lunedì 28 novembre 2011

Pedinati da Facebook

Così ogni utente sarà schedato su tutta la rete.


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Una delle idee di maggior peso e pericolosamente sottovalutate uscite dalla Silicon Valley questo autunno è il frictionless sharing (letteralmente «condivisione senza attrito»). Così come è stata esposta in settembre dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, questa idea potrebbe cambiare radicalmente - e non in meglio - il modo in cui fruiamo della cultura su internet. Il principio alla base del frictionless sharing è subdolamente semplice e attraente: invece di chiedere agli utenti di rendere noti i loro prodotti preferiti - i film che guardano online, la musica che ascoltano, i libri e gli articoli che leggono - perché non registrare automaticamente tutte le loro preferenze, liberandoli in questo modo dal fastidio di doverle comunicare e permettendo agli amici di scoprire automaticamente altri contenuti interessanti? Se Zuckerberg otterrà quel che vuole, ogni singolo articolo che leggeremo o canzone che ascolteremo sarà condivisa costantemente con gli altri – senza dover più fare clic sugli appositi, fastidiosi pulsanti. Questo è esattamente ciò a cui Facebook mira nel progettare strumenti che registrano tutto ciò che si consuma sul sito (e, inutile dirlo, consumiamo sempre più informazioni senza avventurarci fuori da Facebook). Non è impensabile che presto Facebook riesca a creare sistemi che prendono nota anche di quello che facciamo al di fuori. A questo punto, non si tratta più di una questione di tecnologia, ma di ideologia, di far sembrare la condivisione del tutto normale, perfino desiderabile. La tecnologia esistente, in effetti, permette già a Facebook di raggiungere il suo obiettivo: solo poche settimane fa, il gigantesco social network è stato costretto a riconoscere che continuava a seguire le attività online anche di quegli utenti che avevano effettuato il logout dal sito. Naturalmente, una buona ragione per opporsi a un futuro dove ogni nostro clic viene registrato e condiviso con gli altri, è il timore di una sorveglianza onnipresente. Silicon Valley è riuscita a dissipare tali preoccupazioni sostenendo che molti utenti di Facebook non si opporrebbero al frictionless sharing, perché non pensano che vi sia qualcuno effettivamente interessato a quel che ascoltano o leggono. Può essere vero, ma chi ragiona così di solito sottovaluta la capacità delmarketingmoderno, delle organizzazioni politiche e dei servizi segreti di intuire molte cose su di noi da informazioni che sembrano del tutto innocenti. Vi sono numerose ricerche che dimostrano come sia facile indovinare la tendenza sessuale degli utenti semplicemente analizzando i loro amici su Facebook; o stimare il reddito analizzando quanta musica e video acquistano online; o ipotizzare la razza, basandosi su criteri di massima che indirizzano le scelte culturali di determinati gruppi etnici in relazione a musica, film, libri, e così via. Studiare gli articoli che gli utenti leggono online permette di stabilire il loro orientamento politico. Si metta insieme tutto questo e si finirà con l’ottenere un ritratto abbastanza preciso di un utente. E naturalmente, a differenza degli archivi ben custoditi della polizia, queste informazioni sono accessibili a chiunque voglia esaminarle e trarne dei vantaggi. Ma i problemi non si limitano al monitoraggio pervasivo. Che cosa succederebbe se le aziende che fanno affari con Facebook prendessero l’abitudine di usare gli stereotipi formati dai brandelli di informazioni che forniamo loro per collocarci nelle loro ristrette categorie – ad esempio, «hippy laureato che ascolta musica alternativa ed è tendenzialmente di sinistra»? Usando il frictionless sharing le aziende finiscono per lavorare con ciò che lo scrittore americano di tecnologia, Eli Pariser, chiama la «cattiva teoria dell’identità»: cominciano col fare ipotesi incomplete su chi siamo basandosi sulla musica, i libri o i film che consumiamo, poi cercano di scoprire in quale categoria preesistente di marketing rientriamo, e infine ci forniscono contenuti che altri utenti di quella categoria amano. Naturalmente, l’unico modo per «correggere» le ipotesi errate che le aziende fanno su di noi è fornire ulteriori informazioni su noi stessi, rivelando altri dettagli su quali canzoni, film o libri ci piacciono. Il pericolo è chiaro: a noi utenti di Internet sarà presto negato spazio per la crescita intellettuale, perché saremo bombardati con link che ci indirizzano verso materiale che probabilmente approveremmo comunque. Il frictionless sharing diminuisce lo spazio per la provocazione, lo scandalo, lo squilibrio estetico, e fa diventare Internet la peggior parodia di Silicon Valley, dove si presume che tutti siano sorridenti e si sentano sempre meravigliosamente bene. In questa idea c’è però qualcosa di ancor più repellente. Il motivo per cui abbiamo messo consapevolmente in comune dei link online è che abbiamo pensato fornissero contenuti interessanti, stimolanti, divertenti, pericolosi od orrendi. Abbiamo dovuto dare giudizi su quello che abbiamo visto, abbiamo dovuto valutare – articoli, canzoni, libri. Certo, la maggior parte di queste opinioni sarà stata superficiale, ma ci ha costretti a esercitare il senso critico, a comportarci da esperti – anche se solo per un pubblico di dieci amici. Ci possono essere molti motivi per non amare questa democratizzazione della critica, molti critici professionisti si sono affrettati a biasimare le recensioni di libri scritte frettolosamente su Amazon perché abbassavano lo status culturale della tradizionale critica letteraria. È però positivo, almeno nella prospettiva di una crescita della coscienza civica, che un numero sempre maggiore di persone si occupi in modo critico di cultura, invece di consumare in silenzio quel che gli viene offerto. Ma l’ideologia del frictionless sharing cerca di promuovere un rapporto con internet di tipo molto diverso, in cui gli utenti non sono visti come critici, pronti a distinguere tra diversi tipi di contenuti, ma piuttosto come robot senz’anima destinati solo al consumo di contenuti, da inserire poi in grafici statistici, tendenze e database, in modo che gli si possano vendere sempre nuovi contenuti. Non mettiamo più consapevolmente in comune quel che ci piace: Facebook, invece, condivide tutto per noi, il bello e il brutto, l’interessante e il banale. Certo, i nostri amici potranno ancora sapere che cosa ascoltiamo o leggiamo - anche se non è molto probabile che riescano a farlo, dato che nessuno può tener dietro a un così ampio flusso di dati di tutti gli amici online – ma nessuno si aspetterà più da noi dei giudizi su qualcosa. Quel che conta non è il nostro parere su un libro, un film o una canzone, ma il fatto che li abbiamo cercati su internet, perché questo consentirà di predire il nostro «tipo di personalità», venderci della pubblicità e, forse, raccomandarci un altro libro. È ora che ci rendiamo conto che Facebook sta eliminando la gioia, il caos e la grande varietà di opinioni che circolano su internet, sostituendovi un sorriso artificiale, una efficienza noiosa e una interazione con la cultura tanto ampia quanto incolore. Se non si vedono le probabili conseguenze del frictionless sharing, il futuro facile e senza problemi che Silicon Valley ci promette rischia di essere un disastro per chi cerca di promuovere il pensiero critico.


twitter@evgenymorozov


(traduzione di Maria Sepa)


Evgeny Morozov


© RIPRODUZIONE RISERVATA 


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domenica 20 novembre 2011

Sottoscrizioni

Ho fatto un piccolo versamento a Wikipedia.


WIKIPEDIA

mercoledì 16 novembre 2011

documento degli economisti 2011: Per un cambiamento della politica economica in It...

documento degli economisti 2011: Per un cambiamento della politica economica in It...: Al Parlamento della Repubblica Italiana e alle forze politiche Per un cambiamento della politica economica in Italia ed Europa che rilan...

lunedì 14 novembre 2011

guardare un po' più in alto

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«...le forze politiche sono consapevoli che è necessario trovare e ritrovare una fase di distensione che consenta di guardare un po' più in alto con senso di responsabilità e con coesione.
Il mio impegno è rivolto a permettere che la politica, la politica, possa trasformare questo momento difficile in una vera opportunità per il paese con una condivisione di un progetto di rilancio e di speranza non solo per quanto riguarda l'economia ma anche per quanto riguarda i valori fondanti di una vera comunità civile.
Non dimentichiamo che sempre di più nel mondo si considera che uno dei fattori di sviluppo anche economico sia la coesione e la capacità di convivenza civile nelle società.
Realizzando il progetto di rinnovamento e di riforma oggi necessari ed urgenti, l'Italia potrà essere, lo dico con fiducioso realismo, più protagonista in Europa e nel Mondo.
E anche l'Europa è chiamata ad una sfida che è contemporaneamente di crescita e di equità.
E vogliamo a questo dare il contributo, anche sul piano europeo, che gli altri stati membri dell'Unione Europea, i loro capi di governo e i presidenti delle istituzioni comunitarie mi hanno chiaramente segnalato di desiderare da parte dell'Italia.
Domani completerò le consultazioni con le forze politiche e con le parti sociali.
Poi ho ritenuto anche, e questo credo che sia un'aspetto innovativo, di incontrare, e lo farò domani, i rappresentanti istituzionali delle donne e dei giovani.
E dobbiamo avere il coraggio, credo, di orientare molto a questi due ambiti cruciali della nostra società le azioni di politica economica e di politica sociale.
Quasi sempre ciò che giova ai giovani giova al paese, quasi sempre ciò che restringe per possibilità per i giovani, restringe le possibilità per il futuro del paese.
Ecco perché la politica deve avere molta attenzione anche a chi non vota oggi, ma voterà nel futuro, voterà fra anni, voterà fra decenni e quello che dico per i giovani, naturalmente, vale molto per le donne anche, ecco perché ho desiderato, anche se questo mi comporterà qualche ora in più nel processo impegnativo e interessante delle consultazioni di rivolgermi direttamente domani a queste due forze vive della nostra società.
Grazie, buonasera, buon lavoro e grazie per l'attenzione che dedicate a questo nostro impegno.»
Mario Monti


No, grazie a te Mario!
La ricreazione è finita. 
Il momento è serio e di persone serie abbiamo bisogno.


Tutto il resto è aria fritta!

È stato bello


di Marco Travaglio
Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Per un nuovo miracolo italiano. L'Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. La rivoluzione liberale. Il Polo delle Libertà. Il decreto Biondi. Vendo le mie tv. Golpe giudiziario. Giuro sulla testa dei miei figli. Lasciatemi lavorare. Sono l'unto del Signore. Ribaltone. Scalfaro è comunista. Con Bossi mai più nemmeno un caffè. Mai detto che sono l'Unto del Signore. Dini è comunista. Il popolo è con me. Prodi utile idiota dei comunisti. Visco Dracula. Toghe rosse. D'Alema è comunista. L'amico Massimo. La Costituzione è comunista. La grande riforma della Costituzione. La Casa delle Libertà. Il premier non ha poteri. La grande riforma della giustizia. L'amico Vladimir. L'amico George. L'amico Muammar. Gheddafi leader di libertà. Nessun condono. Concordato fiscale. Scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. Letta è una benedizione di Dio. Romolo e Remolo. All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. La proporrò per il ruolo di kapò. Turisti della democrazia.
L'Islam civiltà inferiore. Meno tasse per tutti. Tutta colpa dell'euro. La mafia, poche centinaia di persone. Grandi opere. Sono stato frainteso. Tutta colpa delle torri gemelle. Lei è meglio di Cacciari, le presenterò mia moglie. Il circuito mediatico-giudiziario. Fede è un quasi eroe. L'amico Bossi. Uso criminoso della televisione pagata con i soldi di tutti. L'amico Pollari. Le rogatorie. La Piovra rovina l'Italia all'estero. L'amico Pompa. Il falso in bilancio. Mangano si comportava bene, prendeva la comunione nella cappella di Arcore. La legge Cirami. Dell'Utri è perseguitato. Legittimo sospetto. Previti è perseguitato. Il lodo Maccanico. Il Ponte sullo Stretto. Il lodo Schifani. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po' più uguale degli altri. Ciampi è comunista. Il decreto salva-Rete4. I poteri forti. La legge Gasparri. L'Economist è comunista. Che ne direbbe di una ciulatina? I direttori dei giornali devono cambiare mestiere. Bertolaso uomo della Provvidenza. La legge Cirielli. Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sempre stato assolto. La stampa estera copia da Unità e Repubblica. Napolitano è comunista. Giustizia a orologeria. L'amico Minzo. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana.Telekom Serbia è tutta una tangente.
I brogli di Prodi. La commissione Mitrokhin. La giusta amnistia. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi. Sarkozy ha imparato da me. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani. Il Popolo delle Libertà. Obama abbronzato. Il miracolo della ricostruzione dell'Aquila. Evadere è un diritto naturale che è nel cuore degli uomini. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo dei tombeur de femmes. Il Family Day. Che fate, ragazze, mi toccate il culo? Mille giudici si occupano di me. Agostino,trova una parte ad Antonella:è impazzita, racconta cose in giro. Lodo Alfano. La Consulta è comunista. Legittimo impedimento. Partito dell'Amore e sinistra dell'odio. Il padre di Noemi autista di Craxi. Prescrizione breve. Mai frequentato minorenni. Le mani nelle tasche degli italiani. La signora Lario mente. Processo breve. Vedi, Patrizia, tu devi toccarti. La privacy. Processo lungo. Candido Lampedusa al Nobel per la Pace. Caro dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Ruby nipote di Mubarak. Non chiamo Gheddafi per non disturbarlo. La legge anticorruzione. La mia fidanzatina. Siamo tutti intercettati. Solo cene eleganti. Riformare le intercettazioni. Pagavo Ruby perchè non si prostituisse. La rapina Mondadori. L'amico Lavitola. Me ne vado da questo Paese di merda. Il miglior premier degli ultimi 150 anni. Culona inchiavabile. L'amico Gianpi.Faccio il premier a tempo perso. La maggioranza è coesa. Ho i numeri alla Camera. Traditori.
Mi dimetto.
Sic transit gloria immundi

domenica 13 novembre 2011

Raddoppierò il mio impegno




"Nell'interesse generale del paese sforzarsi di formare un governo che possa ottenere il più largo appoggio in Parlamento su scelte urgenti"


"Ho incontrato oggi i Presidenti del Senato e della Camera e i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per raccogliere le loro opinioni sul modo di affrontare la crisi di governo apertasi con le dimissioni correttamente rassegnatemi dall'on. Berlusconi. A tutti ho esposto - riscontrando un clima riflessivo e pacato - il mio convincimento che sia nell'interesse generale del paese sforzarsi di formare un governo che possa ottenere il più largo appoggio in Parlamento su scelte urgenti di consolidamento della nostra situazione finanziaria e di miglioramento delle prospettive di crescita economica e di equità sociale per il paese considerato nella sua unità". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine delle consultazioni per la formazione del nuovo governo.

"L'urgenza di quelle scelte - ha sottolineato il capo dello Stato - a partire dalla concretizzazione delle misure già concordate in sede europea - deriva dalla gravità della crisi finanziaria e dei pericoli di regressione economica dinanzi a cui si trovano l'Italia e l'Europa. La particolare fragilità del nostro paese sta nell'altissimo debito pubblico accumulato nel passato. E' un peso che - visto il fortissimo rialzo degli interessi sui nostri Buoni del Tesoro e il ristagnare dell'attività economica - rischia di mettere a dura prova l'impegno dello Stato".

"E' perciò indispensabile recuperare - ha aggiunto il Capo dello Stato - la fiducia degli investitori e delle istituzioni europee, operando senza indugio nel senso richiesto. E' una responsabilità che avvertiamo verso l'intera comunità internazionale, a tutela della stabilità della moneta comune e della stessa costruzione europea, oltre che delle prospettive di ripresa dell'economia mondiale".

"Da domani alla fine di aprile - ha rilevato il Presidente Napolitano -verranno a scadenza quasi duecento miliardi di Euro di Buoni del Tesoro e bisognerà rinnovarli collocandoli sul mercato. Tentare in questo momento di evitare un precipitoso ricorso a elezioni anticipate e quindi un vuoto di governo, è un'esigenza su cui dovrebbero concordare tutte le forze politiche e sociali preoccupate delle sorti del paese".

"E' in nome di questa esigenza - ha affermato il Capo dello Stato - che ho deciso di affidare al sen. prof. Mario Monti l'incarico di formare un nuovo governo, aperto al sostegno e alla collaborazione da parte sia dello schieramento uscito vincente dalle elezioni del 2008 sia delle forze collocatesi all'opposizione. Lo schieramento vincente ha visto crescere negli ultimi tempi rotture e tensioni al suo interno e ridursi la sua base di maggioranza in Parlamento : come Capo dello Stato ho seguito con scrupolosa imparzialità questo travaglio, rispettando il ruolo del Presidente del Consiglio e del Governo, in uno spirito di leale cooperazione istituzionale. Non si tratta ora di operare nessun ribaltamento del risultato delle elezioni del 2008 né di venir meno all'impegno di rinnovare la nostra democrazia dell'alternanza attraverso una libera competizione elettorale per la guida del governo. Si tratta soltanto - a tre anni e mezzo dall'inizio della legislatura - di dar vita a un governo che possa unire forze politiche diverse in uno sforzo straordinario che l'attuale emergenza finanziaria ed economica esige. Il confronto a tutto campo tra i diversi schieramenti riprenderà - senza che sia stata oscurata o confusa alcuna identità - appena la parola tornerà ai cittadini per l'elezione di un nuovo Parlamento".

"Il tentativo che oggi propongo è difficile, lo so, dopo anni di contrapposizioni e di scontri nella politica nazionale, e di molti inascoltati appelli alla moderazione, a un confronto non distruttivo, a una maggiore condivisione e coesione su scelte e obbiettivi di fondo. Ma, rispettando le posizioni di tutti e le decisioni che in definitiva spetteranno al Parlamento, confido che si voglia largamente incoraggiare nell'incarico di formare il nuovo governo il senatore professor Mario Monti, personalità indipendente, rimasta sempre estranea alla mischia politica, e al tempo stesso dotata di competenze ed esperienze che ne fanno una figura altamente conosciuta e rispettata in Europa e nei più larghi ambienti internazionali".

"E' giunto- ha concluso il Presidente Napolitano - il momento della prova, il momento del massimo senso di responsabilità. Non è tempo di rivalse faziose né di sterili recriminazioni. E' ora di ristabilire un clima di maggiore serenità e reciproco rispetto. Operiamo tutti, nei prossimi mesi, per il bene comune, facendo uscire il paese dalla fase più acuta della crisi finanziaria. Questo, credo, è ciò che l'Italia si augura".

G.N.


Accetto con riserva

Buona sera.
Ringrazio molto il Presidente della Repubblica per la fiducia accordata alla mia persona con l'incarico di formare il nuovo governo.
Intendo adempiere a questo compito con grande senso di responsabilità e di servizio verso il nostro paese.
In un momento di particolare difficoltà per l'Italia, in un quadro europeo e mondiale turbati il paese deve vincere la sfida del riscatto. Deve tornare ad essere e deve essere sempre di più elemento di forza, non di debolezza, di un'Unione Europea di cui siamo stati fondatori e di cui dobbiamo essere protagonisti.
I nostri sforzi saranno indirizzati a risanare la situazione finanziaria, a riprendere il cammino della crescita in un quadro di accresciuta attenzione all'equità sociale.
Lo dobbiamo ai nostri figli, dobbiamo dare loro un futuro concreto di dignità e di speranza.
Mi accingo a questo compito con profondo rispetto nei confronti del parlamento e nei confronti delle forze politiche, opererò per valorizzarne l'impegno comune per uscire presto da una situazione che presenta aspetti di emergenza ma che l'Italia può superare con lo sforzo comune.
Le consultazioni che svolgerò saranno condotte con il senso dell'urgenza ma con scrupolo.
Ritornerò poi dal Presidente della Repubblica quando sarò in grado di sciogliere la riserva con la quale questa sera ho accettato l'incarico.
Vi ringrazio..........

sabato 12 novembre 2011

Riprenderci la sovranità

14 novembre 2011.


Berlusconi si è dimesso. Era ora!


Ma dentro di me albergano diversi stati d'animo. 


Da una parte sono contento, si è dimesso con due anni di ritardo, avrebbe dovuto dimettersi quando è stato sputtanato per la minorenne Noemi e la moglie lo ha lasciato dicendo a tutti che era una persona malata.
Ci avrebbe risparmiato due anni di vergogna, di Ruby e Bunga Bunga.
Ma Silvio è come Napoleone, non si dimette, va in esilio dopo la sconfitta.
Ed infatti adesso non si è dimesso, è stato dimesso dall'Europa, dalla BCE e dai mercati finanziari, e la cosa non mi piace.
La sovranità dell'Italia è fortemente limitata e la democrazia è stata momentaneamente messa da parte per un governo di solidarietà/unità nazionale.
Checché se ne dica, Silvio ha vinto, anzi stravinto le elezioni.
Ammetto però che la situazione era insostenibile.
Con l'ultima asta dei BOT che ha "regalato" un rendimento lordo del 6% le banche non avrebbero più potuto raccogliere denaro direttamente e avrebbero ulteriormente depresso i propri bilanci per non parlare della stretta creditizia.
Io ho passato buona parte della giornate passate a spiegare che lo spread tra i BTP ed i BUND non viene pagato dall'Italia, che per i titoli già emessi paga la cedola fissa, ma che l'Italia non potrà emetterne dei nuovi senza farsi del male, ma non in termini di tasso pagato, ma in termini di denaro incassato.


La notizia, non è che lo spread aumenta, ma che il valore dei BTP crolla, e chi li ha in portafoglio, per amore o per forza, passerà una pessima fine anno.


Ora Monti, faccia quello che deve, metta le mani nelle tasche degli Italiani, di tutti gli Italiani (sperando che non ci faccia troppo male), faccia una buona legge elettorale e poi tutti a votare per riprenderci la sovranità.


http://www.ilpost.it/makkox/2011/11/07/debito-pubblico/

I segreti della casta di Montecitorio: Il modo più banale per risolvere la crisi in 10 ri...



Il modo più banale per risolvere la crisi in 10 righe che purtroppo non leggerai mai da nessuna parte

Monti, Draghi e gli altri banchieri che hanno preso il potere in Europa non raccontano e non racconteranno mai il grande imbroglio che c'è alla base della crisi economica nel nostro paese e in Europa.
Eppure la questione è di una semplicità disarmante.
La Banca Centrale Europea (quella che stampa l’Euro per conto degli stati europei) è l’unica Banca Centrale del mondo che presta i soldi alle banche private (all’1,25% di interesse) e non presta direttamente i soldi agli stati. Gli stati sono così obbligati a finanziarsi sul mercato, cioè a farsi prestare soldi dagli speculatori che ovviamente ricercano il loro guadagno. 
E’ chiaro che gli speculatori che prendono a prestito i soldi dalla BCE all’1,25% e poi li prestano all’Italia al 7%, hanno un bel guadagno e continueranno questo gioco all’infinito.
Quindi basterebbe che la BCE - oltre a prestare i soldi alle banche - li prestasse direttamente anche agli stati membri, cioè comprasse direttamente i titoli degli stati europei. In questo modo gli stati avrebbero il danaro necessario al tasso di interesse ufficiale dell’1,25% e non sarebbero obbligati ad andare a chiedere i soldi agli strozzini.
E' una proposta impossibile? 
E' esattamente quello che fanno gli USA, dove la Federal Reserve compra direttamente i titoli di stato americani, la Gran Bretagna, l’India, il Brasile, la Cina e tutti i paesi del mondo. L’Europa è l’unico posto al mondo in cui la Banca centrale presta direttamente i soldi agli speculatori e non agli stati.
I vari Mario Draghi, Bighi Smaghi, Mario Monti, sono gli inventori di questa truffa per nome e per conto delle grandi holding finanziarie presso le quali lavorano come la Goldman Sachs: queste "associazioni a delinquere" prima innescano la crisi e poi si propongono di risolverla.
Nell'euforia per il crollo del regime puttanocratico di Berlusconi, stiamo attenti a non confondere ancora una volta la cura con la malattia; il problema con la soluzione.