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Banche, società quotate, Stati, ma anche Pmi e pubblica amministrazione.
Sono principalmente questi i soggetti che chiedono un giudizio alle agenzie di rating.
Le agenzie di rating, la più antica delle quali è Moody’s, fondata in Usa nel 1908 (le altre due sono Standard & Poor’s, Fitch e la cinese Dagong) sono delle società che vengono ingaggiate per giudicare i bilanci in base a una scala di valori che va dalla A alla D, che sta per “default”.
Una sorta di “pagella” che serve agli investitori come guida per valutare la capacità di uno Stato (o una banca, una società, un bond, uno strumento finanziario complesso), di ripagare i sottoscrittori.
Il rating, dunque, è un elemento chiave nella definizione del cosiddetto premio di rischio, cioè degli interessi che un emittente, come ad esempio uno Stato, dovrà pagare ai propri creditori.
Il rating contribuisce anche alla definizione dell’investment grade, con la quale si intendono gli strumenti (azioni, bond, derivati) che hanno una bassa probabilità di default. Ovvero, da BBB in su.
Nel caso di società non quotate, il rating può anche non essere pubblico.
Le autorità di vigilanza di ogni Paese europeo rilasciano l’elenco delle agenzie autorizzate a operare, mentre la Bis, la banca dei regolamenti internazionali, definisce quali requisiti di rating deve avere il patrimonio accantonato dalle banche fini di riserva.
Cos’è l’Outlook?
Può essere “positivo”, “negativo” o “stabile”, e indica un’aspettativa di lungo termine sulla probabilità che un evento influenzi l’affidabilità di un’emittente come debitore. L’Outlook sul breve periodo, invece, è il “credit watch”, che può essere “positive”, “negative” o “developing” e implica un declassamento, o una promozione, del giudizio sul breve periodo, 60 o 90 giorni.
Da LINKiesta
Può essere “positivo”, “negativo” o “stabile”, e indica un’aspettativa di lungo termine sulla probabilità che un evento influenzi l’affidabilità di un’emittente come debitore. L’Outlook sul breve periodo, invece, è il “credit watch”, che può essere “positive”, “negative” o “developing” e implica un declassamento, o una promozione, del giudizio sul breve periodo, 60 o 90 giorni.
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