domenica 28 aprile 2013

Si può vincere senza competere



 di MASSIMO GRAMELLINI
Non perdere tempo a fare meglio degli altri quello che fanno già tutti. Prova a fare meglio che puoi qualcosa che non ha fatto ancora nessuno. La prima volta in cui mi sono imbattuto in questo mantra dell’innovazione non stavo leggendo un manuale di spiritualità (genere di cui vado assai ghiotto) ma un volume di marketing regalatomi da un amico entusiasta. Roba da manager unghiuti. Eppure quel libro trovò una strada per arrivarmi al cuore. Fin dal titolo, «Oceano blu», e soprattutto dal sottotitolo: vincere senza competere. 

Mai avuto un buon rapporto con la competizione. Da ragazzo non contendevo le ragazze agli amici, né da adulto i servizi ai colleghi. L’idea di perdere la sfida, ma anche che il mio piacere dovesse passare per la sofferenza o comunque la delusione di qualcun altro, mi sgomentava. Così, non volendo fare un passo avanti e neppure uno indietro, provavo a farne uno di lato. Ogni tanto cadevo in un crepaccio, ma altre volte scoprivo territori vergini. Potete immaginare il mio stupore quando ho ritrovato questa filosofia di vita in un libro per squali della finanza. Gli autori spiegano che per procacciarsi il cibo quotidiano lo squalo non dovrebbe nuotare in un lembo d’oceano sanguinante. Il rosso dell’acqua sta certamente a testimoniare la presenza del cibo, ma anche che è in corso una lotta spietata per accaparrarselo. Meglio spostarsi dove l’oceano è blu e la concorrenza ancora assente.

Con una metafora meno cruenta, parlerei di mossa del cavallo. In una scacchiera di pedoni e alfieri che si muovono diritti o obliqui, ma senza mai cambiare direzione, il cavallo è l’unico che scarta e sorprende. Per trovare lavoro senza raccomandazioni serve ancora spedire un curriculum vitae che andrà ad ammonticchiarsi sopra altri diecimila? Per fare carriera senza essere servili, come per conquistare o trattenere un amore senza essere ossessivi, basta applicare le regole (della professione e della seduzione)? John McEnroe aveva imparato a giocare a tennis come tutti, colpendo la palla con il corpo in posizione laterale. Ma, per diventare McEnroe, a un certo punto si è messo in faccia alla rete come nel ping pong. Non tutti hanno il talento di McEnroe, ma esiste una scintilla di creatività e di follia in ciascuno di noi. Ed è da un’innovazione continua, da una ricerca della propria identità più originale e profonda, che un individuo e una società fanno sgorgare il proprio futuro.
O almeno ci provano.




Oceano blu
di Chan W. Kim e Renée Mauborgne (2005)

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