Nel discorso giornalistico, l'errata identità tra "plusvalenza" (semplice aumento di valore) e "plusvalenza fittizia" è la chiave per creare un clima colpevolista.
Si fanno i titoloni "PLUSVALENZE PER 400 milioni" come fosse la truffa del secolo, e non li puoi nemmeno querelare.
Le plusvalenze fittizie sono quelle FALSE. Vedi qualche anno fa Inter-Milan (contratti con firme false) o Chievo-Cesena (giocatori inesistenti).
Quelle attuali sono plusvalenze lecite. Magari discutibili o gonfiate (ma non si sa bene rispetto a cosa), ma non fittizie: sono REALI.
Eh, ma dice che "se ne è abusato":
- se ne è abusato rispetto a cosa?
- rispetto a quale parametro oggettivo e certo?
- rispetto a quale regolamentazione definita e condivisa?
Eh, ma dice che c'erano "permute simulate o valori gonfiati". Se la permuta c'è stata, non è simulata, a prescindere dagli importi.
Quanto ai valori gonfiati, continuiamo a chiederci: rispetto a quale parametro oggettivo? rispetto a quale regolamentazione definita e accettata?
Oltre all'appunto rivolto all'inattrezzato giornalista, vorremmo altresì rilevare che non esiste un'intercettazione telefonica in cui venga "preparata" un'operazione del genere. Nessuna. Mai si può sentire un dirigente della Juve accordarsi con un altro per valori fittizi.
Lo strumento intercettivo insomma dimostra, se può da solo dimostrare qualcosa, che operazioni del genere la Juve non le faceva.
Quanto alle conversazioni sulle operazioni del passato, mai c'è un'ammissione diretta da parte di un protagonista, solo chiacchiere "de relato", interpretabili e non adatte quindi ad assumere valore di prova.
A meno di non interpretarle "con la peggiore cultura del sospetto".
In parole povere è:
- non ci sono notizie di reato, ma suggestive congetture giornalistiche;
- apro modello K e chiedo accertamenti alla GdF;
- gli accertamenti non forniscono alcuna notizia di reato;
- però un attimo: se li intercettassimo, potremmo trovar prova di accordi ex ante per truccare i valori;
- incredibilmente partono le intercettazioni (incredibilmente in un paese civile, non molto sorprendentemente, in realtà);
- nelle intercettazioni, non trovano alcun accordo ex ante per truccare i valori;
- vanno avanti a indagare fino all'altro ieri, cioè per quasi 2 anni in pratica;
- intere pagine di atti di inchiesta sono pubblicate nei bassifondi dell'internet;
- il contenuto delle indagini supplementari finisce sui giornali praticamente in diretta;
- si alimenta costantemente un clima colpevolista che mira a dipingere l'indagato come colpevole;
- "se te ne lamenti, è perché sei juventino".
A guidare il tutto un PM che trova opportuno rivelare pubblicamente che odia la Juve e che come PM è antijuventino. Che ha anche sostenuto di aver aperto precedentemente un modello in seguito alla partita con l'Atletico Madrid, riportando pubblicamente informazioni errate e incongruenti con la realtà dei fatti.
Un altro PM che ha già indagato la Juve per lo stesso reato, 17 anni prima, affidandosi allo stesso consulente di oggi, che ebbero il cuore di mettere in discussione la cessione di Zidane e indagare l'unica squadra che non aveva fatto ricorso al decreto salvacalcio per spalmare gli ammortamenti delle plusvalenze.
Processi poi conclusisi per ben due volte con un'assoluzione.
La questione di fondo è sempre la stessa: si tratta di una inversione metodologica del metodo investigativo.
Si parte da un teorema e si cerca di validarlo andando a caccia di prove a conferma del teorema.
E se non si trovano, si propongono interpretazioni dei principi contabili, per altro non unanimemente condivise dalla comunità scientifica.
In tutto questo, ci si dimentica che il PM è un magistrato, non un avvocato dell'accusa. Deve cercare la verità (e quindi anche le prove a discarico) e non provare a tutti i costi la colpevolezza dell'indagato.
Ju29ro su Facebook.
Nessun commento:
Posta un commento