martedì 3 dicembre 2013

Riassuntino molto onesto (Camillo - Christian Rocca)



C’è una una sola società calcistica, una sola al mondo, capace di violare così costantemente regole, leggi e qualsiasi tipo di atteggiamento etico possibile e immaginabile.
Il passaporto falso e la patente ricettata per tesserare un calciatore che non avrebbe potuto giocare e che quindi ha falsato un campionato;
la conseguente condanna in un tribunale penale di un suo alto dirigente;
i pedinamenti di una struttura deviata nei confronti di calciatori, dirigenti e arbitri;
uno scudetto assegnato dall'ex membro del Cda;
l’eliminazione degli avversari per via telefonico-giudiziaria (con i giudici scelti dall'ex membro del Cda pochi minuti prima dell’avvio del processo, a cui è stato pure tolto un grado di giudizio);
la vendita fittizia del proprio marchio per sanare il bilancio;
il supermegasconto concesso dall'ex membro del Cda sulla sanzione plurimilionaria dell’organo di controllo Covisoc;
il mancato rispetto delle regole per l’iscrizione ai campionati;
gli scambi e le supervalutazioni di calciatori;
i contratti invalidi di Milito e Thiago Motta ("secondo una interpretazione letterale del regolamento federale", scriveva la notoriamente contraria Pravda rosa);
i "regalini" ai designatori;
un arbitro arruolato come "cavallo di Troia";
la richieste di ottenere un particolare arbitro, evitando la procedura del sorteggio;
i suggerimenti mirati sulle griglie e sugli assistenti;
le accuse di illecito sportivo diretto prescritte per l’intervenuta prescrizione causata dall'occultamento delle telefonate che la riguardavano.
Tre quarti di queste cose, accertate e incontestabili, sui giornali non vengono ricordate né pubblicate e quando, con ritardo e controvoglia, è la procura federale ad avanzare qualche rimbrotto, allora arriva la solida argomentazione difensiva secondo cui Giacinto Facchetti era un galantuomo.

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