La data che campeggia ovunque, cioè il 1472, è solo il risultato di una campagna di branding voluta dall’ex presidente Giuseppe Mussari. Altri documenti parlano del 1624. Chi ha ragione?
di LinkPop
22 Gennaio 2016 - 08:29
La banca più antica d’Italia (forse del mondo) non poteva non essere affidabile (altrimenti come avrebbe fatto a resistere così a lungo?), e così “1472” divenne un brand, da stampare su tazze, magliette e opuscoli bancari. Il problema è che non è sempre stato così (eh no), ed esistono prove, che LinkPop è in grado di fornire, che fino a qualche tempo fa la data di fondazione di Mps non era fatta risalire al 1472, bensì al 1624. Come è possibile?
Lo dimostra questo opuscolo, un fascicolo anonimo del 1958 intitolato: “Monte dei Paschi di Siena, Istituto di credito di diritto pubblico – Le sue origini e il suo sviluppo attraverso i secoli”. Qui la data di fondazione è indicata a chiare lettere. E non è il 1472.
Non passarono molti anni, però. Nel 1568 il Monte di Pietà riprende le attività, con tanto di affresco celebrativo a opera di Lorenzo Rustici: un Cristo che risorge dal Sepolcro, richiamo azzeccato a un istituto che rinasce. Ma anche qui, non mancarono problemi. La città era nel pieno di una rifioritura, ma lo statuto del nuovo Monte non riusciva a garantire prestiti senza che, in molti casi, restassero inevasi. Nel 1619, di fronte all’inadeguatezza dell’istituto, venne chiesto a gran voce la fondazione di un nuovo Monte, il terzo. La richiesta fu esaudita l’anno successivo, e venne stipulato il 2 novembre del 1624 l’atto di fondazione. In questo caso lo statuto era più chiaro e definito, e più che di Monte di Pietà, si è di fronte a una vera e propria banca. Tanto che il 2 gennaio 1625 aprono gli sportelli.
Insomma, dopo tutto questo excursus storico, il problema rimane: 1472 o 1624? Non è chiaro. Ma, in fondo, quando si parla di Mps, cosa lo è?
Da Linkiesta
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