venerdì 11 marzo 2022

Nazisti ucraini... io li odio come odio quelli dell'Illinois.


Di Marco Di Liddo

Questa storia dei nazisti ucraini mi ha stufato. Facciamo chiarezza una volta per tutte numeri e dati alla mano. #RussiaUkraineWar

Il problema dell'estrema destra nazionalista esiste in #Ucraina e in TUTTO lo spazio post-sovietico dallo scioglimento dell'URSS nel 1991. Movimenti neo-fascisti e neo-nazisti esistono anche in #Russia e combattono in Donbas, esattamente come il reggimento #Azov, dal 2014

Nel complesso, il reggimento #Azov conta circa 3000 persone mentre il partito #Svoboda (piattaforma che riunisce lo spettro dell'estrema destra ucraina) conta 15000 iscritti. #Ucraina ha circa 44 milioni di abitanti

Nelle ultime elezioni parlamentari #Svoboda ha preso il 2,15% dei voti su base nazionale. L'unico candidato entrato in parlamento è Oksana Savchuk, eletta al collegio 83 di Ivano-Frankivsk. Il partito dell'ebreo #Zelensky ha preso il 43% dei voti ed ha 241 seggi alla Rada

Il momento di massimo appeal della destra estrema ucraina è stato nel 2014, durante la Rivoluzione della Dignità e sull'onda emotiva popolare della Crimea e del Donbas. Gli estremisti hanno giocato un ruolo chiave negli scontri a #Kiev contro la polizia di Yanucovich.

I battaglioni di estrema destra hanno combattuto al fronte, macchiandosi di crimini IDENTICI a quelli delle unità paramilitari delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. La guerra è atrocità sempre e comunque.

Le accuse di crimini di guerra sono legittime contro il reggimento #Azov come lo sono contro le milizie di neo-fasciste russe attive in Donbas. Il fascismo è uguale da tutti e due i lati del fronte.

Nelle elezioni del 2014, la destra estrema ucraina si prese

ntò divisa e, cumulativamente, prese circa il 10% (volendo includere anche il Partito Radicale che però, su molte questioni, è più moderato degli ultranazionalisti). Quindi, in 5 anni, i nazisti ucraini hanno perso l'8%

Sono stato in #Ucraina più volte, a cominciare dalla settimana dopo la rivoluzione del 2014. Ho parlato con ogni tipo di persone e sono stato ospite anche di Pravyj Sektor a Kiev, nella villa confiscata a #Yanucovich.

Salvo rarissime eccezioni, dall'operaio al tassista, dall'accademico al soldato, nessuno simpatizzava con la causa e le idee dell'estrema destra.

La vera colpa di #Poroshenko e #Zelensky è stata quella di non essersi liberati del reggimento #Azov e di non aver bandito del tutto le formazioni neo-fasciste e neo-naziste, probabilmente per usare la loro cieca esaltazione ideologica sul fonte.

Altro errore di #Kiev è stato quello di armare con le armi occidentali anche il reggimento Azov, fattore che espone #Zelensky a pesanti vulnerabilità d'immagine. Però loro sono in guerra e noi no, contro un Paese molto più grande, ricco e militarmente potente. La guerra è guerra.

Detto questo, continuare a confondere nazionalismo con estremismo di destra puro e semplice è sbagliato e fuorviante e non tiene conto del processo di costruzione dell'identità nazionale ucraina dopo 70 anni di sovietizzazione #RussianUkrainianWar

Inoltre, continuare a parlare della questione russofona è snervante. In Ucraina si parla russo da #Leopoli a #Kharkiv senza problemi. La questione è sull'identità e sul senso di appartenenza nazionale, non sulla lingua. #Shevchenko parla più russo che ucraino e si sente ucraino

In alcune aree di #Ucraina tale sentimento è chiaramente filo-russo, sarebbe ipocrita e falso dire il contrario. Ma si tratta di una MINORANZA geograficamente ben collocabile e che non deve essere zittita né ignorata in nome proprio dei valori per cui #Kiev combatte oggi

In sintesi, accettare la tesi russa della denazificazione di #Ucraina equivarrebbe ad accettare una invasione dell'Italia sulla base dei numeri, del supporto e del peso politico-istituzionale di movimenti come Casa Pound e Forza Nuova






Federico Ferrazza su Putin...


 

"Overview Effect" o la consapevolezza dell'infinito


Dopo essere rientrato dallo spazio, l'astronauta Edgar Mitchell disse: "Ti succede qualcosa là fuori: sviluppi all'istante una coscienza globale, un orientamento verso la gente, un’intensa insoddisfazione verso lo stato delle cose ed una compulsione di fare qualcosa per migliorarlo".

Si chiama "overview effect", l'effetto della visione d'insieme, ed è un termine ideato nel 1987 dallo scrittore Frank White per descrivere un fenomeno psicologico ora ben documentato in centinaia di astronauti. È una sensazione di profonda interconnessione con l'universo, di meraviglia e stupore così profondi da lasciare senza fiato.

È qualcosa di profondamente spirituale (non nel senso di religioso). Molti astronauti dopo i loro viaggi si sono dedicati alla meditazione, all'attivismo politico e sociale, al patrocinio di iniziative per il miglioramento della condizione umana e degli ecosistemi, e così via.

Probabilmente alla base dell'effetto c'è una componente fisiologica, come le conseguenze della microgravità che aumentano l'afflusso di sangue al cervello e l'intensità delle emozioni, ma quella psicologica non è certamente da trascurare. In certi frangenti è possibile sperimentare l'effetto prospettiva anche qua sulla Terra, anche se non è facile.

Personalmente credo mi sia successo qualche volta (anche se dubito con l'intensità sperimentata dagli astronauti lassù), spesso mentre sto usando simulatori 3D dello spazio come Celestia, Space Engine o Google Earth, o quando leggo le opere di grandi divulgatori come Margherita Hack, Carl Sagan o Richard Dawkins, persone che a loro volta hanno sperimentato grazie ai loro studi e alla loro passione questo effetto di prospettiva.

È l'idea che le scale spaziali e temporali sono così incredibilmente vaste da rendere ogni compimento e litigio umano insignificanti. Il tutto sottoposto alle leggi indistruttibili dell'universo, che a stento abbiamo incominciato a capire.

L'effetto può venire scatenato anche da cose a cui spesso non facciamo caso. Un esempio? La risacca del mare. Qualche anno fa ero in spiaggia di notte, e sono stato colpito come un martello dalla consapevolezza che quel suono, placido e ripetitivo, si ripete indefinitamente da quando la Terra si è formata. E che è presente anche su qualsiasi altro corpo celeste sia dotato di acqua liquida, e la Terra non è certo l'unica nell'universo. In quel momento ho sfiorato con la punta delle dita la comprensione dell'idea di infinito, immortale ed eterno.

A voi è mai capitato?

-Lorenzo

Image Credits: NASA, Photo ID ISS007-E-10807



giovedì 10 marzo 2022

LA STRANA GUERRA DELLA RUSSIA VERSUS UCRAINA & CO.

Dal blog di Franco Cardini


LA STRANA GUERRA DELLA RUSSIA VERSUS UCRAINA & CO.

L’unanimismo, accompagnato dallo smercio generosissimo di Verità Sacrosante da parte dei media (le fake news sono roba da russi…) ha creato un buon terreno per la semina di Sicure Convinzioni e la raccolta d’Incrollabili Certezze. Solo che ogni tanto qualcosa non va. Per esempio…

MARINELLA MONDAINI
CENTRALE NUCLEARE DI ZAPOROZIJE, LA VERSIONE DEI FATTI CHE IN ITALIA NON PUÒ NEANCHE ESSERE DETTA

Il presidente ucraino Zelenskij stamattina alle 5 ha pubblicato la notizia falsa dell’attacco “russo” alla centrale nucleare di Zaporozije e ha telefonato ai capi occidentali per metterli al corrente di questa “mostruoso atto” e sollevare altra isteria. Quello che è accaduto nella realtà invece è ben diverso: si tratta di una mostruosa provocazione, compiuta alle 2 di stanotte da un gruppo di sabotatori nazionalisti ucraini contro i militari della Guardia azionale russa in pattugliamento del territorio protetto adiacente la centrale nucleare di Zaporozije, non lontano da uno dei reattori.
La propaganda ucraina ha raccontato che è stata bombardata dai russi e la notizia è stata subito raccolta dai media statunitensi ed europei. I militari ucraini hanno deciso di giocare alla guerra lungo le mura della più grossa centrale nucleare d’Europa che ha ben 6 reattori. Hanno portato i carri armati e i complessi missilistici Grad e dall’edificio del Centro di Addestramento (che ha diversi piani) situato al di fuori del perimetro della centrale nucleare, hanno aperto il fuoco contro i militari russi. In conseguenza a ciò si è scatenata una battaglia e gli ucraini, prima di scappare dall’edificio gli hanno dato fuoco. Solo grazie al comportamento eroico dei militari russi e anche al buon senso delle autorità della città, è stato scacciato il gruppo dei sabotatori ucraini e sono stati fatti passare i camion dei vigili del fuoco per spegnere l’incendio.
Il comunicato di stamattina dell’amministrazione locale dice che non è stato sparato sulla popolazione, verso la quale non c’è nessuna minaccia, non sono state bombardate le case d’abitazione, non ci sono né morti né feriti di civili.
La centrale nucleare lavora normalmente, viene monitorato costantemente il livello radioattivo che è nella norma. L’esercito russo ha preso sotto il proprio controllo la città di Energodar dov’è situata la centrale e il territorio circostante.
I soldati russi stanotte hanno evitato a tutto il mondo una catastrofe mondiale. Alla tv russa stamattina i giornalisti si chiedevano se Zelenskij e i suoi consiglieri europei e curatori statunitensi, non sono usciti di senno dando il comando o il consiglio di sparare con i missili Grad lungo le mura della più grossa centrale nucleare d’Europa solo per il successo nella guerra contro Mosca, scopo per il quale si può sacrificare l’ecologia di tutto il pianeta. A giudicare dall’aspetto di Zelenskij ieri alla conferenza stampa che ha dato dal suo bunker, salta all’occhio il suo comportamento inadeguato, confermato dalle sue parole sconclusionate e sconnesse dalla realtà.
I giornali italiani scrivono che “l’offensiva militare russa prosegue senza sosta, con bombardamenti e città sotto assedio”. (FAKE)
Al centro della battaglia anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa: per qualche ora si teme un disastro molto più grave di quello di Chernobyl, poi le autorità di Kiev fanno sapere che l’impianto è in sicurezza.” Anche questo è un fake, si contraddice da solo il giornale: posto che la centrale nucleare è nelle mani dei russi, perché adesso dovrebbero mettere “sotto battaglia questa centrale e poi le autorità di Kiev fanno sapere che l’impianto è in sicurezza”?
Ma da chi sarebbe stato “messo in sicurezza” se non dai russi che ne detengono il controllo dal 28 di febbraio??
Che motivo avrebbero dopo 8 giorni in cui la centrale funziona normalmente, provocare una catastrofe adesso?
Questa provocazione dimostra che il regime ucraino costituisce un pericolo per il mondo intero.
Cerca con ogni mezzo di tirare dentro in questo conflitto la Nato e gli Stati Uniti, di ottenere la zona no fly, ma gli Stati Uniti sanno bene che ciò significherebbe scontrarsi direttamente con la Russia.
L’Occidente vuole la fine della guerra ma continua a portare in questa guerra munizioni e armi. Cosa serve ancora per dimostrare che questo governo ucraino non vuole la pace ma cerca solo la guerra per convenienza personale e mantenersi a galla grazie all’odio generale pompato verso la Russia? Se Zelenskij si assumesse la responsabilità della catastrofe nel Donbass, la guerra sarebbe già finita da un pezzo e invece va avanti da 8 anni. Gli ucraini, prima di abbandonare il territorio ne vogliono fare terra bruciata, bombardano tuttora le case, le infrastrutture civili, fanno saltare in aria tutti i ponti, lasciando agli abitanti solo distruzione e morte.
Stamattina continua a stringersi l’anello attorno a Mariupol’, mentre la Milizia popolare di Donetsk comunica che i soldati ucraini hanno sparato con i missili Punto U contro lo stato maggiore del battaglione “Azov”, situati a sud ovest di Mariupol’ a causa del fatto che si sono rifiutati di sottomettersi agli ordini dell’esercito ucraino. Sarebbero stati liquidati oltre 20 militanti nazionalisti, 10 blindati. Ciò conferma che Zelenskij ha perso ogni controllo su diversi battaglioni radicali nazionalisti e neonazisti.
Ma tutto ciò in Italia viene censurato o dichiarato “fake”.
(l’AntiDiplomatico, 4 marzo 2022)
Marinella Mondaini è scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca.

ROBERTO VIVALDELLI
IL COLONNELLO MACGREGOR: “PUTIN HA AVVISATO PER 15 ANNI LA NATO”
L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sempre apprezzato e tenuto in grande considerazione le opinioni fuori dal coro del colonnello Douglas Macgregor, tanto da essere stato vicinissimo a indicarlo come consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca dopo l’addio di John Bolton, nel 2019. Veterano della guerra del Golfo, Macgregor è autore di Breaking the Phalanx, testo che proponeva di riformare l’esercito americano e che interessò, nell’autunno del 2001, l’allora Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld. Dopo aver lasciato l’esercito nel 2004, Macgregor è stato spesso invitato a commentare in tv – su Fox news, in particolare – la politica estera americana, spesso da una posizione tutt’altro che convenzionale, criticando con parole molto dure l’immigrazione illegale e il magnate liberal, George Soros.
Il 27 luglio 2020, la Casa Bianca annunciò l’intenzione di Donald Trump di nominare Macgregor ambasciatore degli Stati Uniti in Germania ma i media liberal americani lanciarono una dura offensiva contro il veterano dell’esercito americano proprio per via delle sue posizioni, che portò la sua nomina a impantanarsi nella commissione per le relazioni estere del Senato. Tramontata così l’ipotesi di trasferirsi a Berlino, l’11 novembre 2020 venne nominato consulente senior del Segretario alla Difesa ad interim, Christopher Miller. Oggi il colonnello Macgregor torna a fare notizia, ancora una volta per via delle sue posizioni decisamente “controcorrente” sull’invasione russa dell’Ucraina espresse su Fox News. Lo abbiamo raggiunto per porgli qualche domanda in merito.

Macgregor: “Putin ha avvisato per anni l’occidente”
Secondo il veterano dell’esercito americano, l’invasione russa dell’Ucraina era pianificata da mesi. L’obiettivo di Vladimir Putin, spiega, “è garantire che gli Usa e i loro alleati non possano stazionare missili e forze da combattimento al confine” con la Federazione russa. Nel suo discorso del 24 febbraio, il presidente russo sottolineava che “quello che sta succedendo è una misura necessaria. Non ci è stata lasciata alcuna possibilità di fare diversamente”. Una lettura corretta, secondo il Colonnello Macgregor. “Sì. Putin ha cercato ripetutamente, per almeno 15 anni, di segnalare l’opposizione della Russia all’avanzata della Nato verso i confini della Russia”.
Il Colonnello spiega quali sono gli obiettivi del Cremlino in Ucraina: “Mosca vuole un’Ucraina neutrale, non allineata, che non sia ostile alla Russia. Il modello è l’Austria e il suo Trattato di Stato del 1955. Non è propensa ad attraversare il Dnepr e dirigersi a ovest. Ha già circondato e tagliato fuori le forze ucraine a est del fiume Dnepr. Vorrebbe una risoluzione come descritto. Se ciò fallisce, schiaccerà le forze ucraine, avanzerà oltre il Dnepr e annetterà o dichiarerà l’Ucraina orientale una Repubblica russa indipendente. Questo gli darebbe il ‘cuscinetto’ che vuole” spiega Macgregor. “Vista la conformazione dell’Ucraina occidentale, può tenere al di là del Dnepr qualsiasi forza occidentale che tenti di attraversarlo, che andrebbe incontro a una distruzione certa con mezzi convenzionali”. Ma quanto potrà resistere l’esercito ucraino all’avanzata russa? L’esperto non ha dubbi: “Al massimo 30 giorni”. E le sanzioni economiche non fermeranno Mosca: “Le sanzioni hanno costretto Mosca a lasciare la Crimea? Le sanzioni hanno indotto l’Iran a sottomettersi alle richieste degli Stati Uniti e di Israele. No. Le sanzioni non cambiano i governi”.

“Biden ha provocato la Russia”
L’ex consulente senior del Pentagono durante l’amministrazione Trump spiega quali sono stati gli errori dell’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden. Che tutto avrebbe cercato di fare fuorché di instaurare un dialogo diplomatico con la Federazione russa: “Biden ha iniziato il suo mandato condannando Putin e il suo governo. Ha minacciato senza sosta Putin e spinto i governi europei ad unirsi a lui”. Cosa ancor più grave, osserva Macgregor, “le forze statunitensi hanno condotto esercitazioni e operazioni militari entro 50 miglia nautiche da San Pietroburgo”. Al contrario, l’ex Presidente Donald Trump “ha ascoltato il presidente Putin, cercando di avere migliori relazioni con la Russia”. Tuttavia, osserva, “Putin ha capito che il presidente Trump era stato sovvertito dal suo stesso governo e ha concluso che avrebbe dovuto prepararsi per una nuova amministrazione americana ostile. Anche in questo caso, il risultato è l’azione in corso nell’Ucraina orientale”.
Altro tema fondamentale riguarda l’ordine mondiale che nascerà dopo la fine del conflitto. L’isolamento dall’occidente e le dure sanzioni economiche spingeranno la Russia sempre più verso la Cina, ma attenzione: non si tratta, al momento, di una vera e propria “alleanza”. “Mosca e Pechino non sono alleate” spiega il Colonnello Macgregor. “Sono partner strategici con una relazione economica reciprocamente vantaggiosa. Entrambi sono minacciati dagli Stati Uniti e, naturalmente, collaborano per motivi di sicurezza”.
(InsideOver, 1° marzo 2022)



mercoledì 9 marzo 2022

Sull'orlo dell'abisso

Condivido questa lucida analisi di Franco Cardini da un post su FB di Giorgio Bianchi.

SULL'ORLO DELL'ABISSO.
di Franco Cardini.
Nel Donbass non ci sono bambini che abbracciano piangendo le bamboline, e nemmeno vecchiette che attraversano penosamente la strada...
… così come non ce n’erano né la traccia né l’ombra, una manciata di anni o di mesi fa e anche adesso, né a Gaza, né a Beirut, né a Belgrado, né a Kabul, né a Baghdad, né a Tripoli, né a Damasco.
Cari miei, parliamoci chiaro. Sono ormai tre notti che quasi non dormo per seguire quel che avviene tra Russia e Ucraina, due paesi che mi sono carissimi e dove ho tanti amici; da tre giorni sto attaccato al telefono e al computer. Anch’io combatto, anch’io fo la mia guerra, come canticchiavano un’ottantina di anni fa bambini poco più grandi di me (io ero troppo piccolo per cantare). Questa guerra me la sento addosso, me la sento dentro: e mi fa male. Al tempo stesso, è chiaro che sono indignato e inferocito come forse non mai.
Fermare la guerra. Era già in atto da tempo, ma “l’Occidente” – questa parola infame e ambigua, che oggi sembra tornare di gran moda – non faceva nulla per ridurre il governo ucraino a più moderati consigli. Al contrario. L’aggressività di Zelensky nei confronti del Donbass si fondava sulla ferma convinzione che la NATO fosse disposta a tutto pur di metter a punto il suo disegno di avvicinarsi varie centinaia di chilometri alla frontiera russa e installarvi i suoi missili a testata nucleari puntati su Mosca, quelli in grado di colpire a oltre 3000 chilometri. Il governo russo ammoniva severamente, poi minacciava: ma si era sicuri che non avrebbe osato. Invece alla fine ha osato eccome. Non come aggressore, ma come a sua volta minacciato di aggressione.
Fermare la guerra. È questa la priorità. Forse si sarebbe dovuto agire prima: da parecchi giorni ormai la stretta ucraina sulle città del Donbass si era fatta più pesante, mentre Zelensky insisteva per essere ammesso nella NATO in extremis. Era una speranza disperata, una follia: ma era non meno chiaro che Putin prendeva in considerazione tale possibilità estrema, che se si fosse verificata gli avrebbe definitivamente legato le mani oppure costretto a considerarla come una dichiarazione di guerra de facto. Ma il presidente ucraino andava irresponsabilmente per la sua strada, certo di avere il gigante americano alle sue spalle. È incomprensibile, ma non si era reso conto che Putin a quel punto poteva fare solo quello che ha fatto: e farlo subito.
Fermare la guerra. Era la priorità fin dall’inizio. A livello diplomatico, quando una guerra incombe, si ricorre a trattative magari affrettate, magari “in perdita”, perfino col rischio di apparire deboli. Si fanno proposte, e quindi bisogna anche offrire qualcosa di appetibile. Ad esempio esporre in che misura e fino a che punto si è disposti ad alleviare un sistema sanzionario in atto a fronte di un arresto o di una ritirata del nemico ch’è ancora potenziale. Da quando in qua si risponde a una minaccia di guerra aggravando le ragioni che l’hanno provocata, a meno che quella guerra non la si voglia sul serio e a tutti i costi?
Ora, ecco qua. Un’aggressione degli ucraini contro il Donbass è irrilevante: non la si vede da lontano, ha modestissime dimensioni e può essere “dimenticata” tanto più che i russofoni della foce del Don non interessano a nessuno in Occidente. Ma quando si muove l’Orso di Mosca, tutto cambia aspetto: e giù col mostro aggressore, col tiranno assassino. Giù con i media asserviti quasi tutti alla politica (quindi al parlamento italiano eletto con un numero di votanti così basso come prima non si era mai visto), la quale con i suoi partiti esangui, sempre meno autorevoli presso la pubblica opinione e sempre più omologati – fra il “patriottismo sovranista” della Meloni, l’euratlantismo blindato di Renzi e l’euratlantismo solo apparentemente più articolato di Letta non c’è pratica differenza – è a sua volta asservita agli alti comandi della NATO e al presidente degli USA, a sua volta asservito alla logica del potere, del profitto e della produzione dettatagli dai Signori di Davos. Che poi questi ultimi comincino a loro volta a preoccuparsi per le ripercussioni delle sanzioni alla Russia, è un altro discorso: e ne vedremo in atto le conseguenze fra qualche giorno.
Attenti quindi al pacifismo peloso di chi si preoccupa per i suoi interessi e i suoi profitti: se Mosca piangerà, non rideranno né Wall Street, né la City, né Francoforte. Questo è quanto preoccupa ora lorsignori, non certo i disagi e le sofferenze della gente. Mentre si continuano a ignorare o a fraintendere i segnali. Ad esempio, i russi indugiano a sottoporre Kiev alla stretta finale. Davvero si crede che siano stati impressionati dal fatto che il governo ucraino ha fatto girare qualche fucile tra gli adolescenti e i vecchietti? Davvero non ci sfiora il sospetto che stiano fermi in quanto sono in corso trattative e Putin intende dare agli ucraini il tempo d’una pausa di riflessione che, se volesse, potrebbe tranquillamente negare?
Ma intanto sono senza dubbio le vittime del momento a salire al proscenio e ad essere sistemati nelle lucenti vetrine massmediali. Che c’inondano di bambini e di bambine che piangono abbracciando orsacchiotti e bambolette e gattini, di vecchiette che penosamente attraversano le strade sotto i bombardamenti, magari perfino con quel Grandguignol di volti insanguinati e di cadaveri dilaniati che specie in TV è oggetto da sempre di un trattamento bipolare: vi sono cadaveri di serie A che si debbono mostrare per trasformarli nella moneta sonante del consenso e cadaveri di serie B che è meglio nascondere per non “turbare” chi li vede. Ed è evidente che i morti di Kiev ucraini sono di serie A: come le bambine che piangono avvinghiate agli orsacchiotti e le vecchiette che penano ad attraversare la strada per porsi al riparo.
Ma di grazia, razza di vipere e sepolcri imbiancati che non siate altro; ci voleva Kiev per svegliarvi all’umana compassione suscitata per ricavarne risultati politici antirussi? È vero che, in un passato anche recente, le città di Gaza, di Beirut, di Belgrado, di Kabul, di Baghdad, di Damasco, erano piene di cadaveri di serie B dei quali non si doveva parlare per non “turbare” le nostre coscienze, ma davvero non vi eravate accorti della massa di sofferenza che i nostri bombardamenti “chirurgici” e le nostre bombe “intelligenti” stavano provocando? Anzi, mi ricordo i gridolini di gioia che si alzavano dai salotti delle buone famiglie italiane, in quelle notti del 2003 in cui la TV ci mostrava il bombardamento di Baghdad, con il fantastico sfrecciare di quei raggi verdi sugli edifici presi di mira. Che spettacolo! Ci pensavate alla pena e al terrore là sotto? Bene: ora è il turno degli ucraini per soffrire e per aver paura. Domani potrebbe arrivare anche il nostro turno, e pensare che ci preoccupiamo già del gas per il riscaldamento. Se comincia così, la nostra volontà di resistenza…
Lavoriamo per la pace, dunque. Ma facciamolo con realismo, senza piagnistei e senza isterismi manichei. Manifestare per la pace ma al tempo stesso “schierarsi con l’Occidente”, “senza se e senza ma”, significa solo contribuire a correre a passo di carica verso una prosecuzione e un allargamento del conflitto che non può giovare a nessuno.
Le guerre, le perdono tutti.



Figure di merda in trasferta - sviluppi - Colmar




 

Figure di merda in trasferta - sviluppi - AUDI


 

martedì 8 marzo 2022

Most Powerful Weapon




Figure di merda in trasferta




sabato 5 marzo 2022

Volodymyr Zelensky, VI Presidente dell'Ucraina - Eight Things To Know

….. 44 years old

….. Born to a Jewish family in Kryvyi Rih, a major city in central Ukraine; father is a university computer science professor and mother is a retired engineer; his grandfather served in the Red Army during World War II; four family members were lost in the Holocaust

……Native Russian speaker; fluent in Ukrainian and English

….. Began a career as a comedian as a 17-year-old and performed in a comedy troupe for many years that toured extensively in Russia

….. Graduated from a Ukrainian law school but did not practice

….. More than a dozen film and television credits

….. Formed the production company, Kvartal 95, which produces films, cartoons and television
shows, including the show “Servant of the People,” in which Zelensky played the starring role as the president of Ukraine [the popular show ran from 2015—2019]

….. The success of “Servant of the People” led to the creation of Zelensky’s political party of the same name, from which he launched his successful virtual campaign to defeat Petro Poroshenko for the actual Ukrainian presidency in 2018

….. Sources claim his assets in 2018 were worth $1.5 million

….. Married Olena Kiyashko, age 44, a writer for his television production company, in 2003

….. Two children: a daughter, Oleksandra, age 18, and a son, Kyrylo, age 9

….. Elected in April 2019 and inaugurated on May 20, 2019

….. Told interviews in 2019 that he went into politics "to bring professional, decent people to power."

 

 

 ….. 44 anni

….. Nato da una famiglia ebrea a Kryvyi Rih, una grande città dell'Ucraina centrale; il padre è un professore universitario di informatica e la madre è un ingegnere in pensione; suo nonno prestò servizio nell'Armata Rossa durante la seconda guerra mondiale; quattro membri della famiglia perirono nell'Olocausto

….. Madrelingua russa; fluente in ucraino e inglese

….. Ha iniziato una carriera come comico a 17 anni e si è esibito in una compagnia comica per molti anni che ha girato molto in Russia

….. Laureato in una scuola di giurisprudenza ucraina ma non ha mai praticato

….. Più di una dozzina di crediti cinematografici e televisivi

….. Ha fondato la società di produzione, Quarter 95, che produce film, cartoni animati e programmi televisivi, compreso il programma "Servo del Popolo", in cui Zelensky ha interpretato il ruolo da protagonista come presidente dell'Ucraina [lo spettacolo di grande successo è andato in onda dal 2015 al 2019]

….. Il successo di "Servo del popolo" ha portato alla creazione dell'omonimo partito politico di Zelensky, dal quale ha lanciato la sua campagna vincente per sconfiggere Petro Poroshenko per l'attuale presidenza ucraina nel 2018

….. Fonti affermano che i suoi beni nel 2018 valevano $ 1,5 milioni

….. Ha sposato Olena Kiyashko, 44 ​​anni, scrittrice per la sua società di produzione televisiva, nel 2003

….. Due figli: una figlia, Oleksandra, 18 anni, e un figlio, Kyrylo, 9 anni

….. Eletto nell'aprile 2019 ha giurato il 20 maggio 2019

….. Ha detto in diverse interviste nel 2019 di essere entrato in politica "per portare al potere persone professionali e perbene".