martedì 9 marzo 2021

The Great Gig in the Sky


Quando il grande David Gilmour la vede entrare negli Abbey Road Studios a Londra, dove con il suo gruppo, i Pink Floyd, sta registrando il nuovo album, The dark dide of the moon, Clare Torry non gli sembra una cantante.
Il loro tecnico del suono, Alan Parsons, l’aveva voluta convocare a tutti i costi, mentre Gilmour aveva pensato di collaborare con una vocalist del calibro di Madeleine Bell o Doris Troy. Contrariamente alle aspettative, si trova davanti una giovane donna bianca che gli ricorda una casalinga inglese.

Clare nasce in una famiglia benestante inglese e la prima esibizione canora, accompagnandosi con la sua chitarra, è durante la festa di diploma alla rinomata Battle Abbey School, scuola per ragazze di buona famiglia nell’East Sussex, dove non ha mai avuto vita facile a causa del suo carattere decisamente scomodo e anticonformista.
Nella seconda metà degli anni ’60, al termine degli studi, decide di voler diventare una cantautrice ed inizia a collaborare con alcune bands e case discografiche, in particolare la EMI, (leggi l'articolo) come parte dello staff artistico. Il suo debutto avviene nel ‘67 con il brano The music attracts me.
Nel’68 collabora con la band The Harry Roche Constellation e, durante questi anni, Clare ha l’occasione di imparare molto, di conoscere produttori, musicisti, arrangiatori e di fare le sue prime esperienze nello show business. E’ proprio durante la registrazione di alcune cover con la band che la sua voce viene notata da Alan Parsons.
Nel 1973, precisamente il 21 gennaio, una domenica, Clare viene convocata proprio da Alan Parsons agli Abbey Road Studios per registrare un brano dei Pink Floyd, The Great Gig in the Sky. Il tastierista Richard Wright, autore del singolo, dice a Clare che non c’è un testo per lei da interpretare ma un concetto: semplicemente la sua voce deve riuscire ad esprimere il passaggio dalla vita alla morte.
Una cosa da nulla! In un’intervista, Clare dirà riferendosi a quel magico momento: “Entrai, indossai le cuffie e iniziai a vocalizzare emettendo degli ooh-aah, baby-baby, yeah-yeah. Ma loro mi dissero ‘non vogliamo questo. Devi provare con vocalizzi lunghi’, così cominciai a provare un pochino e mi dissi che forse volevano che io fossi come uno strumento. Così dissi loro di ricominciare il pezzo da capo”
Dopo tre ore di lavoro, Clare esce dallo studio di registrazione con un compenso di 30 sterline, convinta che quel brano non vedrà mai la luce, ma dovrà ricredersi qualche mese dopo quando, nella vetrina di un negozio di dischi di Londra, vede l’album esposto e la sorpresa è grande quando su di esso legge il suo nome.

Lucy Lu sul gruppo Ascoltatori di Radio Capital su FB

Poi nel 2005 Clare ha vinto la causa contro i PF, quando il giudice ha stabilito che il suo "vocalizzo" era equiparabile a "testo" quindi meritevole di diritto d'autore. E da quel momento sui credits del brano, appare "Wright/Torry". In seguito alla sentenza, Gilmour è Clare si misero d'accordo in separata sede x una cifra tuttora segreta.

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