sabato 16 febbraio 2013

Elogio della genericità

"Oggi la mia parte seria aveva voglia di un Buongiorno serio, ma essendo estremamente minoritaria (circa il quattro per cento di me, secondo i sondaggi) non aveva molte probabilità di ottenerlo. Per fortuna sono arrivate in soccorso le parole di una blogger che sta per diventare mamma e si firma Animabella. Il Buongiorno serio è tutto suo. Mi limito a sottoscriverlo. Al cento per cento."
M.G.


«C’è in giro a pochi giorni dal voto un’ansia di precisione, di dettagli, di promesse circostanziate davvero incomprensibile.
Se si votasse per un dittatore dai pieni poteri di un pianeta privo di relazioni con chicchessia forse avrebbe senso chiedere ai candidati degli impegni precisi.
Qui invece le condizioni reali in cui chiunque vinca si troverà a operare sono talmente tante e intrecciate tra loro - da quelle strettamente politiche a quelle economiche ed europee - che anche solo chiedere “cosa farai una volta eletto?” ha il sapore di una domanda retorica, alla quale necessariamente si deve rispondere sapendo di mentire.
Io non voglio promesse, voglio prospettive.
Non mi interessa sapere cosa esattamente tu vincitore farai all’indomani delle elezioni, perché non puoi saperlo neanche tu.
Mi interessa conoscere i tuoi valori di riferimento, la tua idea di società, di Italia, di Europa.
Cosa intendi per libertà, responsabilità, famiglia, educazione.
Mi interessa conoscere l’orizzonte che ti guida, la tua utopia. Non perché ho voglia di ascoltare favole, ma per sapere quale sarà la stella polare nel corso del tuo impegno politico. E capire se sei in grado di muovere almeno qualche timido passo in quella direzione. 
Sarebbe già tanto. Buon voto a tutti».


giovedì 14 febbraio 2013

L’amante immortale

Vorrei farmi largo fra la rabbia e lo sgomento dei nostri giorni per concentrarmi su qualcosa di serio e di bello, ma anche di terribile e impronunciabile, tale è la sua forza misteriosa.
Per alcuni studiosi l’amore deriverebbe dal sanscrito mar, morte, di cui rappresenta l’esatto contrario: Amar, non-morte, ovvero immortale.

Come chiunque abbia subito un torto precoce, sono cresciuto con la pretesa di essere in credito con Amar.
Una sensazione che ho ritrovato nel corso della vita in tutte le persone che avevano perduto ingiustamente un affetto, un sogno, un lavoro.
Nella loro sofferenza, o insofferenza, ho visto rispecchiarsi la mia. Quel desiderio inestinguibile di essere risarciti, ricompensati.
Una molla forsennata, ma alla lunga frustrante: chi pensa che la felicità consista nell’essere amati cerca negli altri qualcosa che, una volta trovato, lo rende stranamente infelice.
Finché l’altalena della vita gli dischiuderà le porte di una scoperta, che come tante altre stava già scritta in un libro.
Il «Simposio» di Platone.
Tutti i personaggi concordano su un punto: Eros, il demone dell’amore, coincide con la persona amata.
Tutti tranne Socrate, che nelle ultime pagine ribalta la prospettiva: Eros non visita l’amato, ma l’amante.
E’ l’amante a essere posseduto dall’energia che trasforma le larve in uomini e gli uomini in dei.
E’ l’amante che desidera, soffre, sublima.
In una parola: ama. Ah, se avessi letto il Simposio con più attenzione al ginnasio.
Ma forse non lo avrei capito.
Ora invece so.
So che la felicità non consiste nell’essere amati.
Consiste nell’amare.
Senza condizioni, nemmeno quella di essere ricambiati. 
Buon san Valentino.


"...amante è solo chi ama non quello che è amato...per questo sono fortunato...."Lucio Dalla  - Camion - 1983 (1983)

domenica 10 febbraio 2013

Ratatouille - L'articolo di Anton Ego

"Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco, pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio; prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere.
Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale.
Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero.
Ad esempio, nello scoprire e difendere il nuovo.
Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al nuovo servono sostenitori! Ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo, un pasto straordinario di provenienza assolutamente imprevedibile.
Affermare che sia la cucina, sia il suo artefice abbiano messo in crisi le mie convinzioni sull'alta cucina, è a dir poco riduttivo: hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere!
In passato non ho fatto mistero del mio sdegno per il famoso motto dello chef Gusteau "Chiunque può cucinare!", ma ora, soltanto ora, comprendo appieno ciò che egli intendesse dire: non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque.
È difficile immaginare origini più umili di quelle del genio che ora guida il ristorante Gusteau's e che secondo l'opinione di chi scrive, è niente di meno che il miglior chef di tutta la Francia!
Tornerò presto al ristorante Gusteau's, di cui non sarò mai sazio."
Anton Ego


Wikiquote




"In many ways, the work of a critic is easy. We risk very little, yet enjoy a position over those who offer up their work and their selves to our judgment. We thrive on negative criticism, which is fun to write and to read. But the bitter truth we critics must face, is that in the grand scheme of things, the average piece of junk is probably more meaningful than our criticism designating it so. But there are times when a critic truly risks something, and that is in the discovery and defense of the new. The world is often unkind to new talents, new creations. The new needs friends. Last night, I experienced something new; an extraordinary meal from a singularly unexpected source. To say that both the meal and its maker have challenged my preconceptions about fine cooking, is a gross understatement. They have rocked me to my core. In the past, I have made no secret of my disdain for Chef Gusteau's famous motto, "Anyone can cook". But I realize — only now do I truly understand what he meant. Not everyone can become a great artist, but a great artist can come from anywhere. It is difficult to imagine more humble origins than those of the genius now cooking at Gusteau's, who is, in this critic's opinion, nothing less than the finest chef in France. I will be returning to Gusteau's soon, hungry for more."

Anton Ego

mercoledì 6 febbraio 2013

Lettera agli italiani di Beppe Grillo

"L’Italia deve diventare una comunità, nessuno deve essere lasciato indietro.
E’ intollerabile, inumano, vedere le file di esodati, sfrattati, disoccupati alle mense della Caritas mentre chi ha sprofondato il Paese nella miseria si muove con la scorta, l’auto blu, senza alcuna preoccupazione economica.
I partiti sono i primi responsabili di questa situazione, hanno occupato lo Stato, lo hanno svenduto, spolpato da dentro.
Ora, queste persone si presentano, grazie ai giornali e alle televisioni che controllano, come i salvatori della patria, proprio loro che l’hanno affossata, usata per i loro interessi.
L’Italia ha le tasse tra le più alte del mondo, uno dei maggiori debiti pubblici, un tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, che ha fatto emigrare in pochi anni un milione e mezzo di ragazzi italiani, diplomati, laureati con il sacrificio dei loro genitori.
E’ ora di dire basta, questa commedia deve finire o finirà il Paese. Non abbiamo più tempo, dobbiamo mandarli tutti a casa. Tutti coloro che fanno parte di questo marcio sistema, devono andarsene, sparire, ma prima devono giustificare il loro eventuale arricchimento.
Io non chiedo il tuo voto, non mi interessa il tuo voto senza la tua partecipazione alla cosa pubblica, il tuo coinvolgimento diretto, se il tuo voto per il M5S è una semplice delega a qualcuno che decida al tuo posto, non votarci. Questo Paese lo possiamo cambiare solo insieme, non c’è alternativa.
Usciamo dal buio e torniamo a rivedere le stelle.
Lo Stato deve proteggere i cittadini o non è uno Stato, per questo va istituito il reddito di cittadinanza. Io sono Stato, tu sei Stato, noi siamo Stato. Riprendiamoci l'Italia."
Beppe Grillo

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