un arbitro mediocre, continuò ad arbitrare in A e B fino all’ultimo anno di carriera. Nello stesso anno, la svolta: redarguito dai designatori Bergamo e Pairetto per l’ennesima partita storta, si rifugia dall’amico di lunga data Giacinto Facchetti (entrambi bergamaschi, si sono spesso trovati al bar e si sono spesso sentiti telefonicamente, sin dal 1997), cui racconta presunti torti e pressioni subite. Già questo comportamento sarebbe sanzionabile, per arbitro e dirigenti, secondo l’art. 6 del CGS, con retrocessione della squadra in questione, l’Inter (per intenderci, Moggi non aveva frequentazioni né chiamate con arbitri in attività!). Dopo lo scudetto del 5 maggio 2002, l’Inter vuole vederci chiaro e, di fatto, accetta di buon grado la collaborazione di Nucini: il fischietto bergamasco, partendo da un dossier sulle carriere degli arbitri (errori pro-Juve avrebbero permesso di accreditarsi i designatori, salvo poi affermare in aula: ‘io scrivevo quello che interessava a me’), prosegue raccontando di un incontro segreto con Moggi e Fabiani (ex DG Messina Calcio), quando i due dirigenti diedero una SIM italiana all’arbitro, da tenere rigorosamente per i contatti con i due. Anche in questa circostanza, l’ex arbitro cade più volte in contraddizione: non la usò mai..anzi no, fece 2-3 chiamate…insomma, di certo si sa che venne buttata praticamente subito. Una prova così schiacciante gettata nell’immondizia? Fanno pensare le dritte che l’arbitro riceveva dai dirigenti nerazzurri, quando chiedevano a Nucini di capire bene cosa facesse Fabiani, di indagare sulle presunte schede telefoniche…insomma, si potrebbe pensare (come gli indagati hanno affermato più volte): non è che lo spionaggio di Inter-Telecom ai danni di Moggi &co avesse portato lo stesso Moggi ad adottare il sistema delle schede svizzere per risultare più difficilmente intercettabile e per evitare che la concorrenza ascoltasse le sue trattative di mercato o le chiamate private? Ma per Nucini la scheda era italiana? In questa storia, chi si difendeva? L’Inter o la Juve? Chi doveva andare in serie B? Addirittura, a riprova del fatto che il testimone non sia così credibile, c’è la sua rinuncia a presentarsi presso la Procura di Milano, invitato da ambienti vicini alla dirigenza interista, a raccontare tutto al Pm Boccassini.(34) Sta di fatto che le indiscrezioni di Nucini, non potendo essere confermate direttamente dall’ex presidente interista, deceduto nel 2006, vennero in seguito avvalorate da un memoriale redatto dallo stesso Facchetti e presentato in aula a Napoli dal figlio Gianfelice.

Il pentito inascoltato: il guardalinee Coppola. Il 4 dicembre 2009 depone Rosario Coppola, ex assistente fino al 2002. Racconta che nel maggio 2006 si recò volontariamente presso i Carabinieri di Roma per raccontare la sua versione dei fatti, dopo gli appelli di Borrelli che lamentava il clima di omertà nel mondo del pallone. Giunto in aula, Coppola riferisce le stesse considerazioni che fece presso la caserma, 3 anni prima, quando dai Carabinieri si sentì dire: “l’Inter non ci interessa”. Coppola, infatti, riferisce che, in seguito alla partita Inter-Venezia di qualche anno prima, in cui, a referto, riportò l’episodio del pugno di Cordoba a Bettarini, subì pressioni da Mazzei, referente arbitrale, che gli chiedeva di modificare il referto per diminuire la penalizzazione al giocatore. Coppola non lo fece: da quel momento non arbitrò più in serie A. Lo stesso Pubblico Ministero Giuseppe Narducci snobba la dichiarazione, ma gli avvocati della difesa incalzano il testimone, perché l’episodio non è poi così insignificante.(35)

Le schede telefoniche svizzere. Quante incongruenze! Come molti sapranno, dalle indagini napoletane sono emersi indizi sulla diffusione e l’uso di schede telefoniche estere (principalmente svizzere), in possesso di alcuni dei presunti ‘affiliati’. In totale 21 tessere, appartenenti a Moggi (5 utenze), agli arbitri De Santis, Racalbuto, Bertini, Paparesta, Pieri, Dattilo, Gabriele e Cassarà, il guardalinee Ambrosino, i designatori Bergamo e Pairetto e il dirigente Fabiani.
Tuttavia, altrettante sono le imprecisioni e le inesattezze (come dimostra l’abuso delle parole “verosimilmente”, “probabilmente”, con cui i Carabinieri in aula hanno tentato di spiegare il metodo utilizzato in corso di indagine). La scoperta risale al 9 febbraio 2005, quando Bergamo chiamò Moggi dal telefono di casa (intercettato) ad un numero “svizzero” del dirigente bianconero. Ma perché allora i Carabinieri non intercettarono le chiamate di questa “rete” così articolata, ma che, trovandosi in roaming su territorio italiano, potevano e dovevano essere intercettate? Perché non sequestrare le schede in un blitz durante i ritiri arbitrali a Coverciano? Il fatto è che molte delle partite poste tra gli illeciti (79), sono proprio individuate grazie al traffico telefonico di queste schede estere, senza però conoscere i contenuti, ma solo il numero delle presunte chiamate. Una prova a dir poco inconsistente, ci pare.
Molti fatti portano a conclusioni differenti: gli arbitri Gabriele, Cassarà e Paparesta sono già stati prosciolti dalle accuse in fase istruttoria; peraltro tutti gli arbitri hanno fortemente negato di possedere quelle schede, anche quando sono stati incalzati da inquirenti e PM. Le statistiche delle partite della stagione 2004/2005 della Juventus arbitrate dagli arbitri “svizzeri” sono a sfavore (media punti 1,88 contro i 2,26 dell’intera stagione!), ma favorevoli al Milan (1 sola sconfitta e 5 vittorie esterne!). Stessi numeri considerando complessivamente i campionati dal 2004 al 2006 (la Juventus è l’unica squadra ad avere, nei match arbitrati dagli arbitri indagati, una media punti inferiore alla media punti totale!); peraltro la Juventus non è stata arbitrata da quei fischietti nella Coppa Italia di quella stagione.
Inoltre, non crediamo sia un caso che Mariano Fabiani (ex dg del Messina Calcio) si sia costituito parte lesa (fonte ANSA 2/05/2007) nella vicenda dello spionaggio Telecom; forse la circostanza è da correlare alle soffiate dell’ex arbitro Nucini ai dirigenti interisti.
Le indagini su queste schede estere sono partite “a posteriori”, basandosi sul sistema delle “celle”, ovvero sul rilevamento dei segnali dei ripetitori telefonici: tuttavia, come segnalato da alcuni esperti, il margine di errore è alto, perché per motivi topografici o di traffico, non sempre viene agganciata la stessa cella dalla stessa località, e molte coprono un raggio di più di 100Km. Impossibile stabilire il numero esatto e la durata delle telefonate!
In più, spesso sono stati attribuiti contatti a partenza da un numero localizzato in un certo luogo…ma il soggetto era da tutt’altra parte: ad esempio, a Paparesta, il 21 marzo 2005, vengono abbinate due telefonate. Un’anomalia, poiché, come dimostrato, in quel periodo era in vacanza con la famiglia in Spagna. Oppure De Santis, mentre si trovava ad un corso di aggiornamento presso la stessa caserma di Auricchio (ironia della sorte), veniva individuato in un’altra località. Stessa sorte per l’arbitro Bertini, che non si trovava ad Arezzo, ma la sua presunta scheda sì…e faceva chiamate! Si aggiunga che De Santis chiamerebbe dal momento in cui era uscito dalla cupola (a detta dei ‘Magnifici 12’ di Auricchio). Già, perché De Santis, in base agli errori pro o contro Juve faceva o meno parte della cupola!
Altre imprecisioni emergono dagli specchietti riassuntivi delle telefonate verso schede estere: queste tabelle, una per ogni arbitro sospettato, suddividono le chiamate in periodi settimanali. Difficile pensare ad un errore di battitura o di trascrizione, dal momento che le difformità sono presenti in 12 specchietti e 4 settimane diverse.
Ci si potrebbe anche domandare come potesse il sig. Moggi possedere 3-4 telefonini, 5 schede svizzere più quelle italiane e cambiare continuamente le SIM da un telefono all’altro tra una località e un’altra…senza mai commettere errori! E poi, visto che Moggi, come sostenuto dai giudici sportivi, condizionava gli arbitri attraverso i designatori, perché non sono state trovate chiamate (per la verità nemmeno su numeri italiani!) tra designatori e arbitri?
E i contenuti delle medesime non sarebbero stati ancora più importanti? Forse si sarebbe trovata la prova della colpevolezza di Moggi, forse avremmo potuto capire perché ci hanno mandati in B! Invece, mai nulla. (36)

Le intercettazioni altrui. I Carabinieri hanno raccolto e ascoltato circa 180.000 intercettazioni telefoniche. Da queste sono emerse le telefonate che hanno condannato Moggi e Giraudo. Tra tutte, e lo riportiamo come mezzo di paragone, quella che da tutti è indicata come “la madre” di tutte le intercettazioni è la “griglia” arbitrale decisa da Moggi e Bergamo. Telefonare ai designatori non era illecito e parlare di griglie arbitrali non era difficile, lo facevano anche molti giornalisti. Per ogni giornata di campionato, venivano individuate 5-6 fasce di partite, dalla prima (con le sfide più ‘calde’) all’ultima, con i match valutati più semplici. Per ogni fascia di partite venivano scelti altrettanti arbitri, tra tutti i disponibili, ma con alcune limitazioni: un arbitro non può arbitrare una squadra della stessa provincia, non può arbitrare consecutivamente la stessa squadra, può arbitrare solo per un numero massimo di volte la stessa squadra nell’arco dell’anno, si guardano eventuali precedenti, ecc… Infine, durante il sorteggio (che, ripetiamo, era pubblico e regolare!), ad ogni partita viene abbinato un arbitro tra i designati per quella fascia. Insomma, non era impossibile, grazie a queste preclusioni, stendere una griglia. Moggi aveva confrontato la sua griglia con quella di Bergamo! Inoltre, nella partita successiva, un arbitro che Moggi non aveva nemmeno inserito nella fascia della Juve, è andato ad arbitrare proprio i bianconeri! Ma il tempo passa, la verità inizia a venire a galla.
<“PIACCIA O NON PIACCIA AGLI IMPUTATI NON CI SONO MAI TELEFONATE TRA BERGAMO O PAIRETTO CON IL SIGNOR MORATTI”. Queste le parole del pm Giuseppe Narducci, interrogato il 27 ottobre scorso sulla possibilità di esistenza di telefonate non inserite tra i faldoni dell’indagine. Possibilità che lo stesso Pubblico Ministero audacemente definì “balle smentite dai fatti”.> (37). Permetteteci di fare un commento: è assurdo che un Pubblico Ministero, che per legge ha il dovere di verificare, grazie alle indagini, TUTTI i possibili responsabili di una frode, in realtà non ha mai messo sotto controllo i telefoni di tutte le società, ma solo di quelle entrate nello scandalo (pensate a cosa sarebbe emerso…tra poco vedrete ciò che è uscito con le sole chiamate “di rimbalzo”); inoltre, pur essendo a conoscenza delle telefonate gravissime di squadre oneste, che facevano già parte dei fascicoli di indagine, è scandaloso che faccia simili affermazioni in un’aula di Tribunale! Proponiamo alcuni esempi. A voi ogni commento.

16 novembre 2004, Facchetti chiama Pairetto: "Avete già stabilito per le Coppe? Perché quella lì in Germania è importante" […]” ci teniamo ad arrivare primi nel girone".

25 novembre 2004, prima di Juve-Inter. Chi sceglieva gli arbitri? Chi voleva alterare (e non indovinare) le griglie?
Mazzei: Sono in macchina che vado a Coverciano.
Facchetti: Stai andando a Coverciano?
Mazzei: Sì, perché mi trovo tra mezz'oretta con Bergamo.
Facchetti: Sceglili bene per domenica sera eh ...
Mazzei: Numero 1 e numero 2, penso eh, a 'sto punto penso da quello che ... Ivaldi e Pisacreta. (come poi avverrà,ndr)
Facchetti: Ivaldi e Pisacreta.
Mazzei: Eh sono il numero 1 e il numero 2.
Facchetti: Sì certo, e il numero 1 degli arbitri (Collina, ndr)
Mazzei: Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1.
Facchetti: Ma vaaa ... lì non devono fare sorteggi, lì devono ... ehhh
Mazzei: Eh, come si fa Giacinto ....
Facchetti: Ehhh ....
Mazzei: Purtroppo ci vuole fortuna lì, perché ti dico la verità, qui il sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia dove le possibilità sono più alte ... l'unica cosa ...
Facchetti: Ma sì, mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può, mettono Rosetti che è di Torino ...
Mazzei: Ma devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel regolamento, mi sembra.
Il giorno dopo…
Facchetti: Senti, per domenica allora ...
Bergamo: Per domenica noi facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente. Quindi sono quattro e tutti e quattro possono fare la partita, c'è ...
Facchetti: Va beh ma metti dentro qualche ... (non si comprende bene chi dica Collina)
Bergamo: C'è dentro Collina, c'è dentro Paparesta, c'è dentro Bertini e Rodomonti
Facchetti: Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino, eh ... anche l'anno scorso là a Torino e anche un
paio di altre partite abbiamo avuto qualche problema con Bertini
Bergamo: Se mai sfortunatamente fosse così ci parlo. Anzi, se mai è meglio, ti devo dire, capito ... uh, uh
Facchetti: Non lo so, volevo dirtelo ...
Bergamo: Hai fatto bene, hai fatto bene
Facchetti: Qualche problema lo abbiamo avuto proprio luve-Inter ... .

25 febbraio 2005
Bergamo: Noi facciamo una griglia ampia, perché qualche arbitro ce l'abbiamo in forma, quindi, a parte Paparesta che a voi vi ha arbitrato domenica e quindi per voi è precluso, poi c'è Collina, il solito, Trefoloni, Messina e De Santis. Sono quattro buoni, non ci son problemi, eh"
Facchetti: Ho capito, ma più che altro che vengano con lo spirito giusto
Bergamo: Sì, stai tranquillo, e poi gli assistenti mettiamo Griselli e Mitro che sono due, a parte che sono due dei selezionati per i Mondiali, che poi son quelli tra i migliori, insomma ...
Facchetti: Io più che il nome ho fiducia nello spirito, ho fiducia in te.

11 maggio 2005 (il giorno prima di Cagliari-Inter, match di Coppa Italia molto discusso)
Facchetti: Guarda, ho guardato lo score di Bertini che con noi ha 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte ...
Bergamo: Porca miseria, allora facciamo 5, 4, 4. Ma vittorie però.
Facchetti: Eh, diglielo che è determinante, domani.
Bergamo: Eh no, lo devo sentire, mi ha chiamato stamani ma non potevo rispondere e lo devo ...
Facchetti: E' determinante! Ha fatto 12 partite, 4-4-4.
Bergamo: Beh, dici te, una la smuove, ma deve smuovere quella che comincia per V, eh ...
Facchetti: Quella giusta, quella giusta, quella giusta.
Bergamo: Sì,no, no, ma viene ben disposto perché è un ragazzo intelligente, ha capito ora come si cammina. C'è voluto un po' a capire, ma, insomma, meglio tardi che mai, dai ...
Al termine della partita, Bertini chiamerà Bergamo, lamentandosi del fatto che Facchetti entrò negli spogliatoi della terna arbitrale per sensibilizzar e anch’essi su questo 4-4-4…

24 marzo 2005. Ricordiamo: mai telefonate di Moggi con arbitri in attività.
De Santis: Pronto. Facchetti: Massimoo. De Santis: Come stai, Giacintooo? Facchetti: Eh, bene e tu?
De Santis: Ti devo fare i complimenti, insomma, ti interessi di arbitri.
Facchetti: (ridendo) Eh, vedremo, ma sai mi sa che ci interesseremo in tanti di...
De Santis: Eh vabbè, si interessano tutti, ormai è l'argomento del giorno.
Facchetti: Eh sì. Oh, sei già a Parigi?
De Santis: No, parto domani mattina.
Facchetti: Perché m'ha chiamato Blatt. Gagg, viene là anche lui.
De Santis: Ah, viene a Parigi Walter?
Facchetti: Viene anche lui e m'ha detto che ti portava i miei saluti
De Santis: Eh, se no glieli do io.
Facchetti: Comunque verrà a salutarti. […] (Walter Gagg è noto per essere un intimo amico di Blatter, già capo della commissione stadi della Fifa, che ora si occupa, all’Inter, dei rapporti internazionali. Ndr)

3gennaio 2004. Si preannuncia un incontro a casa di Bergamo, per cena. (Confermato in una chiamata del 5 gennaio)
Bergamo:Se hai piacere, mercoledì sera, se non hai impegni con la squadra, perché non vieni a cena a casa mia?
Facchetti: Sì,sì, come no … io arrivo lì con l'aereo della squadra e poi magari ti chiamo, e non so come ...
Già in precedenza, si preannunciava un altro incontro…(a Milano o a Forte dei Marmi)
Moratti: Senta, io ci tenevo però ad incontrarLa, quando Lei aveva un minuto, quando le pare a Lei, che passa da Milano, mi dice Lei dov'è, magari io, ci vedevamo un secondo, proprio mi faceva piacere.
Bergamo: Anch'io, perché ci tenevo, per farLe una confidenza.

9 gennaio 2005. Prima di Inter-Sampdoria 3-2 (in rimonta dallo 0-2), Facchetti informa Bergamo…
Facchetti: Niente, volevo dirti che ho cercato con i miei di dire di avere con Bertini un certo tatto, di avere una certa fiducia ..
Bergamo: Vedrai che fa una bella partita, è una brava persona e viene, diciamo, viene predisposto per fare una bella partita, credimi ... sono ragazzi su cui io ci conto. E' una sfida che, vedrai, la vinciamo insieme, dai.
Il giorno dopo, 10 gennaio 2005, Facchetti chiama Bergamo. Ecco chi conosceva gli arbitri prima delle partite…
Facchetti: Paolo, allora vedi che abbiamo recuperato?
Bergamo: Storico eh, ieri… cosa ho sofferto non te lo puoi immaginare guarda, perché armai lo partita sembrava compromessa ... c'è stata una reazione incredibile. […]
Bergamo: Senti, domenica, ehm mercoledì (per Bologna-Inter, partita di Coppa Italia di 3 giorni dopo, terminata 3-1 per i nerazzurri, ndr) avevo intenzione di mandarti come assistenti, siccome a Bologna non è una partita scontata secondo me, avevo intenzione di metterti Gemignani e Niccolai che sono due toscani bravi eh ...
Facchetti: Bene, Gemignani non l'abbiamo più ...
Bergamo: No, no, e appunto te lo volevo mandare domenica. Si, scusa, mercoledì, c'è questa Coppa Italia che ci interessa ancora e quindi facciamo ... e poi ti mando un giovane, siccome volevamo rimettere in pista Gabriele e Palanca, avevo intenzione di mandarti Gabriele ...
Facchetti: Va bene.
Bergamo: Non è un problema per voi, perché sta facendo bene ...
Facchetti: No, no, va bene poi io mi fido di te ... sei tu ..

11 febbraio 2005, una strana telefonata dopo un’altra, breve, in cui Facchetti chiede a Pairetto: Senti, avete già fatto là per le coppe?
Facchetti: Pronto? Pairetto: Giacinto? Facchetti: EccomiiiiPairetto: Eccolooo. Ho provato di là…(ma a quale altra utenza si riferisce? Ndr) non si poteva ed allora ho provato di qua. Allora all'andata Graham Poll a Porto.Facchetti: Ah Poll…Pairetto: Poll è buono l’avete già avuto. Ti ricordi? […] Invece a Milano Hauge, il norvegese. sono stati tutti e due europei, etc. quindi di alto livello.[…]Pairetto: Tu tutto OK? Sì?!Facchetti: Hai messo in forma Trefoloni? (ma cosa significa chiedere ciò ad un designatore? Ndr)Pairetto: Sì, l’ultima volta era andata bene.Facchetti: Confermo, sì, sì, è bravo. […]
Pairetto: Bene Giacinto, in bocca al lupo. Ci sentiamo presto, mi raccomando, sai che son sempre cose private, eh?!Facchetti: Sì, sì, no… no…Pairetto: Non si sanno ecco queste cose qui, è proprio una cosa fra di noi.Facchetti: D’accordo.
Cercate sui giornali le chiamate di Moggi e paragonate gli ‘illeciti’. Chi erano gli onesti? Chi si difendeva (38)

Il Milan. Sebbene fosse una delle squadre coinvolte nell’inchiesta, il Milan pare essere stato graziato. Solo 8 punti di penalità per il campionato 2005/2006 e partecipazione alla Champions League (poi addirittura vinta!). Sfidiamo chiunque: chi ha mai letto o ascoltato le intercettazioni dei dirigenti milanisti? A tal fine, riportiamo, come degna conclusione, un brano tratto dall’articolo ‘Calciopoli: basta favole, è tempo di fatti!’ del bravissimo Emilio Cambiaghi, incisivo, deciso, polemico… una vera e propria richiesta di giustizia.
Collina, per il quale venivano organizzati incontri per conto di Galliani, nel ristorante di proprietà di Meani. Per di più nel giorno di chiusura, “così non ci vede nessuno”. Meani che gli augura di essere presto designatore, cosìnon ti chiamo più”, che gli rammenta quando lo aiutava nelle sceltemi ricordo di quando avevamo posto il veto a Pisacretae che chiamavail capo, il grande capoper relazionare di questa sua bellissima amicizia con l’arbitro viareggino.
E che dire del guardalinee Puglisi, definito da Babini, altro guardalinee “Puglia, l’ultrà del Milan”. Prima del derby di Champions, Puglisi chiama l’amicone: “L’importante è che noi riusciamo a fargli il culo a ‘sti interisti”. Qualche giorno dopo Meani lo rincuora sul suo futuro: “Secondo te, perché so? Perché io sto spingendo da matti per te, no!”. Lo stesso Puglisi che chiede a Meani se farà Milan-Chievo e questi che gli risponde che era stato già scelto per Parma-Sampdoria, ma che farà cambiare designazione. Come in effetti accade. E si cautela pure, ridacchiando: “Tu comunque vedi di star zitto su questo cose che ti dico, eh?”. Per finire gli racconta come ha istruito Babini per Milan-Chievo: “Mercoledì da intelligente come vogliono quelli lì, nel dubbio da una parte vai su e dall’altra stai giù. Poi se le cose eclatanti che vedono tutti, nessuno dice niente eh!”.
E per lui spingeva anche con Galliani : “Puglisi però bisogna far tutto per metterlo in A e in B, eh?”. D’altra parte il Presidente aveva già capito tutto: “Ho saputo che lei ha già parlato con Puglisi”. Si era persino stupito l’arbitro Messina, che al telefono con il ristoratore lodigiano, chiede: “Oh, ma li hai designati te i guardalinee (Milan-Chievo, ndr) o loro?
E Copelli? Prima di Milan-Sampdoria viene tranquillizzato: “Hai visto che sto rilanciando e son troppo… sto rilanciando anche Messina”. Copelli è colui che il 13 maggio 2006, davanti a Borrelli, dichiara: “Se un assistente avesse voluto arbitrare un incontro del Milan non si doveva rivolgere ai designatori, ma a Meani”. Già, infatti, tante volte Meani glielo aveva detto direttamente:Stai tranquillo, adesso ci penso io. Parlo con Galliani, lui lo sa Galliani, gli dico: senta, questo qui è un nostro uomo gli dico io”.
E poi le confidenze a Contini, altro guardalinee: “Io e te siamo amici, qualcosina in più me la puoi dare oh… ma va bene… il giocatore tu lo richiami invece di ammonirlo, cioè sono queste cose qui, eh…”.
Babini addirittura si spaventa. Dopo aver saputo che Meani aveva scelto i guardalinee di Milan-Chievo, lo chiama per dirgli:Bisognerebbe rifiutarla quella partita lì, con questa designazione confermano che è tutta una porcheria [...] Ti ho detto che facciamo ridere tutta Italia con questa designazione”.
Indimenticabile la promessa a Rodomonti:T’ho fatto anche prendere sette e mezzo da Cecere […] Comunque, guarda che mi ha telefonato il mio presidente che ti dà l’indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto dei capelli in Svizzera”.
E come dimenticarsi di Meani che chiede a Mazzei di mandare Ambrosino, che dice a Pasquale D’Addato (osservatore AIA di Bologna) di stare sereno per il suo avanzamento di carriera perché ne parlerà a Lanese:Noi avremmo piacere che questo D’Addato possa fare il presidente regionale. Gli dico: il dottor Galliani vorrebbe fargli fare il presidente”.
Si potrebbe andare avanti per molte pagine, ma ci fermiamo qui, non senza ricordare l’ormai famoso avvertimento a Bergamo in vista della decisiva Milan-Juventus (partita prima della quale Meani regalò orologi alla terna arbitrale…però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto, perché sennò gli tagliamo la testa noi”) e gli amorosi sforzi di Galliani che si muove perché un dossier dell’arbitro Paparesta sulla sua attività lavorativa all’AssoBioDiesel arrivi nelle mani del sottosegretario Gianni Letta.
Allora smettiamola, una volta per tutte, di raccontarci favole. I poteri erano altri, ed erano molto forti. >(39)
PARERI AUTOREVOLI

Corrado de Biase (capo uff. indagini nel 1980): “Il procedimento di questa estate ha partorito un aborto giuridico”
Francesco Cossiga: “Mi sono vergognato per quella parodia della giustizia che è la Commissione d’Appello Federale: mi ha molto meravigliato che un serio giurista sia sceso così in basso da andare a presiederla…”
Enzo Biagi: “Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome (…). Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche (Laziogate, Telecom, ndr) hanno individuato in Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?”
Piero Ostellino (giornalista, in passato direttore del Corriere della Sera): “Tutti hanno aderito a una formula moralistica, per odio viscerale nei confronti della Juve o anche solo per imbecillità (…), perché la stampa italiana troppo spesso (non solo sotto questo profilo) è semplicemente oscena”.

OBIETTIVI
Per la dignità, per la storia della Juventus, ma anche per il futuro di squadra e società
Per l’Italia: per la cancellazione di una farsa senza precedenti, che ha colpito la 4^ industria del Paese (il calcio)

  1. Revoca dello scudetto di cartone 2005/2006, assegnato all’Internazionale, nel 2006;
  2. Revisione completa delle sentenze sportive
  3. Restituzione dei titoli per mancanza di illeciti (con eventuali penalizzazioni per altre società colpevoli)
  4. Risarcimenti secondo l’ordinamento civile

COMPITI DEI TIFOSI

  • COMPRENDERE E DIFFONDERE LA VERITA’
  • CHIEDERE GIUSTIZIA, NEI MODI CONSENTITI E CIVILI
  • INCALZARE LA PROPRIETA’, CON I MEZZI A DISPOSIZIONE (lettere, e-mail, striscioni,…), QUALORA NON SI IMPEGNASSE TOTALMENTE NELLA CONTESA (ma finalmente, dopo 4 anni di gestione disastrosa, con l’arrivo di Andrea Agnelli, si vedono i segnali di una presenza societaria forte e decisa).

LINK UTILI

www.ju29ro.com (indirizzo mail: redazione@ju29ro.com per comunicazioni, consigli, richieste)
www.j1897.network.com (forum di tifosi juventini, compresi giornalisti e volti importanti più o meno noti)
www.vecchiasignora.com ( “ “ “)
www.juveforum.net ( “ “ “)
www.giulemanidallajuve.com (sito dell’associazione omonima, che si batte per la restituzione dei titoli)

(Ci scusiamo per i siti non menzionati. La selezione è stata dettata da criteri arbitrari: numerose sono, infatti, le pagine web nate dopo i fatti del 2006. Si consultino pure youtube.com e facebook per ulteriore interessante materiale).


TESTI CONSIGLIATI

Che fine ha fatto la Juve”. Ju29ro.com. Febbraio 2010. Cardano Libreria editore.
Manuale di autodifesa del tifoso Juventino”. Emilio Cambiaghi. Mursia editore.
Mandiamo la Juve in B. Calciopoli o Farsopoli?”. Antonello Oggiano. Libri di Sport editore.
Juventus il processo farsa. Inchiesta verità su calciopoli”. Mario Pasta e Mario Sironi. Guerini e Associati editore.
Il processo illecito”. Luther Blisset (pseudonimo collettivo). Lulu editore.
La Juventus del Dottore”. Nicola Negro. SBC editore.
I lupi e gli Agnelli”. Gigi Moncalvo. Dicembre 2009. Vallecchi editore.
Er gò de Turone. Diari di uno juventino a Roma”. Massimo Zampini. 2009. Coniglio Editore.


BIBLIOGRAFIA

(1),(2),(3),(4),(5) Dominiobianconero,Calciopoli o Farsopoli? Una ricostruzione”. 09 Maggio 2007. www.ju29ro.com
(6) Giuseppe Rombolà. Caso Telecom: fatta la festa, gabbatu lu santu. 28/09/2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/contro-informazione/2417-caso-telecom-fatta-la-festa-gabbatu-lu-santu.html
(8) Pucciogoal87. L’accademia del sentimento popolare. 6 ottobre 2009. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/contro-informazione/1452-laccademia-del-sentimento-popolare.html
(10) Andy54. Roma-Juve 2005: la verità. 30 Giugno 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/farsopoli/2202-roma-juve-2005-la-verita.html
(11) Andy54. Inter, Arbitri e Gazzetta, non così! 14 Settembre 2008. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/contro-informazione/607-inter-arbitri-e-gazzetta-non-cosi.html
(12) Redazione ju29ro. Calciopoli, dalla fuga di notizie al ruolo di Galdi e della Gazzetta. 14 Maggio 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/farsopoli/2040-calciopoli-dalla-fuga-di-notizie-al-ruolo-di-galdi-e-della-gazzetta.html
(13) La Cassazione chiude il processo per doping contro la Juve. 30 marzo 2007. Wikinotizie
(14) Il Tas sul falso doping di Cannavaro “Il CONI risarcisca i medici della Juve”. 04/09/2010. Il Mattino.
(15) Processo per le plusvalenze, assolta la Triade. 24/11/2009. La Stampa
(16) Alberto Gaino. Inchiesta sulle violazioni fiscali. Prosciolti Blanc e Cobolli Gigli. Archiviato il caso sulle provvigioni degli agenti. Anche per la Triade. 14/09/2010. La Stampa
(17) Calciopoli, archiviata la posizione di Paparesta: un altro innocente nell’inchiesta calcio poli. 26/02/2008. Blogosfere.
(18) F. Zagari. Ancora innocente. 10/06/2009. www.giulemanidallajuve.com
(19) 29/09/2007. “Il sorteggio arbitrale non era truccato. La Corte d’Appello ha dato ragione a Bergamo e Pairetto diffamati da due articoli di giornale”. La Nazione
(20) Dr.Zoidberg. Trova le differenze/1. 4 luglio 2007. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/altri-scandali/279-trova-le-differenze1.html
(25) Dr.Zoidberg. Inter: la vera storia del passaporto di Recoba. 11 Maggio 2007. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/altri-scandali/87-inter-la-vera-storia-del-passaporto-di-recoba.html )

(26) Enzo Lombardo. Di cartone anche le pene. 10 Luglio 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/altri-scandali/2226-di-cartone-anche-le-pene.html

(27) Dr.Zoidberg. Milan: Doping, sospetti e reticenze. 10 Maggio 2007. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/altri-scandali/80-milan-doping-sospetti-e-reticenze.html
(28) Pinobici. Per la gup di Milano i vertici Telecom sapevano. E per la Figc? 15 Giugno 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/altri-scandali/2151-per-la-gup-di-milano-i-vertici-telecom-sapevano-e-per-la-figc.html
(29) Redazione. La Procura di Napoli chiede 37 rinvii a giudizio. 10 Luglio 2007. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/488-la-procura-di-napoli-chiede-37-rinvii-a-giudizio.html
(30) Mario Incandenza. Calciopoli, rinvii a giudizio: Carraro e Ghirelli fuori dalla 'cupola'. 03 Ottobre 2008. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/646-calciopoli-rinvii-a-giudizio-carraro-e-ghirelli-fuori-dalla-cupola.html
(31)Inunmondoche. Ecco per cosa è stato condannato Giraudo. 15 Dicembre 2009. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1604-ecco-per-cosa-e-stato-condannato-giraudo.html
(32) http://www.ju29ro.com/download.html
(33) Mario Incandenza. Farsopoli, i testi d’accusa/1-5. Settembre 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo
(34) Mario Incandenza. Il mio nome è Bond, Danilo Bond. 28 Maggio 2009. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/dossier/cantanapoli-il-processo/1231-il-mio-nome-e-bond-danilo-bond.html
(36) Dr.Zoidberg. Farsopoli 2 - Le schede svizzere: tutte le incongruenze. 08 Giugno 2007. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/farsopoli/73-farsopoli-2-le-schede-svizzere-tutte-le-incongruenze.html
(37) Emilio Cambiaghi (Dr.Zoidberg). Piaccia o non piaccia, le telefonate ci sono.03 Aprile 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/farsopoli/1873-piaccia-o-non-piaccia-le-telefonate-ci-sono.html
(38) http://www.ju29ro.com/archivi/articoli/farsopoli.html?start=50
(39) Emilio Cambiaghi. Calciopoli: basta favole, è tempo di fatti.12 Aprile 2010. www.ju29ro.com http://www.ju29ro.com/contro-informazione/1910-calciopoli-basta-favole-e-tempo-di-fatti.htmlVai a: navigazione, cerca