giovedì 18 aprile 2013

Rototà, rodoquà, rodolà, rodo...


Rodotà... devo ammette che fino a qualche giorno fa sapevo chi era solo a grandi linee, sapevo che è stato il primo "garante" della privacy, ma non avevo mai approfondito, perché anche io come buona parte degli italiani ho la memoria corta...ma non troppo.

Poi, dopo che il M5S lo ha votato come possibile Presidente del consiglio, ho scavato nella memoria e mi è tornata in mente l'elezione di Scalfaro ed ho rivisto nella mia testa Rodotà che, seduto sullo scranno (era vicepresidente del senato e lo presiedeva il luogo dello stesso Scalfaro che stava per essere eletto), leggeva i voti e pronunciava centinaia di volte il nome "Schelfero" quasi con schifo...

Poi leggo, che si è fatto 4 legislature come indipendente del PCI e poi del PDS, che è stato il primo presidente del PDS, che è stato parlamentare europeo e nel 1994 si è tolto dalla politica perché si era rotto delle logiche dei partiti.

Cazzo, come ha detto Travaglio stasera a servizio pubblico, è un uomo di sinistra perfetto per fare il candidato a Presidente della Repubblica del PD!

E allora? Perché non lo votano? Perché?

Non ho mai visto rivoltarsi la base del PD come ieri sera ed oggi.
Non ho mai visto voci autorevolissime della sinistra urlare così forte contro la miopia della classe dirigente del PD.

Ecco alcuni esempi...


di Paolo Flores d’Arcais e Barbara Spinelli
Cari parlamentari del Pd, non possiamo crederci! Non possiamo credere che abbiate anche un pallido dubbio, tra Stefano Rodotà e un candidato (chiunque esso sia) da scegliere in comune con Berlusconi, e dunque di suo gradimento. 

Non potete fingere di non sapere che la bussola per Berlusconi è – è sempre stata, fin dal momento della “discesa in campo” – una sola (e duplice): la garanzia di impunità nei suoi processi e la garanzia di mantenimento del suo monopolio mediatico. Qualsiasi candidato Berlusconi sia disposto a votare, è un candidato che evidentemente lo rassicura su queste due questioni cruciali. E Berlusconi non si lascia rassicurare da qualche chiacchiera, ma solo da solidissimi accordi, resi catafratti da qualche inaggirabile pegno. Ma un candidato rassicurante per Berlusconi e il suo conflitto di interessi e i suoi conflitti con la legge, NON è rassicurante per la democrazia italiana, che ha invece bisogno di un Presidente che sia Custode intransigente della Costituzione e dei suoi principi di giustizia e libertà.

Siamo perciò sempre più sbigottiti che tra voi ci sia qualcuno pronto a compiere questo vero e proprio “scelus”, quando avete l’alternativa di un nome come Stefano Rodotà, che oltre alle adamantine qualità etiche e politiche da tutti riconosciute è stato anche il presidente del Pds, da cui il Pd è nato, dunque una figura che non è “di Grillo” ma semmai è “vostra” (se per un uomo di integrale autonomia culturale e civile come Rodotà avessero un senso, che invece non hanno, tali classificazioni di appartenenza).

Diteci, di grazia: in nome di quale storia, di quale tradizione, di quale ragionamento logico, di quale inafferrabile identità non riuscite a digerire il nome di Rodotà? Come mai non vi degnate di spiegare il motivo di un No così granitico (anche le schede bianche sono un No) ai vostri elettori e agli italiani tutti?

Siamo sempre stati scettici rispetto alle voci di accordi “ob scaena”, compresi quelli di una nomina di Berlusconi a senatore a vita, o di ricatti da Berlusconi esercitabili nei confronti di qualche dirigente Pd. Ma ora siamo totalmente disarmati, poiché viene meno ogni altra ragione logicamente plausibile per spiegare un atteggiamento di sudditanza verso il Caimano, e suicida rispetto al futuro del Pd e della sinistra intera: la nostra incredulità deve cedere il passo e riconoscere la fondatezza dei peggiori sospetti.

Solo il vostro comportamento può dissiparli, il vostro voto a Rodotà. Altrimenti diventeranno i sospetti e anzi le certezze di milioni di italiani che smetteranno di votarvi.

(18 aprile 2013)


Da Fo, Serra, Spinelli l'appello:
"Il momento è ora, votiamo Rodotà"


Da Fo, Serra, Spinelli l'appello: "Il momento è ora, votiamo Rodotà"

"Chiediamo ai deputati e alla direzione del Partito Democratico di non mettere una lastra tombale sulla speranza di rinnovamento di due terzi degli elettori italiani, portando alla Presidenza della Repubblica una figura della vecchia casta: qualsiasi sia questa figura. Chiediamo di rompere ogni indugio e di votare fin dai primi scrutini Stefano Rodotà.

Beppe Grillo ha annunciato che sarà lui il candidato del Movimento 5 Stelle, e allo stesso modo si è pronunciato Sel, organicamente legato al Pd e il cui parere non può in alcun modo esser trascurato dai Democratici. Stefano Rodotà è per la maggior parte degli italiani, e certamente per il vostro elettorato, un punto di riferimento ideale. Ha come bussola costante la Costituzione italiana e la Carta dei diritti europei, ha sempre avversato i compromessi con la corruzione, è uno dei più strenui difensori della libertà dell'informazione, compresa la libertà conquistata  ed esercitata in rete. È un segno altamente positivo che il Movimento 5 Stelle l'abbia scelto come proprio candidato, ma Stefano Rodotà non è una sua invenzione. Il suo profilo è improntato a massima indipendenza, e le sue radici sono anche nella storia migliore della sinistra italiana. Non abbiate paura, votatelo con convinzione e fin da subito: sarete molto più credibili e forti se non tergiverserete, presi da timori di varia natura, e non accetterete in  nessun caso candidati che dovessero nascere da un accordo con Berlusconi".

Ve lo chiediamo da cittadini, convinti che non sia ancora troppo tardi: non riconsegnate l'Italia al tragico ventennio dal quale cerchiamo faticosamente di uscire. Abbiate il coraggio di cominciare a costruire un futuro diverso. Il momento è ora.

Dario Fo
Carlo Petrini
Remo Bodei
Salvatore Settis
Sandra Bonsanti
Roberta De Monticelli
Paolo Flores d'Arcais
Tomaso Montanari
Antonio Padoa Schioppa
Michele Serra
Barbara Spinelli

MAKKOX

Questo è Stefano Rodotà:
Nato nel 1933 a Cosenza da una famiglia piccolo borghese di San Benedetto Ullano (Shën Benedhiti), comune della minoranza albanese (arbëreshë) di Calabria, discende da una dinastia italo-albanese che ha annoverato, fra il XVII e il XVIII secolo, intellettuali e religiosi difensori della propria minoranza etnica e linguistica.Ha frequentato il liceo classico Bernardino Telesio nella città natale e successivamente l'università La Sapienza a Roma, presso la quale si è laureato nel 1955 discutendo una tesi con il docente Emilio Betti, allievo di Rosario Nicolò.È fratello dell'ingegnere Antonio Rodotà ed è il padre della giornalista Maria Laura Rodotàeditorialista del Corriere della Sera.Attività politicaPR e PDSDopo essere stato iscritto al Partito Radicale di Mario Pannunzio, rifiuta nel 1976 e nel 1979 la candidatura nel Partito Radicale di Marco Pannella. È eletto deputato nel 1979 come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, diventando membro della Commissione Affari Costituzionali. Nel 1983 viene rieletto e diventa presidente del gruppo parlamentaredella Sinistra Indipendente.Deputato per la terza volta nel 1987, viene confermato nella commissione Affari Costituzionali e fa parte della prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. Nel 1989 è nominato Ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal PCI di Achille Occhetto e successivamente aderisce al Partito Democratico della Sinistra, del quale sarà il primopresidente.Nell'aprile del 1992 torna alla Camera dei Deputati tra le file del PDS, viene eletto Vicepresidente e fa parte della nuova Commissione Bicamerale.Nel maggio del 1992 presiede, in sostituzione di Oscar Luigi Scalfaro, l'ultima seduta del Parlamento convocato per l'elezione del Capo dello Stato. Scalfaro, in qualità di Presidente della Camera e candidato al Quirinale, in quell'occasione aveva preferito lasciare a Rodotà la presidenza, in vista della sua elezione. Al termine della legislatura, durata solo due anni, Rodotà decide però di non ricandidarsi, preferendo tornare all'insegnamento universitario.Parlamento europeoDal 1983 al 1994 è stato membro dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, ma è solo nel 1989 che viene eletto al parlamento europeo. In tale sede partecipa alla scrittura della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.Dal 1997 al 2005 è stato il primo Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell'Unione Europea. È stato inoltre componente del gruppo europeo per l'etica delle scienze e delle nuove tecnologie e presidente della commissione scientifica dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali.Il 29 novembre 2010 ha presentato all'Internet Governance Forum una proposta per portare in Commissione Affari Costituzionali l'adozione dell'articolo 21bis. L'articolo in questione è il seguente: "Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale".

Pensando e ripensando Bersani propone un candidato che va bene anche a B. e che i suoi compari del PD voterebbero, perché non ha alternative.
Credo che B. li tenga tutti per le palle, da 20 anni! Credo che abbia, ben nascoste e protette, tutta una serie di cosette scottanti su tutti i dirigenti del PD, dalle Coop Rosse a Telecom Serbia, dalla scalata di Unipol a Bnl al MPS e chi più ne ha più ne metta!
Un bel armadione corazzato strapieno di scheletri non suoi...

Ha ragione Grillo, arrendetevi. Andatevene e non fatevi vedere mai più!

Gibo



Servizio Pubblico, Travaglio sul Pd: “Gli autoaffondamenti della Casta Concordia”






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