sabato 31 dicembre 2011

Odio il capodanno

Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.

Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.

Dicono che la cronologia è l’ossatura della storia; e si può ammettere. Ma bisogna anche ammettere che ci sono quattro o cinque date fondamentali, che ogni persona per bene conserva conficcate nel cervello, che hanno giocato dei brutti tiri alla storia. Sono anch’essi capodanni. Il capodanno della storia romana, o del Medioevo, o dell’età moderna. E sono diventati cosí invadenti e cosí fossilizzanti che ci sorprendiamo noi stessi a pensare talvolta che la vita in Italia sia incominciata nel 752, e che il 1490 0 il 1492 siano come montagne che l’umanità ha valicato di colpo ritrovandosi in un nuovo mondo, entrando in una nuova vita. Cosí la data diventa un ingombro, un parapetto che impedisce di vedere che la storia continua a svolgersi con la stessa linea fondamentale immutata, senza bruschi arresti, come quando al cinematografo si strappa la film e si ha un intervallo di luce abbarbagliante.

Perciò odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.

Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.

(Antonio Gramsci, 1° Gennaio 1916 su l’Avanti!, edizione torinese, rubrica “Sotto la Mole”)

Tratto da: Odio il capodanno | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2011/12/31/odio-il-capodanno/#ixzz1i9RaU2WW 

- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

Sentiti vivo...

Sentiti vivo …

Non aspettare di finire l’università,

di innamorarti,

di trovare lavoro,

di sposarti, di avere figli,

di vederli sistemati,

di perdere quei dieci chili,

che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,

la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno.

Non c’è momento migliore di questo per essere felice.

La felicità è un percorso, non una destinazione.

Lavora come se non avessi bisogno di denaro,

ama come se non ti avessero mai ferito

e balla, come se non ti vedesse nessuno.

Ricordati che la pelle avvizzisce,

i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.

Ma l’importante non cambia:

la tua forza e la tua convinzione non hanno età.

Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi 

ragnatela.

Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza.

Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.

Finché sei vivo, sentiti vivo.

Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci

perdere.

- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

sabato 24 dicembre 2011

L'Ipotiposi: Stille Nacht!

L'Ipotiposi: Stille Nacht!: Stille Nacht! Heilige Nacht! Alles schläft; einsam wacht Nur das traute hochheilige Paar. Holder Knabe im lockigen Haar, Schlafe in himml...

L'Ipotiposi: E' Nato si dice...

L'Ipotiposi: E' Nato si dice...: Natale! Natale! Natale! Allora è arrivato Natale, Natale la festa di tutti, si scorda chi è stato cattivo, si baciano i belli ed i b...

domenica 18 dicembre 2011

Prima vennero...

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano.


Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.


Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.


Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.


Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.
 

   
Brecht



Bertolt Brecht 







Niemöller







Martin Niemöller






mercoledì 14 dicembre 2011

The beauty of Rimini

by Mark Silver, Daily Mirror 10/12/2011



I’M a beach bum when it comes to holidays. Give me the feel of sand between my toes and a glistening sea any time.

So I was sure I’d be in for a treat at the famous north-east Italian seaside resort of Rimini. But it turns out I’ve been missing a trick on my travels...

While the beach ticked most boxes, it was the surrounding area that stole the show... little-known gems that visitors often miss out on.

What made them even more of a joy was that our guide was so ­enthusiastic about them. Not bad, ­considering she’d probably seen them a million times – and she wasn’t even Italian.

Helga was a jolly, middle-aged woman who had fallen in love with the area – and an Italian man – some 20 years ago and moved from her native Germany. I didn’t get to meet her husband but it was easy to see what she saw in the region.

If you want to do justice to a trip here then it’s worth combining a few days on the beach by the Adriatic with some time in the hills or “back country”. You won’t need to waste time seeking out a beach.

“It stretches for about 70 miles,’’ Helga proudly informed me. And when she followed up by telling me “this is where Italians choose for their holidays’’, I was more than happy I hadn’t opted for a more obvious Italian break, like a weekend in Venice.

It’s not just the beach that seems endless here. There are enchanting medieval villages, historic landmarks and, of course, scrumptious local food and wine. The fresh pasta was to die for.

Then there are the wonderful stories and myths associated with some of the castles and old buildings – no doubt some of them inspired the revered Italian ­film-maker Federico Fellini, the director of La Dolce Vita, who grew up in Rimini.

The three main beach resorts are Rimini, the more exclusive Riccione about 15 minutes drive away, and Cattolica, heading a little south again. What I ­especially liked about the beaches was they were not only long but also extremely wide – plenty of space for some bucket and spade action with the toddlers and the sea is shallow too, so ideal for them.

The classy Riccione also has a long – and fairly new – pedestrian area alongside the beach, again great for a young family. Not so great (for the normal spender) is the shopping in Viale Ceccarini, with stores selling ­exclusive clothes with prices that could cover another holiday to ­somewhere like, er, Venice.

A tub of Italian ice cream can leave a bad taste at about a fiver a scoop. But the atmosphere of the place makes up for the high prices. The shopping can be costly in Rimini and Cattolica, too. Much better to head to a nearby mall for a better range of shops and ones that do not close for three to four hours in the middle of the day.

I preferred to get on my bike than window shop, taking in the historic heart of Rimini. Bicycles are a big way of getting around, as are scooters, and the exercise made me feel good about myself before my next large bowl of pasta and sauce.

Roman emperors were good judges of the finer things in life and most took a shine to Rimini – monuments such as the Arch of Augustus and the Tiberius Bridge still stand proud.

The Surgeon’s House in Piazza Ferrari is a must and was ­discovered only in 1989 when work began on a car park. The site shows the layout of a large Roman home where wounded soldiers would be treated and then recuperate – you can see the original ­equipment used at the nearby ­Archaeological Museum.

Rimini was the scene of much partisan resistance during the Second World War, which is worth reflecting on while having a coffee in its main square, Piazza Tre Martiri - named after three brave men hanged here by the retreating Nazis.

I needed something stronger than a coffee after trying on a jacket in one of the town’s top-end stores. It looked lovely in the window but didn’t quite fit me and at €600 (£540) that was a relief.

Italians are a smartly-turned out bunch and very ­hospitable, which is part of the reason I enjoyed a stroll around the ­charming medieval town of Santarcangelo, a 20-minute drive inland from Rimini. Check out if it’s a market day as this will add to the ­splendour and leave time to enjoy the numerous quaint shops. ­Shopkeepers often stand outside and politely offer to show you their goods – there is no pressure to buy but they are proud of the quality and rightly so.

I loved the small pasta shop, which was split into two – one half where three women were busy making it and the other where it was for sale.

Another favourite was an old cloth printing workshop boasting the oldest wheel mangle in the world – dating from the 1600s – used to smooth the cloth.

And make sure you visit the fascinating network of caves in Santarcangelo, whose origins are shrouded in mystery.

Why don’t more Brits head to this fine region? Well that’s another mystery...


rimini



Un pochino di sano campanilismo....

martedì 13 dicembre 2011

Lamento del contribuente

Post Originale
Hai studiato alla Bocconi
per tagliarci le pensioni
hai i diplomi e le medaglie
per colpirci alle caviglie
sei un esimio professore
ma non tocchi l'evasore
lo scudato, il trasgressore
quello che il suo posto barca
se lo trova in danimarca
(mentre invece il posto banca
è al sicuro in zona franca).
Le frequenze? Lascia stare.
I patrimoni? Non toccare.
Tanto il bancomat di Stato
resta sempre il salariato
(ma che ormai è disoccupato).
Siamo stanchi, esimio Monti,
non abbiamo più contanti
ma ciò che fa disperare
è non aver su CHI contare.

(lamento del contribuente in rima baciata e disillusa)
Manginobrioches
C.Adami

domenica 11 dicembre 2011

Monti mi ha telefonato...




Credevo fosse uno scherzo. E l’ho mandato al diavolo.
Invece era proprio lui.
Buon giorno, sono Mario Monti.” Ho risposto con il classico: “E io sono Napoleone.” Poi ovviamente mi ha preso un colpo quando mi ha passato Gad Lerner che mi ha detto: “Guarda che è proprio lui…”
In due parole è successo che Monti ha capito che se non modificava la manovra scoppiava la guerra civile. Cioè, non puoi togliere la rivalutazione della pensione a uno che vive con meno di 1500 euro al mese e poi aumentargli l’Iva e la benzina… Succede che s’incazza. E anche i pensionati sono capaci di fare i black bloc se gli gira…
Così ho preso il treno a Foligno e sono andato a Roma.
C’era tutto un gruppo di tipi strani che era stato convocato per tirar fuori qualche idea che potesse salvare l’Italia dalla bancarotta (questo vuol dire “default”) senza creare masse di persone lacere e affamate.
C’erano i cattolici dei Bilanci di Giustizia veneti, con i loro parroci, una delegazione di una consociazione di onlus che in Africa hanno costruito mille pozzi autofinanziati, c’erano i volontari che vanno a fare i clown negli ospedali, Biggeri di Banca Eticadon Ciotti di Libera, Gesualdi del Manuale del Consumo Critico, Alex ZanotelliDon Gallo, MarcoBoschini dei Comuni Virtuosi, Michele Dotti dei Verdi Civici, Fabio Roggiolani specialista di efficienza energetica e imprese ecosostenibili del Sel, Cristiano Bottone delle Città in Transizione, Carlo Petrini, Marco TravaglioSantoro, Peter Gomez, Luigi Rambelli di Lega Ambiente e la mia mamma… C’era anche Beppe Grillo. Monti ci ha brevemente spiegato che dopo aver sentito le parti sociali aveva deciso di sentire anche le parti Asociali, che eravamo noi. “Asociali un cazzo!” ha sbottato Beppe. “Gli asociali siete voi che sparate miseria sui vecchi e sui bambini.”
E tutti abbiamo fatto di sì con la testa.
Comunque poi si è passato a parlare di fatti, e nel giro di due ore gli abbiamo manifestato la possibilità di raggranellare non 30 ma 60 miliardi di euro senza colpire i più deboli.
Se si approvassero le proposte anti corruzione del Fatto Quotidiano, le proposte di legge per tagliare i costi e i tempi della giustizia di D’Ambrosio, un po’ di efficienza amministrativa ed energetica, un paio di modifiche al codice per combattere meglio la mafia, un diverso sistema di controllo sul lavoro nero, incrociare i dati finanziari per beccare gli evasori, un taglio vero ai costi militari e a quelli della Casta, e sistemi di controllo dell’efficienza dei servizi pubblici, altro che 60 miliardi di euro ti saltano fuori.
E con un po’ meno burocrazia delirante e lentezze giudiziarie lavoro nero, incidenti sul lavoro e corruzione ci sarebbe anche un bel rilancio dell’economia. E anche liberalizzare la canapa e depenalizzare il consumo delle altre droghe potrebbe essere un grande risparmio per lo Stato e rivedendo il sistema detentivo per una serie di reati minori, come l’immigrazione clandestina, si svuoterebbero pure un po’ le carceri e i centri di accoglienza…
Poi si è passati ad alcune proposte per un progetto di solidarietà nazionale.
Costituire con l’appoggio del governo una borsa delle merci offerte ai gruppi di acquisto territoriali e aziendali, un piano di sostegno all’autocostruzione cooperativa della prima casa, con possibilità di recupero di strutture industriali in disuso, un sistema di certificazione dei servizi.
E poi sistemi per tagliare strutturalmente alcuni costi. Ad esempio, una rateizzazione che permetta di comprare computer agli studenti in modo da eliminare la spesa dei libri scolastici e di dimezzare così i costi per le famiglie. E anche un’integrazione di reddito alle famiglie disagiate e ai pensionati con la minima basato sulla costruzione di impianti fotovoltaici di Stato che permettano di azzerare la bolletta elettrica.
E orti pubblici sulle terre del demanio, migliaia di poderi abbandonati di proprietà pubblica dati in comodato ai giovani nullatenenti, idem per le centinaia di strutture pubbliche inutilizzate.
Corsi tenuti dagli artigiani pensionati ai giovani disoccupati così che imparino ad aggiustare elettrodomestici e computer, mobili, vestiti, in modo da sviluppare il riuso e il riciclo.
Incoraggiare sistemi di banca del tempo, mercati dell’usato e del baratto, monete complementari, car sharing, lavanderie collettive.
E campagne di educazione alimentare e posturale per aumentare il benessere nazionale e tagliare i costi della sanità, e piedibus in tutte le scuole per contrastare l’obesità infantile.
Monti aveva la faccia strana. Poi disse che in effetti era un po’ stupito e che ci doveva pensare su.
Uscendo gli ho detto: “Presidente, e cerchi anche di ridere un po’… Non dico che debba raccontare barzellette idiote… Ma qui si tratta di uscire da una crisi morale depressiva. Un po’ di comico ci sta bene.”
Mi ha guardato perplesso: “Ma i giornali hanno scritto che sono molto spiritoso!”
Ho inclinato la testa: “Presidente quelli sono leccaculo. Lei è allegro come una rana a un funerale.”
Poi ce ne siamo andati tutti in un ristorante dello 
Slow Food ad abboffarci di carciofi alla romana e spaghetti alla carbonara a chilometro zero.
Poi mi sono svegliato.









- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

lunedì 28 novembre 2011

Pedinati da Facebook

Così ogni utente sarà schedato su tutta la rete.


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Una delle idee di maggior peso e pericolosamente sottovalutate uscite dalla Silicon Valley questo autunno è il frictionless sharing (letteralmente «condivisione senza attrito»). Così come è stata esposta in settembre dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, questa idea potrebbe cambiare radicalmente - e non in meglio - il modo in cui fruiamo della cultura su internet. Il principio alla base del frictionless sharing è subdolamente semplice e attraente: invece di chiedere agli utenti di rendere noti i loro prodotti preferiti - i film che guardano online, la musica che ascoltano, i libri e gli articoli che leggono - perché non registrare automaticamente tutte le loro preferenze, liberandoli in questo modo dal fastidio di doverle comunicare e permettendo agli amici di scoprire automaticamente altri contenuti interessanti? Se Zuckerberg otterrà quel che vuole, ogni singolo articolo che leggeremo o canzone che ascolteremo sarà condivisa costantemente con gli altri – senza dover più fare clic sugli appositi, fastidiosi pulsanti. Questo è esattamente ciò a cui Facebook mira nel progettare strumenti che registrano tutto ciò che si consuma sul sito (e, inutile dirlo, consumiamo sempre più informazioni senza avventurarci fuori da Facebook). Non è impensabile che presto Facebook riesca a creare sistemi che prendono nota anche di quello che facciamo al di fuori. A questo punto, non si tratta più di una questione di tecnologia, ma di ideologia, di far sembrare la condivisione del tutto normale, perfino desiderabile. La tecnologia esistente, in effetti, permette già a Facebook di raggiungere il suo obiettivo: solo poche settimane fa, il gigantesco social network è stato costretto a riconoscere che continuava a seguire le attività online anche di quegli utenti che avevano effettuato il logout dal sito. Naturalmente, una buona ragione per opporsi a un futuro dove ogni nostro clic viene registrato e condiviso con gli altri, è il timore di una sorveglianza onnipresente. Silicon Valley è riuscita a dissipare tali preoccupazioni sostenendo che molti utenti di Facebook non si opporrebbero al frictionless sharing, perché non pensano che vi sia qualcuno effettivamente interessato a quel che ascoltano o leggono. Può essere vero, ma chi ragiona così di solito sottovaluta la capacità delmarketingmoderno, delle organizzazioni politiche e dei servizi segreti di intuire molte cose su di noi da informazioni che sembrano del tutto innocenti. Vi sono numerose ricerche che dimostrano come sia facile indovinare la tendenza sessuale degli utenti semplicemente analizzando i loro amici su Facebook; o stimare il reddito analizzando quanta musica e video acquistano online; o ipotizzare la razza, basandosi su criteri di massima che indirizzano le scelte culturali di determinati gruppi etnici in relazione a musica, film, libri, e così via. Studiare gli articoli che gli utenti leggono online permette di stabilire il loro orientamento politico. Si metta insieme tutto questo e si finirà con l’ottenere un ritratto abbastanza preciso di un utente. E naturalmente, a differenza degli archivi ben custoditi della polizia, queste informazioni sono accessibili a chiunque voglia esaminarle e trarne dei vantaggi. Ma i problemi non si limitano al monitoraggio pervasivo. Che cosa succederebbe se le aziende che fanno affari con Facebook prendessero l’abitudine di usare gli stereotipi formati dai brandelli di informazioni che forniamo loro per collocarci nelle loro ristrette categorie – ad esempio, «hippy laureato che ascolta musica alternativa ed è tendenzialmente di sinistra»? Usando il frictionless sharing le aziende finiscono per lavorare con ciò che lo scrittore americano di tecnologia, Eli Pariser, chiama la «cattiva teoria dell’identità»: cominciano col fare ipotesi incomplete su chi siamo basandosi sulla musica, i libri o i film che consumiamo, poi cercano di scoprire in quale categoria preesistente di marketing rientriamo, e infine ci forniscono contenuti che altri utenti di quella categoria amano. Naturalmente, l’unico modo per «correggere» le ipotesi errate che le aziende fanno su di noi è fornire ulteriori informazioni su noi stessi, rivelando altri dettagli su quali canzoni, film o libri ci piacciono. Il pericolo è chiaro: a noi utenti di Internet sarà presto negato spazio per la crescita intellettuale, perché saremo bombardati con link che ci indirizzano verso materiale che probabilmente approveremmo comunque. Il frictionless sharing diminuisce lo spazio per la provocazione, lo scandalo, lo squilibrio estetico, e fa diventare Internet la peggior parodia di Silicon Valley, dove si presume che tutti siano sorridenti e si sentano sempre meravigliosamente bene. In questa idea c’è però qualcosa di ancor più repellente. Il motivo per cui abbiamo messo consapevolmente in comune dei link online è che abbiamo pensato fornissero contenuti interessanti, stimolanti, divertenti, pericolosi od orrendi. Abbiamo dovuto dare giudizi su quello che abbiamo visto, abbiamo dovuto valutare – articoli, canzoni, libri. Certo, la maggior parte di queste opinioni sarà stata superficiale, ma ci ha costretti a esercitare il senso critico, a comportarci da esperti – anche se solo per un pubblico di dieci amici. Ci possono essere molti motivi per non amare questa democratizzazione della critica, molti critici professionisti si sono affrettati a biasimare le recensioni di libri scritte frettolosamente su Amazon perché abbassavano lo status culturale della tradizionale critica letteraria. È però positivo, almeno nella prospettiva di una crescita della coscienza civica, che un numero sempre maggiore di persone si occupi in modo critico di cultura, invece di consumare in silenzio quel che gli viene offerto. Ma l’ideologia del frictionless sharing cerca di promuovere un rapporto con internet di tipo molto diverso, in cui gli utenti non sono visti come critici, pronti a distinguere tra diversi tipi di contenuti, ma piuttosto come robot senz’anima destinati solo al consumo di contenuti, da inserire poi in grafici statistici, tendenze e database, in modo che gli si possano vendere sempre nuovi contenuti. Non mettiamo più consapevolmente in comune quel che ci piace: Facebook, invece, condivide tutto per noi, il bello e il brutto, l’interessante e il banale. Certo, i nostri amici potranno ancora sapere che cosa ascoltiamo o leggiamo - anche se non è molto probabile che riescano a farlo, dato che nessuno può tener dietro a un così ampio flusso di dati di tutti gli amici online – ma nessuno si aspetterà più da noi dei giudizi su qualcosa. Quel che conta non è il nostro parere su un libro, un film o una canzone, ma il fatto che li abbiamo cercati su internet, perché questo consentirà di predire il nostro «tipo di personalità», venderci della pubblicità e, forse, raccomandarci un altro libro. È ora che ci rendiamo conto che Facebook sta eliminando la gioia, il caos e la grande varietà di opinioni che circolano su internet, sostituendovi un sorriso artificiale, una efficienza noiosa e una interazione con la cultura tanto ampia quanto incolore. Se non si vedono le probabili conseguenze del frictionless sharing, il futuro facile e senza problemi che Silicon Valley ci promette rischia di essere un disastro per chi cerca di promuovere il pensiero critico.


twitter@evgenymorozov


(traduzione di Maria Sepa)


Evgeny Morozov


© RIPRODUZIONE RISERVATA 


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domenica 20 novembre 2011

Sottoscrizioni

Ho fatto un piccolo versamento a Wikipedia.


WIKIPEDIA

mercoledì 16 novembre 2011

documento degli economisti 2011: Per un cambiamento della politica economica in It...

documento degli economisti 2011: Per un cambiamento della politica economica in It...: Al Parlamento della Repubblica Italiana e alle forze politiche Per un cambiamento della politica economica in Italia ed Europa che rilan...

lunedì 14 novembre 2011

guardare un po' più in alto

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«...le forze politiche sono consapevoli che è necessario trovare e ritrovare una fase di distensione che consenta di guardare un po' più in alto con senso di responsabilità e con coesione.
Il mio impegno è rivolto a permettere che la politica, la politica, possa trasformare questo momento difficile in una vera opportunità per il paese con una condivisione di un progetto di rilancio e di speranza non solo per quanto riguarda l'economia ma anche per quanto riguarda i valori fondanti di una vera comunità civile.
Non dimentichiamo che sempre di più nel mondo si considera che uno dei fattori di sviluppo anche economico sia la coesione e la capacità di convivenza civile nelle società.
Realizzando il progetto di rinnovamento e di riforma oggi necessari ed urgenti, l'Italia potrà essere, lo dico con fiducioso realismo, più protagonista in Europa e nel Mondo.
E anche l'Europa è chiamata ad una sfida che è contemporaneamente di crescita e di equità.
E vogliamo a questo dare il contributo, anche sul piano europeo, che gli altri stati membri dell'Unione Europea, i loro capi di governo e i presidenti delle istituzioni comunitarie mi hanno chiaramente segnalato di desiderare da parte dell'Italia.
Domani completerò le consultazioni con le forze politiche e con le parti sociali.
Poi ho ritenuto anche, e questo credo che sia un'aspetto innovativo, di incontrare, e lo farò domani, i rappresentanti istituzionali delle donne e dei giovani.
E dobbiamo avere il coraggio, credo, di orientare molto a questi due ambiti cruciali della nostra società le azioni di politica economica e di politica sociale.
Quasi sempre ciò che giova ai giovani giova al paese, quasi sempre ciò che restringe per possibilità per i giovani, restringe le possibilità per il futuro del paese.
Ecco perché la politica deve avere molta attenzione anche a chi non vota oggi, ma voterà nel futuro, voterà fra anni, voterà fra decenni e quello che dico per i giovani, naturalmente, vale molto per le donne anche, ecco perché ho desiderato, anche se questo mi comporterà qualche ora in più nel processo impegnativo e interessante delle consultazioni di rivolgermi direttamente domani a queste due forze vive della nostra società.
Grazie, buonasera, buon lavoro e grazie per l'attenzione che dedicate a questo nostro impegno.»
Mario Monti


No, grazie a te Mario!
La ricreazione è finita. 
Il momento è serio e di persone serie abbiamo bisogno.


Tutto il resto è aria fritta!

È stato bello


di Marco Travaglio
Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Per un nuovo miracolo italiano. L'Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. La rivoluzione liberale. Il Polo delle Libertà. Il decreto Biondi. Vendo le mie tv. Golpe giudiziario. Giuro sulla testa dei miei figli. Lasciatemi lavorare. Sono l'unto del Signore. Ribaltone. Scalfaro è comunista. Con Bossi mai più nemmeno un caffè. Mai detto che sono l'Unto del Signore. Dini è comunista. Il popolo è con me. Prodi utile idiota dei comunisti. Visco Dracula. Toghe rosse. D'Alema è comunista. L'amico Massimo. La Costituzione è comunista. La grande riforma della Costituzione. La Casa delle Libertà. Il premier non ha poteri. La grande riforma della giustizia. L'amico Vladimir. L'amico George. L'amico Muammar. Gheddafi leader di libertà. Nessun condono. Concordato fiscale. Scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. Letta è una benedizione di Dio. Romolo e Remolo. All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. La proporrò per il ruolo di kapò. Turisti della democrazia.
L'Islam civiltà inferiore. Meno tasse per tutti. Tutta colpa dell'euro. La mafia, poche centinaia di persone. Grandi opere. Sono stato frainteso. Tutta colpa delle torri gemelle. Lei è meglio di Cacciari, le presenterò mia moglie. Il circuito mediatico-giudiziario. Fede è un quasi eroe. L'amico Bossi. Uso criminoso della televisione pagata con i soldi di tutti. L'amico Pollari. Le rogatorie. La Piovra rovina l'Italia all'estero. L'amico Pompa. Il falso in bilancio. Mangano si comportava bene, prendeva la comunione nella cappella di Arcore. La legge Cirami. Dell'Utri è perseguitato. Legittimo sospetto. Previti è perseguitato. Il lodo Maccanico. Il Ponte sullo Stretto. Il lodo Schifani. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po' più uguale degli altri. Ciampi è comunista. Il decreto salva-Rete4. I poteri forti. La legge Gasparri. L'Economist è comunista. Che ne direbbe di una ciulatina? I direttori dei giornali devono cambiare mestiere. Bertolaso uomo della Provvidenza. La legge Cirielli. Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sempre stato assolto. La stampa estera copia da Unità e Repubblica. Napolitano è comunista. Giustizia a orologeria. L'amico Minzo. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana.Telekom Serbia è tutta una tangente.
I brogli di Prodi. La commissione Mitrokhin. La giusta amnistia. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi. Sarkozy ha imparato da me. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani. Il Popolo delle Libertà. Obama abbronzato. Il miracolo della ricostruzione dell'Aquila. Evadere è un diritto naturale che è nel cuore degli uomini. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo dei tombeur de femmes. Il Family Day. Che fate, ragazze, mi toccate il culo? Mille giudici si occupano di me. Agostino,trova una parte ad Antonella:è impazzita, racconta cose in giro. Lodo Alfano. La Consulta è comunista. Legittimo impedimento. Partito dell'Amore e sinistra dell'odio. Il padre di Noemi autista di Craxi. Prescrizione breve. Mai frequentato minorenni. Le mani nelle tasche degli italiani. La signora Lario mente. Processo breve. Vedi, Patrizia, tu devi toccarti. La privacy. Processo lungo. Candido Lampedusa al Nobel per la Pace. Caro dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Ruby nipote di Mubarak. Non chiamo Gheddafi per non disturbarlo. La legge anticorruzione. La mia fidanzatina. Siamo tutti intercettati. Solo cene eleganti. Riformare le intercettazioni. Pagavo Ruby perchè non si prostituisse. La rapina Mondadori. L'amico Lavitola. Me ne vado da questo Paese di merda. Il miglior premier degli ultimi 150 anni. Culona inchiavabile. L'amico Gianpi.Faccio il premier a tempo perso. La maggioranza è coesa. Ho i numeri alla Camera. Traditori.
Mi dimetto.
Sic transit gloria immundi

domenica 13 novembre 2011

Raddoppierò il mio impegno




"Nell'interesse generale del paese sforzarsi di formare un governo che possa ottenere il più largo appoggio in Parlamento su scelte urgenti"


"Ho incontrato oggi i Presidenti del Senato e della Camera e i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per raccogliere le loro opinioni sul modo di affrontare la crisi di governo apertasi con le dimissioni correttamente rassegnatemi dall'on. Berlusconi. A tutti ho esposto - riscontrando un clima riflessivo e pacato - il mio convincimento che sia nell'interesse generale del paese sforzarsi di formare un governo che possa ottenere il più largo appoggio in Parlamento su scelte urgenti di consolidamento della nostra situazione finanziaria e di miglioramento delle prospettive di crescita economica e di equità sociale per il paese considerato nella sua unità". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine delle consultazioni per la formazione del nuovo governo.

"L'urgenza di quelle scelte - ha sottolineato il capo dello Stato - a partire dalla concretizzazione delle misure già concordate in sede europea - deriva dalla gravità della crisi finanziaria e dei pericoli di regressione economica dinanzi a cui si trovano l'Italia e l'Europa. La particolare fragilità del nostro paese sta nell'altissimo debito pubblico accumulato nel passato. E' un peso che - visto il fortissimo rialzo degli interessi sui nostri Buoni del Tesoro e il ristagnare dell'attività economica - rischia di mettere a dura prova l'impegno dello Stato".

"E' perciò indispensabile recuperare - ha aggiunto il Capo dello Stato - la fiducia degli investitori e delle istituzioni europee, operando senza indugio nel senso richiesto. E' una responsabilità che avvertiamo verso l'intera comunità internazionale, a tutela della stabilità della moneta comune e della stessa costruzione europea, oltre che delle prospettive di ripresa dell'economia mondiale".

"Da domani alla fine di aprile - ha rilevato il Presidente Napolitano -verranno a scadenza quasi duecento miliardi di Euro di Buoni del Tesoro e bisognerà rinnovarli collocandoli sul mercato. Tentare in questo momento di evitare un precipitoso ricorso a elezioni anticipate e quindi un vuoto di governo, è un'esigenza su cui dovrebbero concordare tutte le forze politiche e sociali preoccupate delle sorti del paese".

"E' in nome di questa esigenza - ha affermato il Capo dello Stato - che ho deciso di affidare al sen. prof. Mario Monti l'incarico di formare un nuovo governo, aperto al sostegno e alla collaborazione da parte sia dello schieramento uscito vincente dalle elezioni del 2008 sia delle forze collocatesi all'opposizione. Lo schieramento vincente ha visto crescere negli ultimi tempi rotture e tensioni al suo interno e ridursi la sua base di maggioranza in Parlamento : come Capo dello Stato ho seguito con scrupolosa imparzialità questo travaglio, rispettando il ruolo del Presidente del Consiglio e del Governo, in uno spirito di leale cooperazione istituzionale. Non si tratta ora di operare nessun ribaltamento del risultato delle elezioni del 2008 né di venir meno all'impegno di rinnovare la nostra democrazia dell'alternanza attraverso una libera competizione elettorale per la guida del governo. Si tratta soltanto - a tre anni e mezzo dall'inizio della legislatura - di dar vita a un governo che possa unire forze politiche diverse in uno sforzo straordinario che l'attuale emergenza finanziaria ed economica esige. Il confronto a tutto campo tra i diversi schieramenti riprenderà - senza che sia stata oscurata o confusa alcuna identità - appena la parola tornerà ai cittadini per l'elezione di un nuovo Parlamento".

"Il tentativo che oggi propongo è difficile, lo so, dopo anni di contrapposizioni e di scontri nella politica nazionale, e di molti inascoltati appelli alla moderazione, a un confronto non distruttivo, a una maggiore condivisione e coesione su scelte e obbiettivi di fondo. Ma, rispettando le posizioni di tutti e le decisioni che in definitiva spetteranno al Parlamento, confido che si voglia largamente incoraggiare nell'incarico di formare il nuovo governo il senatore professor Mario Monti, personalità indipendente, rimasta sempre estranea alla mischia politica, e al tempo stesso dotata di competenze ed esperienze che ne fanno una figura altamente conosciuta e rispettata in Europa e nei più larghi ambienti internazionali".

"E' giunto- ha concluso il Presidente Napolitano - il momento della prova, il momento del massimo senso di responsabilità. Non è tempo di rivalse faziose né di sterili recriminazioni. E' ora di ristabilire un clima di maggiore serenità e reciproco rispetto. Operiamo tutti, nei prossimi mesi, per il bene comune, facendo uscire il paese dalla fase più acuta della crisi finanziaria. Questo, credo, è ciò che l'Italia si augura".

G.N.


Accetto con riserva

Buona sera.
Ringrazio molto il Presidente della Repubblica per la fiducia accordata alla mia persona con l'incarico di formare il nuovo governo.
Intendo adempiere a questo compito con grande senso di responsabilità e di servizio verso il nostro paese.
In un momento di particolare difficoltà per l'Italia, in un quadro europeo e mondiale turbati il paese deve vincere la sfida del riscatto. Deve tornare ad essere e deve essere sempre di più elemento di forza, non di debolezza, di un'Unione Europea di cui siamo stati fondatori e di cui dobbiamo essere protagonisti.
I nostri sforzi saranno indirizzati a risanare la situazione finanziaria, a riprendere il cammino della crescita in un quadro di accresciuta attenzione all'equità sociale.
Lo dobbiamo ai nostri figli, dobbiamo dare loro un futuro concreto di dignità e di speranza.
Mi accingo a questo compito con profondo rispetto nei confronti del parlamento e nei confronti delle forze politiche, opererò per valorizzarne l'impegno comune per uscire presto da una situazione che presenta aspetti di emergenza ma che l'Italia può superare con lo sforzo comune.
Le consultazioni che svolgerò saranno condotte con il senso dell'urgenza ma con scrupolo.
Ritornerò poi dal Presidente della Repubblica quando sarò in grado di sciogliere la riserva con la quale questa sera ho accettato l'incarico.
Vi ringrazio..........

sabato 12 novembre 2011

Riprenderci la sovranità

14 novembre 2011.


Berlusconi si è dimesso. Era ora!


Ma dentro di me albergano diversi stati d'animo. 


Da una parte sono contento, si è dimesso con due anni di ritardo, avrebbe dovuto dimettersi quando è stato sputtanato per la minorenne Noemi e la moglie lo ha lasciato dicendo a tutti che era una persona malata.
Ci avrebbe risparmiato due anni di vergogna, di Ruby e Bunga Bunga.
Ma Silvio è come Napoleone, non si dimette, va in esilio dopo la sconfitta.
Ed infatti adesso non si è dimesso, è stato dimesso dall'Europa, dalla BCE e dai mercati finanziari, e la cosa non mi piace.
La sovranità dell'Italia è fortemente limitata e la democrazia è stata momentaneamente messa da parte per un governo di solidarietà/unità nazionale.
Checché se ne dica, Silvio ha vinto, anzi stravinto le elezioni.
Ammetto però che la situazione era insostenibile.
Con l'ultima asta dei BOT che ha "regalato" un rendimento lordo del 6% le banche non avrebbero più potuto raccogliere denaro direttamente e avrebbero ulteriormente depresso i propri bilanci per non parlare della stretta creditizia.
Io ho passato buona parte della giornate passate a spiegare che lo spread tra i BTP ed i BUND non viene pagato dall'Italia, che per i titoli già emessi paga la cedola fissa, ma che l'Italia non potrà emetterne dei nuovi senza farsi del male, ma non in termini di tasso pagato, ma in termini di denaro incassato.


La notizia, non è che lo spread aumenta, ma che il valore dei BTP crolla, e chi li ha in portafoglio, per amore o per forza, passerà una pessima fine anno.


Ora Monti, faccia quello che deve, metta le mani nelle tasche degli Italiani, di tutti gli Italiani (sperando che non ci faccia troppo male), faccia una buona legge elettorale e poi tutti a votare per riprenderci la sovranità.


http://www.ilpost.it/makkox/2011/11/07/debito-pubblico/