giovedì 6 aprile 2023

Storie imbarazzanti in UEFA ...

Ju29ro su:
Alexander Dyukov

Ieri vi abbiamo presentato la storia del curriculum di Čeferin, oggi ripresa da molti altri.

Ma c'è un'altra storia non meno imbarazzante che riguarda la UEFA e che non dovrebbe interessare solo gli appassionati di sport.

A Lisbona, il Comitato Esecutivo è stato rinnovato solo in parte, perché alcuni membri hanno assunto la carica quadriennale nel 2021.
Tra questi, c'è il russo Aleksandr Dyukov, presidente della Federazione Russa, ma soprattutto alla guida di Gazprom NEFT, importantissima sussidiaria di Gazprom.
Il conflitto in Ucraina e le sanzioni alla Russia hanno cambiato molte cose, ma non per Dyukov che continua a mantenere la sua carica nell'esecutivo guidato da Čeferin.
Del resto, abbiamo capito che autonomia dello sport significa prima di tutto non avere remore nell'intrattenere relazioni che in ogni altro ambito sarebbero oggetto di censura.

Ma qui c'è parecchio di più, aspettate.
Nelle ultime settimane, ci sono stati forti polemiche per la decisione del CIO sulla partecipazione degli atleti russi e bielorussi alle Olimpiadi di Parigi. Decisione che non è stata ancora presa ma nel frattempo il CIO ha stabilito che gli atleti russi e bielorussi saranno riammessi alle competizioni internazionali e potranno gareggiare come neutrali senza essere rappresentati da alcun simbolo nazionale.
Con una postilla che non salva nemmeno le apparenze ma rappresenta il minimo necessario, cioè purché gli stessi non “sostengano attivamente la guerra in Ucraina” e non siano “sotto contratto” con l’esercito o le agenzie di sicurezza dei due Paesi.

Bene, due mesi fa, un gran numero di media in tutto il mondo ha riferito di come il primo ministro russo Mikhail Mišustin, a nome del governo russo e del capo di stato Vladimir Putin, abbia dato a Gazprom NEFT un ordine scritto per trovare fondi per creare un nuovo esercito privato, per sostituire o affiancare il famigerato gruppo Wagner, entrato in rotta di collisione con il Cremlino.

Dyukov quindi da un lato si occupa di finanziare un esercito privato per la guerra in Ucraina, dall'altro siede nel comitato esecutivo UEFA e prende decisioni sul futuro del calcio europeo, comprese quelle sulla sua federazione e su quella bielorussa, che ancora partecipa alle competizioni UEFA.

Ed ecco ancora meglio chiarito il concetto di autonomia dello sport: la libertà di intrattenere relazioni con davvero chiunque.
Parrebbero non esistere migliori amici per i dittatori di tutto il mondo delle istituzioni calcistiche.
E chissà se dovremmo aspettare buone nuove dalla Corte di Giustizia Europea in Lussemburgo o da quella che ha sede a L'Aia.

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