La Juve, le plusvalenze incrociate e la «foglia di fico» del par. 45 dello IAS 38
di Fabrizio Bava
L'autore è docente di Economia aziendale al dipartimento di Management dell’università di Torino
«Bilanci truccati, … non poteva iscriversi alla serie A nel 2005-'06». «Nelle ultime sessioni di mercato …, tra le altre, hanno venduto alcuni giovani della Primavera per aggiustare i propri bilanci. Potrebbero rischiare qualcosa?».
Sono alcuni estratti di articoli pubblicati su siti web, il primo nel 2007 (nomi delle squadre citate intenzionalmente omessi). Il tema plusvalenze è «chiacchierato» da decenni e non si tratta di una leva a cui ha fatto ricorso la sola Juventus, recentemente condannata nel processo sportivo.
È quindi inevitabile porsi una domanda: perché non sono state definite preventivamente delle regole di condotta chiare così da poter poi, successivamente, controllare e punire severamente chi non le rispetta?
Oggi è comprensibile che non solo molti tifosi della Juventus, ma anche chi possiede il dono dell'onestà intellettuale, possano essere indotti a pensare che si stia attuando la politica del capro espiatorio.
I precedenti giurisprudenziali evidenziando che tali comportamenti non sono quasi mai stati puniti, non tanto perché i valori dei calciatori incrociati non fossero stati gonfiati, quanto piuttosto per la difficoltà di dimostrarlo (non esistendo qualcosa di simile a un valore di mercato, soprattutto per i calciatori più giovani).
Arriviamo al punto.
Chi segue l'inchiesta starà pensando: «E no, per la Juventus è diverso, perché essendo quotata avrebbe dovuto applicare il par. 45 dello IAS 38 e non iscrivere la plusvalenza!».
Ma questa è solo una foglia di fico. La Sentenza sportiva condanna la Juventus per avere dissimulato la natura permutativa delle operazioni incrociate al fine di evitare il rischio di non poter iscrivere la plusvalenza.
«Dovrebbe valere anche per i bilanci OIC, le società non quotate»
Ho già sottolineato una serie di perplessità.
Si può punire per tale ragione, nonostante la Juventus abbia dichiarato di non avere mai applicato in passato (e pertanto mai dichiarato nei bilanci pubblici) tale policy contabile?
Nonostante tale trattamento contabile sembrerebbe essere applicato da pochissime società di calcio in Europa (la Consob afferma almeno due)?
Nonostante nessun organo di controllo del mondo del calcio e non, interno e esterno, ne abbia mai contestato la mancata applicazione alle tre (ora due) società quotate?
Ma, soprattutto, si può punire una società per la mancata applicazione di una policy contabile che, se ritenuta la regola da applicare (c'è spazio per dibattere anche sulla correttezza della sua applicazione agli scambi di calciatori), riguarderebbe, con ogni probabilità, tutte le squadre di calcio?
A mio parere, se si sposa la qualificazione delle operazioni incrociate come permute, ciò dovrebbe valere anche per i bilanci OIC, cioè per tutte le società di calcio, non soltanto per quelle quotate.
Perché nelle raccomandazioni contabili della FIGC, con riferimento ai bilanci OIC, non è stato indicato che le operazioni incrociate sono permute che devono essere trattate, ricorrendo all'analogia, in base a quanto previsto dall'OIC 16 per le immobilizzazioni materiali?
A differenza degli IAS/IFRS, infatti, la permuta non è disciplinata nell'ambito delle immobilizzazioni immateriali, ma lo è nell'ambito di quelle materiali.
Questi sono tecnicismi per addetti ai lavori, ma qual è l'aspetto sostanziale, il ragionamento dirimente?
Tutte le operazioni incrociate, in modo particolare di giovani calciatori, presentano – da sempre – un elevato rischio di iscrizione di plusvalenze per aggiustare i bilanci.
E non si è fatto ancora nulla per cercare di porvi rimedio.
Seconda questione.
Nella Delibera 22482/2022 la Consob afferma che la Juventus non dispone di una procedura per la stima del valore dei calciatori che possa "guidare" le operazioni di mercato su binari prestabiliti ed evitare (rendere più difficile) la possibilità di utilizzare strumentalmente la soggettività intrinseca della valutazione dei calciatori per porre in essere politiche di bilancio.
«Gli organi competenti disciplinino regole contabili chiare»
Gli organi competenti si sono chiesti se le altre società di serie A dispongono di tali procedure? L'hanno mai verificato?
Se vogliamo che le squadre di calcio si comportino in modo corretto, è necessario che gli organi competenti disciplinino regole contabili chiare e richiedano l'implementazione di procedure che rafforzino il sistema di controllo interno aziendale.
Non sarebbe certamente la soluzione di tutti i mali, qualcuno potrebbe riuscire a trovare il modo di aggirare le nuove regole, ma le soluzioni perfette non esistono.
E poi, soprattutto, chi non rispetterà le regole (che però per essere violate devono prima di tutto esistere) potrà e dovrà essere sanzionato.
Sarebbe un bel segnale del mondo del calcio e, soprattutto, toglierebbe ai tifosi della Juventus quella spiacevole sensazione di sentirsi il capro espiatorio di un "sistema calcio" che non vuole cambiare, ma che in compenso sembra godere di una masochistica soddisfazione nel distruggere il principale asset del calcio italiano.
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